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Post n°53 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da Phyllo
Vorrei essere veramente una principessa,ma nn sono nemmeno la povera Cenerentola...il mio principe si è perduto nella nebbia fitta che si alza dal mare e che ti sembra averti precluso il ritorno a terra...volare...mi piacerebbe...ma ho paura di cadere alla prima brezza ...le mie ali nn sono forti abbastanza...avrei bisogno di allenamento come la mamma con il suo pulcino...forse mi potrei definire una chitarra che aspetta di essere suonata...vorrei vibrare di emozioni di sogni d'amore... |
Post n°52 pubblicato il 27 Gennaio 2009 da Phyllo
Perchè nn si debba ricordare solo quel grande genocidio ma anche quelli recenti che ognuno di noi consuma ogni volta che guarda qualcuno di diverso con indifferenza...uccidiamo in noi tutta la nostra ricchezza e in chi riceve quello sguardo assente lo scaviamo nel cuore come il torrente impetuoso fa nella roccia ma con molto meno tempo lo erodiamo fino ad annullarlo...se siamo spaventati da ciò che nn ci somiglia è solo perchè nn lo conosciamo quindi nn chiudiamoci a riccio ma voliamo in alto come le aquile per colpire solo chi veramente potrebbe ricreare tutto questo...buon ricordo a tutti e felicità!!! |
Post n°51 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da Irisblu55
Se qualche vero saggio ci dovesse improvvisamente chiedere chi realmente siamo, subito ci verrebbero in mente i rapporti parentali, le relazioni sociali, la nostra struttura biologica in relazione all'ecosistema, la nostra storia personale con i fatti, gli eventi, le emozioni, gli affetti, i sentimenti, i disagi, ecc. Forse tutto verrebbe sintetizzato superficialmente nel nostro "nome e cognome". Molti vi aggiungono titoli accademici, onorifici o nobiliari e così pensano di poter essere subito identificati per il loro prestigio. Si immedesimano talmente nel loro ruolo che alla domanda "chi realmente sei?" non riuscirebbero a capire le reali intenzioni dell'interlocutore saggio. Affermerebbero impacciati, di essere l'avvocato Tal dei Tali il prof. Pinco Pallino, il dott. Sempronio l'imprenditore Caio ecc. Ma è come se rispondessero: "io sono ciò che penso di fare". Se il saggio suggerisse loro di lasciar perdere tutte le maschere sociali per definire più onestamente se stessi, molti entrerebbero in crisi. perché ci identifichiamo quasi sempre nel ruolo in modo convenzionale. seria riflessione sul nostro "esserci" qui e adesso nel senso esistenziale. La nostra più profonda riflessione dovrebbe portarci a smascherare le illusioni sul concetto di "io" che abbiamo. ruoli sociali, legami affettivi e di sangue lo stesso cognome e nome, rimarrebbe puramente la nostra persona con il suo DNA e il suo temperamento. E approfondendo ci accorgeremmo che nemmeno la nostra struttura biologica ereditata dal patrimonio umano o la nostra psiche formata nel contesto sociale, basterebbero ad identificarci. l'Universo muta continuamente e noi non siamo mai uguali al nostro "io" precedente, come nessuna essenza è perfettamente identica all'altra. Allora, chi siamo? Risposta difficile, misteriosa che presuppone un punto di riferimento saldo immutabile, eterno. che abitano sulla terra sono un numero esiguo a confronto di quello delle stelle del cielo) cominciasse seriamente a domandarsi chi realmente è per cercare di darsi una risposta non superficiale cambierebbero molte cose già in questo mondo e forse riscopriremmo tutti con stupore il senso del mistero e la nostra dignità di figli di Dio. Pier Angelo Epifania le feste porta via c'è chi nè sentirà la nostalgia è chi invece si sentirà sollevato da un lavoro ingrato ai fornelli e a dar retta a parenti amic è fratelli buon pomeriggio un forte abbraccio by Iris Inviato da: Irisblu55 Trackback: 0 - Commenti: 0 |
Post n°50 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da Irisblu55
L'uomo nella prosperità non comprende
