Rischio amianto

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http://www.airc.it/tumori/tumore-al-polmone-mesotelioma.aspPolmone:mesotelioma, la triste eredità dell'amiantoColpisce ogni anno due italiani maschi ogni centomila, soprattutto tra coloro che sono stati esposti, per motivi professionali o per vicinanza, all’amianto. In futuro, grazie alla messa al bando di questo materiale, sarà ancora più raro. Intanto, però, si sta affrontando il momento più critico.Ostacola il propagarsi del fuoco in caso di incendio, assorbe i rumori, è elastico, inestinguibile nelle sue funzioni: sono alcune delle qualità che hanno determinato il grande successo dell’amianto (alias asbesto), un materiale che viene scavato dalle viscere della Terra e che era impiegato già dai Greci e Romani, ma che ha incontrato un autentico boom in tutto il mondo industrializzato dopo la seconda guerra mondiale. Sono quelli gli anni in cui l’Eternit (cemento più amianto) conquista l’industria edilizia, finisce nei tetti e nelle pareti che rivestono scuole, fabbriche, abitazioni, diventa il materiale isolante preferito nei grandi impianti petrolchimici, nelle centrali termoelettriche e sui vagoni dei treni.Quando cominciano ad affiorare i primi dubbi consistenti sulla sua salubrità, circa a metà degli anni Sessanta, l’amianto sta toccando lo zenit della sua trionfale parabola. Gli esperti sospettano che respirare le minuscole fibre da cui è composto possa provocare danni al sistema respiratorio.Oggi i casi delle persone esposte 30 anni faTumore estremamente raro già oggi, il mesotelioma diventerà dunque ancora più sporadico nel futuro, ma intanto bisogna affrontare l’onda lunga dei mesoteliomi che si stanno manifestando ora in persone esposte all’amianto 30 o 40 anni fa. In Italia si contano ogni anno un migliaio di morti per questo tumore maligno: colpisce infatti ogni anno due italiani maschi ogni 100.000, mentre la percentuale si dimezza tra le donne (una ogni 100.000). «L’Italia ha creato un Registro Nazionale dei mesoteliomi che permette di tenere sotto controllo i nuovi casi e in cinque Regioni (Piemonte, Liguria, Toscana, Puglia, Emilia- Romagna) la raccolta dei dati è negli ultimi anni molto efficiente, al punto da consentire di seguire i nuovi pazienti fin dal momento della diagnosi, con la raccolta di una documentazione clinica e patologica che include la storia del paziente, l’eventuale esposizione all’amianto nel corso della vita e altri elementi preziosi dal punto di vista scientifico», spiega Pietro Comba, direttore del Reparto di Epidemiologia ambientale dell’Istituto Superiore di Sanità. «Anche a livello internazionale si discute dell’aumento dei mesoteliomi. Negli Stati Uniti i casi erano nettamente aumentati tra gli anni Sessanta e la fine degli anni Ottanta, quando è venuta al pettine la massiccia esposizione all’amianto subita soprattutto durante la seconda guerra mondiale, specie tra gli operai dei cantieri navali dove venivano costruite portaerei e corazzate. I casi sono però diminuiti fin dagli anni Novanta: ciò lascia pensare che il picco della curva epidemica sia già stato raggiunto, che il massimo numero di casi per anni si sia già visto e che ora, grazie alla messa al bando tempestiva dell’amianto, sia iniziata la china discendente».L’Europa, invece, è ancora nella fase di crescita della mortalità per mesotelioma: ma si tratta di un dato medio. Nei Paesi scandinavi, che bandirono l’amianto già all’inizio degli anni Settanta, i casi sono in calo. In altri Paesi, meno attenti all’esposizione all’amianto, i nuovi casi sono invece in forte aumento. Nei Balcani e nell’Europa Centro Orientale, dove ben poco è stato fatto per limitare la diffusione di questa sostanza nell’ambiente, è lecito attendersi ulteriori impennate. In Italia non è ancora stato raggiunto il picco che dovrebbe però essere vicino.Più colpite le regioni industrializzate«Nel nostro Paese sono quattro le Regioni in cui la mortalità per mesotelioma risulta superiore alla media: Liguria e Venezia-Giulia, a causa della storica presenza dell’industria dei cantieri navali, Piemonte e Lombardia a causa della presenza dei due principali poli per la produzione di Eternit (Casale Monferrato e Broni, entrambi chiusi dopo la legge del 1992 e attualmente sottoposti a bonifica dei suoli)», continua Comba. «Ci sono poi aree in cui fibre simili all’amianto sono presenti naturalmente nel terreno: un esempio è Biancavilla, un comune siciliano nella zona dell’Etna, il cui suolo è ricco di fluoro-edenite, una fibra prima sconosciuta e scoperta solo dopo la segnalazione di un numero abnorme di mesoteliomi nella popolazione locale. Attualmente a Biancavilla, inserita tra i 55 siti di interesse nazionale per la bonifica dei suoli, sono in atto speciali interventi indirizzati a frenare i rischi: dalla bonifica dei suoli all’asfaltatura delle strade sterrate, dalla rimozione di detriti sparsi nel territorio alla chiusura di cave contaminate.Attività simili sono in atto o in progettazione a Casale Monferrato e Broni. In alcuni Paesi sono stati fatti studi secondo i quali il rischio di mesotelioma aumenterebbe anche in persone che non hanno subito un’esposizione all’amianto di tipo professionale, ma che hanno abitato vicino alle fabbriche dove veniva prodotto, o vissuto in case e lavorato in uffici sottoposti a una dispersione di fibre d’amianto. Ciò pare accadere soprattutto quando sia stata utilizzata una particolare forma di amianto detta “a spruzzo” e o un particolare tipo di amianto chiamato amosite».L’esposizione all’amianto è di gran lunga il fattore di rischio più frequente per lo sviluppo di un mesotelioma, ma non è comunque l’unico. In casi rari e circoscritti, può avere un ruolo anche l’esposizione alle radiazioni in seguito a una radioterapia a livello toracico (a dosi massicce e senza le dovute precauzioni). Alcuni studi sono in corso per valutare l’azione del virus SV40: presente nelle scimmie, contagiò negli anni Cinquanta anche alcuni cittadini indiani attraverso vaccini antipolio contaminati. Le prove a riguardo sono comunque contradditorie e richiedono ulteriori approfondimenti.Segue sul sito...