Nicola D'Agostino

MALEDETTA "ESPERIENZA"


Ragazzi, c'è un modo davvero deleterio di intendere la "esperienza".Giorni fa mi sono recato in una filiale di una nota catena di librerie (capite quale)  a lamentarmi del fatto che alcuni potenziali lettori del mio romanzo (La caratteristica L) avevano chiesto di poter acquistare il libro  e di aver ricevuto dal personale un fantastico: boh, e chi è Nicola D'Agostino?    Il responsabile ha negato il fatto, sostenendo che il mio romanzo (una sola copia!) fosse inserito nello scaffale apposito (come lo si tiene in casa) secondo un ordine alfabetico, accanto a D'Annunzio.Questo, più o meno, il contenuto del colloquio:-sono onorato di giacere da vivo accanto al Vate, ormai scomparso, ma solo chi mi conosce richiederà il libro, altrimenti nessuno lo noterà. La vostra libreria è una vetrina irrinunciabile, ma se chi vuole acquistare il romanzo ha problemi a vederlo rischia di diventare un danno indirizzarlo da voi.- io faccio il mio lavoro e lei fa il suo. Qui comandiamo noi. Io voglio dirle che sono molto duro con gli Autori, specie se esordienti, a costo di sembrare scortese. - ci riesce splendidamente, senza sforzo alcuno. Però mi dica: io non chiedo tutta la vetrina, ma possibile che una minima visibilità, anche all'uscita dei bagni, sia irrealizzabile? Si rende conto che rischia di essere più conveniente, per me, indirizzare i lettori presso le librerie più piccole, dove mi riservano un minimo di dignità?- ah, allora non la vuol capire: io ho ESPERIENZA in queste cose, se dovessi dare spazio a tutte le novità che escono sarei sommerso da schifezze. Io faccio questo lavoro da 25 anni. Quella impiegata da 15, chieda conferma a lei.  Le cose devono andare così e basta. Quando e se lei sarà più famoso, allora le daremo uno spazio in più.- ma come faccio a diventare famoso se non mi date visibilità?L'incaricato, quasi mosso a compassione, abbassa il tono e mi dice:- guardi, l'unica cosa che posso fare è richiedere qualche copia in più al distributore, da mettere sempre nello scaffale, ed avvisare il personale di essere più preciso quando qualcuno richiede il libro.Ho dovuto anche ringraziarlo e me ne sono andato. Ora, simpatici navigatori, io una cosa l'ho capita: la "esperienza", spesso, è un vero limite al fare umano. Si va avanti per abitudini consolidate,  spacciandole per sapienza storica, mentre altro non è che rigidità, vecchiezza,  sordomutismo mentale. Tutto ciò che è nuovo è visto con sospetto, perché minaccia l'equlibrio preesitente. Così anche una cosa interessante viene sacrificata in nome della "esperienza". Ma esperienza di che, visto che, in questo caso, il solerte funzionario non aveva letto il mio libro? E se fosse un gran romanzo e vendesse tanto in altre librerie, e se io per questo mi mettessi di traverso e per ripicca imponessi all'editore di non fornire la nota catena? A che sarebbe servita quella "esperienza"? Vi farò sapere, perché quando mi metto di traverso per davvero non passano più nemmeno i caterpillar! Ve lo dico per "esperienza". Tszè!Felicità a tutti voi.Nicola D'Agostino