potenti della terra. Aveva un giovane figlio John, al quale non lasciava mancare niente. Ogni giorno lo faceva accompagnare con una lussuosissima Mercedes a scuola da un suo autista personale. Lo riempiva di giochi ed ogni tipo di divertimento. Corrompeva persino alcuni insegnanti per fargli avere bei voti, in modo che non provasse frustrazioni. Ronald era fiero del suo impero finanziario dei suoi alberghi, delle sue aziende : grazie a lui ed alla sua intraprendenza migliaia di persone potevano campare con un lavoro dignitoso. Il suo pallino erano le discoteche, i motori e le spacconerie con gli amici. Si rendeva conto che, continuando così il figlio non sarebbe potuto essere in grado un giorno di prendere le sue redini. Gli voleva bene ma capì che era un "bene" sbagliato. John era sempre più immerso nei vizi e non era mai contento. Al padre raccontava un sacco di bugie ed ogni giorno aveva nuove pretese. Un giorno Ronald si recò appositamente dal saggio Elia per chiedergli consigli. rovinato, ma se vuoi recuperarlo c'è una possibilità che costerà molto anche a te! - affermò perentoriamente il saggio. Poi gli suggerì quali rimedi doveva prendere. Ronald mise a malincuore in pratica i consigli dei Elia. Pianificò tutto per bene e dopo un po' di tempo progettò con il figlio maggiorenne un viaggio in un paese molto lontano che doveva durare due settimane. Ma si mise d'accordo sia con l'autista che avrebbe dovuto accompagnarli all'aereoporto che con il capitano dello stesso aereo: Ronald possedeva gran parte del pacchetto azionario della compagnia aerea. Il giorno stabilito, mentre stavano salendo sulla scaletta dell'aereo, Ronald approfittando del fatto che suo figlio John era distratto perché aveva adocchiato una giovane avvenente , scese di corsa dall'aereo e ritornò alla macchina s quagliandosela con l'autista ed i bagagli. John se ne accorse solo quando stavano ormai per partire. Invano furono ascoltate le sue richieste di farlo subito scendere: il capitano disse che non era possibile fermare l'aereo mentre era già in corsa e stava decollando. L'unico scalo era proprio in quel paese lontano dove avrebbe dovuto scendere perché possedeva solo il biglietto di andata. Si ritrovò in questa città, solo e senza soldi. Non ne aveva nemmeno per telefonare a casa e nessuno si fidava a prestarglieli. Inizialmente cercava di sopravvivere chiedendo l'elemosina: ma vedendolo ben vestito nessuno gliele dava. La città era pattugliata da molti poliziotti : praticamente era impossibile rubare. Recatosi al più vicino posto di polizia non riuscì nemmeno ad esibire un documento di riconoscimento perché non l'aveva appresso. Gli agenti lo trattennero per le verifiche sulla sua identità. Gli dicevano che i numeri telefonici che egli dava erano errati e che non conoscevano suo padre (il quale aveva fatto cambiare tutti i numeri telefonici di casa sua e il nome delle sue ditte e dei suoi alberghi). Il giudice di quella città decise di liberarlo a patto che si mettesse a lavorare. Gli procurò un posto di lavoro presso una fonderia ed egli dovette accettare. Ogni giorno tornava nella sua stanzetta presa in affitto, stanco morto, e non aveva nemmeno le forze per qualche svago. Aveva fatto amicizia con alcuni operai e si rendeva conto della grande fatica che facevano per mantenere le loro famiglie. John, però, non riusciva a risparmiare molto perché il salario che percepiva bastava appena per pagare l'affitto della stanzetta, e il necessario per la sopravvivenza. Passarono alcuni mesi e dopo inutili tentativi per mettersi ancora in contatto con suo padre (il quale sembrava avesse fatto perdere ogni sua traccia) John si era ormai rassegnato. In quella città era severamente proibito l'accattonaggio e nessuno si fidava a prestargli del denaro. Spesso pensava a come viveva nella casa di suo padre e cominciò ad essere dispiaciuto per l'arroganza che aveva dimostrato nel trattare i suoi... Un giorno, essendo rimasto casualmente da solo nell'ufficio amministrativo della sua fabbrica scorse, riposto in un cassetto semiaperto, un foglio che rìportava l'intestazione della ditta con il nome di suo padre: "Ronald Smith ". Era stato appositamente dimenticato dall'impiegata, la quale rientrata, lo vide assorto con il foglio in mano. John chiese: tuo padre! - Esclamò la segretaria. Il giovane comprese: suo padre aveva macchinato tutto per impartirgli una lezione di vita. E così ritornò a casa completamente cambiato. progetto ed andò subito a ringraziare il saggio Elia per averlo salvato da sicura rovina. Felice Epifania in gioiosa è serena compagnia ciao by Iris |
Inviato da: cassetta2
il 16/10/2020 alle 17:35
Inviato da: mary53m
il 03/02/2009 alle 14:12
Inviato da: mary53m
il 28/01/2009 alle 11:54
Inviato da: gaglavinc
il 27/01/2009 alle 20:29
Inviato da: mary53m
il 09/12/2008 alle 11:13