Nicola D'Agostino

E ADESSO TOCCA ALL'AMICIZIA E ALLA FAMIGLIA


 Credo sia stato Kant, per primo, ad affermare che è la struttura stessa del linguaggio a rendere impossibile il parlare sensatamente di concetti che rasentano l'infinito. La riprova? Chiedete al miglior pensatore che cos'è l'Amore, o Dio, e vi ritroverete avviluppati in articolate, stucchevoli, retoriche arrampicate sulle parole. Ma mentre l'Amore o Dio (che forse sono la stessa cosa) ce li sentiamo come parte del nostro essere, non è così per l'Amicizia, che è certamente un acquisto più recente della ragione. Anche su questo concetto, peraltro, non mancano improbabili virate teoriche che non mi hanno mai convinto del tutto, Cicerone in primis. Vediamo cosa si può fare per capire che cavolo è l'Amicizia (la struttura del linguaggio dovrebbe consentirlo). Ahimé, temo che, ormai, per “amico” si intenda più che altro qualcuno a cui chiedere aiuto nel momento del bisogno, di solito a scapito di qualcun altro, come accade quando, ad esempio, nella pubblica amministrazione o negli ambienti di lavoro in genere, una pratica dell'Amico viene trattata prima rispetto a quella di qualche poveraccio che, senza l'intervento della “amicizia”, sarebbe stata istruita naturalmente prima. Così si fa a gara a chi c'ha più amici. Il Notaio, l'Ingegnere del Comune e così via. Chi più ne ha, tanto meglio vive. La degenerazione a cui si è pervenuti trova la sua massima espressione nel linguaggio dei mafiosi, quando si rivolgono enfaticamente ai loro “AMICI”. E vi dirò di più. La stessa matrice egoistica permea completamente il concetto di “famiglia”, perché è generalmente intesa come nucleo assolutamente chiuso dove i componenti pattuiscono una mutua assistenza e allevano guerrieri contro il resto del mondo, vissuto come un nemico da fronteggiare e da combattere per carpirne quanto di buono è possibile, arricchendo il proprio nucleo a scapito degli altri che, a loro volta, replicheranno lo stesso comportamento. Quando poi la famiglia si sfascia, per separazioni o perché i figli si sposano, le lotte diventano tra i sottosistemi (vedi le cause in materia di famiglia e in materia di eredità). Un ruba-ruba generale. Anche qui i mafiosi fanno scuola: “LA FAMIGLIA!”. Io credo che se il mondo fa così schifo è proprio per questo modo di intendere l'Amicizia e la Famiglia. Certo, non è così per tutti, ma temo che così sia per i più. Propongo quindi di abolire i termini di “Amicizia” e “Famiglia”, sostituendoli con l'unico, più antico e nobile, di “Fratellanza”. Questo dovrebbe dare uno scossone alle abitudini, almeno per un po', e consentire un'ottica diversa e più appagante. Qualora poi anche la fratellanza, dopo questo primo periodo, dovesse soccombere agli istinti, ne troveremo un altro in grado di ingannarli. E così via. Per questo voglio salutarvi così: a presto, Fratelli.