Stanotte ti ho sognato. Eri un ciclista professionista e sapevo che saresti venuto a fare una gara nella zona in cui vivo. Il giorno della gara mi sono seduta su di un muretto al bordo della strada prima del ponte che porta verso il paese in cui vivevo, verso la casa in cui abitavo quando ci frequentavamo. Ad un tratto i ciclisti hanno iniziato a sfrecciarmi davanti e poi sei passato tu...ti ho riconosciuto da dietro, dalla tua testa...inconfondibile per me. Sei arrivato fino a metà ponte poi hai girato il viso e mi hai guardata...hai rallentato e poi hai girato su te stesso con la bici e sei rimasto lì...in bilico, confuso...come se non sapessi più da che parte dovevi andare. Non hai mai messo un piede a terra, come un equilibrista sei rimasto quasi immobile per un po'...rivolto verso di me. Ed io seduta lì sul muretto ti osservavo senza riuscire a muovermi, a fare niente. È stupefacente come i sogni, metaforicamente, ci riportino a noi stessi...ai nostri percorsi dentro-fuori. In questa strana-nuova fase di vita sto molto dentro me...vado ad aprire tutte quelle scatoline impolverate che ora meritano di essere aperte. Quello che sta uscendo è destabilizzante per certi versi ma soprattutto illuminante e liberatorio. Questo rovistare dentro, in profondità, mi permette di presentarmi fuori in modo totalmente nuovo. IO mi vedo nuova e allenarmi ad essere me stessa, a difendere il mio spazio sacro richiede energie ed impegno...ma mi sta facendo scoprire un nuovo livello di benessere e di gioia. Io che mi riconosco...sembra così scontato, così facile...e invece è una delle conquiste più difficili ed eccitanti che abbia mai affrontato.
SOGNANDO E LEGGENDO
Stanotte ti ho sognato. Eri un ciclista professionista e sapevo che saresti venuto a fare una gara nella zona in cui vivo. Il giorno della gara mi sono seduta su di un muretto al bordo della strada prima del ponte che porta verso il paese in cui vivevo, verso la casa in cui abitavo quando ci frequentavamo. Ad un tratto i ciclisti hanno iniziato a sfrecciarmi davanti e poi sei passato tu...ti ho riconosciuto da dietro, dalla tua testa...inconfondibile per me. Sei arrivato fino a metà ponte poi hai girato il viso e mi hai guardata...hai rallentato e poi hai girato su te stesso con la bici e sei rimasto lì...in bilico, confuso...come se non sapessi più da che parte dovevi andare. Non hai mai messo un piede a terra, come un equilibrista sei rimasto quasi immobile per un po'...rivolto verso di me. Ed io seduta lì sul muretto ti osservavo senza riuscire a muovermi, a fare niente. È stupefacente come i sogni, metaforicamente, ci riportino a noi stessi...ai nostri percorsi dentro-fuori. In questa strana-nuova fase di vita sto molto dentro me...vado ad aprire tutte quelle scatoline impolverate che ora meritano di essere aperte. Quello che sta uscendo è destabilizzante per certi versi ma soprattutto illuminante e liberatorio. Questo rovistare dentro, in profondità, mi permette di presentarmi fuori in modo totalmente nuovo. IO mi vedo nuova e allenarmi ad essere me stessa, a difendere il mio spazio sacro richiede energie ed impegno...ma mi sta facendo scoprire un nuovo livello di benessere e di gioia. Io che mi riconosco...sembra così scontato, così facile...e invece è una delle conquiste più difficili ed eccitanti che abbia mai affrontato.