Rischio amianto

La domanda del giorno:


Quante volte ci chiediamo con non poca preoccupazione ma...una volta individuato e rimosso questo nemico dove va a finire? Ecco la risposta che tutti conosciamo purtroppo..un nuovo caso passato alla cronaca prima delle feste. Riporto qui di seguito l'articolo relativo:La Procura conferma: amianto a Chiaiano Tonia Limatola [12 Novembre 2008] «Magistratura pensaci tu». Comitati ricevuti in Procura dopo il ritrovamento dell’amianto nella cava destinata a ospitare la discarica contestata da cittadini, comitati civici e amministrazione comunale. Una scoperta che ha riacceso la protesta dopo gli scontri del «Jatevenne day»: prima il corteo dei mille partito dalla Rotonda Titanìc sabato scorso, poi stamattina l’atteso incontro napoletano con il Procuratore Lepore dopo l’invio di un dossier sulla presenza delle lastre di amianto nella cava di Cinque Cercole.Il caso è finito anche al Parlamento europeo grazie all’interrogazione della deputata dei verdi Monica Frassoni che invoca la dichiarazione di disastro ambientale e chiede dei provvedimenti contro il governo che insiste con l’attivazione di un sito in cui sarebbero stati fatti anche dei carotaggi per attestarne l’idoneità, ma nel quale sono stati ritrovati «ben diecimila tonnellate di amianto in fibre libere e altri rifiuti tossici contenuti in sacchi di plastica, alcuni recanti anche marchio Enel». Materiale ritrovato per il quale – secondo le immagini filmate dagli attivisti dei comitati – ci sarebbe stato anche un tentativo di occultamento. Le foto ritrarrebbero i militari con maschere antigas che interrano i rifiuti speciali. «Se come dicono hanno intenzione di rimuoverle, ci chiediamo – dice l’ex sindaco Mauro Bertini – perché le hanno spostate e poi ricoperte di terreno vegetale. Così facendo hanno solo liberato nell’aria le particelle dell’amianto con gravissimo danno per la salute dei residenti. Per questo Bertolaso, Berlusconi e Giannini andrebbero perseguiti per danno ambientale».L’impegno del sottosegretariato di rimuovere l’amianto – che secondo documenti dell’Asl Napoli due mostrati dai comitati civici sarebbe di un quantitativo di 1200 tonnellate, cioè ben oltre le diecimila accertate dalla struttura governativa – impedirebbe ai magistrati di sequestrare l’area. Almeno questo è stato detto nell’incontro di ieri con il procuratore Lepore, anche se – dicono i rappresentanti dei comitati civici – hanno avuto promesse che l’inchiesta andrà comunque avanti. «Contiamo su eventuali e nuovi sviluppi», dicono a Marano. Insomma, si ammette la presenza delle lastre cancerogene, ma i lavori vanno avanti. Dell’emergenza si è discusso anche nel corso del convegno promosso da Sinistra democratica al quale hanno partecipato anche Tonino Scala e Arturo Scotto. Mentre i magistrati lavorano e si attende la risposta della Commissione europea – che si esprimerà entro sei settimane – oggi è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza un’area di 200mila metri quadri soggetta a vincolo paesistico, all’interno della quale si trova anche un’ex cava di tufo trasformata in discarica abusiva per inerti di costruzioni, a due passi dalla cava dell’ex Poligono. L’impianto si trova vicino a un’isola ecologica, in un vallone che confina con il Policlinico Nuovo. A questo punto, si conta sulla contiguità territoriale per dimostrare che anche la cava dell’ex Poligono va sequestrata. «Un’iniziativa della procura in tutela nella direzione del diritto alla salute sul nostro territorio – dicono al presidio dal quale si chiede ai magistrati – l’accertamento dei responsabili che hanno consentito lo sversamento di amianto e rifiuti pericolosi nell’area della Cava, chiediamo l’incriminazione del Generale Franco Giannini e Bertolaso per disastro ambientale per aver occultato i rifiuti pericolosi in una vasca costruita apposta e poi spianata». Si va avanti anche col ricorso al Tar Lazio per la sospensiva dei lavori per danno alle proprietà, anche se sull’iniziativa i comitati civici si sono divisi. Solo in diciassette, infatti, hanno firmato l’istanza che verrà discussa dai giudici amministrativi il prossimo 20 gennaio. «Quella giudiziaria in sede civile è l’unica arma che abbiamo in mano per opporci», si dice convinto l’avvocato Andrea Faiello, membro della commissione ambiente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli. Al presidio del Poggio Vallesana non si fermano: già da stasera si ritorna a pensare alle nuove forme di protesta che coincideranno con la nuova visita del premier Silvio Berlusconi a Napoli. Visita che avrà lo scopo di fare il punto sulla questione emergenza.http://www.carta.org/campagne/ambiente/15752