Nicola D'Agostino

ANCORA LE "MALEDETTE COSE"


 Che avvilimento, ragazzi.Ero un romantico; pensate che, fino a poco tempo fa, ritenevo che l'Autore di un romanzo dovesse scriverlo e poi inviarlo a un Editore che, esaminato lo scritto, decidesse eventualmente di pubblicarlo e quindi promuoverlo al meglio.   Ahi, ahi, non sono più romantico. Un'arcinota casa Editrice mi ha rispedito indietro la bozza del mio secondo libro, con un rifiuto motivato dal fatto che la pubblicazione della narrativa è attualmente “problematica”, non mancando di rivolgermi i migliori auguri per il futuro. Grazie! Tutto avrebbe avuto un senso, però, se a questo rifiuto avessi potuto attribuire, sia pure implicitamente, un qualche apprezzamento negativo esposto con garbo, tanto per non urtare la mia suscettibilità. Giuro, l'avrei mandata giù, con un certo dolore, forse, ma l'avrei fatto. Nulla di tutto ciò, cari amici, perché la bozza mi è stata restituita assolutamente intatta, intonza, immacolata, vergine, come se l'avessi appena imbustata per la spedizione. Dunque nessuno l'ha mai letta!Ecco, mi chiedo allora: possibile che non sia la semplice logica aristotelica a condurre il viaggio di un manoscritto sino alla pubblicazione, sia pure eventuale, con il necessario presupposto che l'Editore faccia quel per cui esiste, cioè leggersi almeno quanto gli giunge tra le mani? Invece no, c'è una forza misteriosa, potente, figlia dell'abitudine,  che lo impedisce. Capite, adesso, quel che voglio dire quando incito alla rivolta contro le “maledette cose”? Continuerò, e non dimenticherò. Non dimentico mai. Prima o poi.... Felice week-end. Nicola D'Agostino