Nicola D'Agostino

IL TEMPO SI DILATA


Atmosfera tipo "Eleganza del riccio". Stamani mi fermo presso l'abitazione di Giorgio Saponaro per consegnare in portineria la prima delle copie stampate che mi sono pervenute di "Baciami ancora". Glielo dovevo, visto che mi ha scritto la prefazione ed è stato prodigo di disinteressati complimenti per me (diversamente non avrebbe potuto essere). Il portiere, mentre dà di ramazza nell'androne con la testa china, solleva il capo,   butta uno sguardo sul mio libro e gli si illuminano ancor più del naturale i suoi occhi di smeraldo. Prende la copia come se fosse d'oro e mi trascina nel gabbiotto. Penso: "uhé, speriamo che non gli sia troppo simpatico,  va". Dice:- lei è uno scrittore!-già.-capita a fagiolo! Vorrei un consiglio perché scrivo anch'io.-urka! ma sei a contatto diretto con Saponaro. Chi meglio di lui...-si, mi ha già dato dei consigli. Ora ti leggo qualcosa.Prende una delle decine di agende che ha riempito di pensieri scritti a mano e inizia. Io guardo l'orologio e rimugino che non ho tempo per ascoltarlo. Mi dico che devo andare in Tribunale a sbrigare delle faccende. Non posso star lì  dietro alle astruserie letterarie di un portiere. Ma proprio allora, mentre lui legge con passione ciò che ha scritto, ecco che il tempo si ferma. Io avevo programmato la mia mattinata, fatta di incombenze, di atti da consegnare, di persone da incontrare,  e la letteratura si infila di forza negli interstizi temporali del reale,  facendomi sembrar vano, senza di essa, quel che dovevo fare. Quando mi capiterà  più di incontrare un portiere-scrittore? - mi domando-. E lo ascolto: la sua voce vibra seguendo le parole scritte, le osserva, le accarezza, mente i condomini lo salutano, salendo o scendendo le scale che portano all'ammezzato dove si trova la porta dell'ascensore. Lui risponde con cenni della mano quasi per dire: si, si, ciao, ma ora  non disturbatemi! Anch'io sento la pressione del lavoro che dovrei completare, dei minuti che trascorrono, e ne ho fastidio, perché so che di ciò che seguirà della giornata non serberò alcun ricordo preciso, perché l'attenzione sarà distribuita, polverizzata sul pratico accadimento dei fatti. Ma quel momento, quell'istante che sospinge fuori da sé ciò che non è il pensiero scritto dal portiere, è come se volesse dilatarsi con il ricordo di un episodio inconsueto che è già quasi trascorso ma che si forma e si fissa nella memoria. Quello lo terrò a mente. Ciò che ho fatto di diverso, no. Tempo dilatato, il ricordo di un portiere che scrive e legge sé stesso. Ottima cosa. Rende utile tutto il resto. Vi auguro che capiti un fatto simile anche a Voi. Buon w.e.. Nicola D'Agostino