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Un anno di lotta alle discriminazioni razziali

Post n°2 pubblicato il 03 Aprile 2006 da nexx007dgl

In occasione della Giornata della Memoria, che si celebra oggi per non dimenticare la Shoa frutto dell’aberrazione umana e della malvagità e del fanatismo legati al pregiudizio razziale, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali fa un bilancio della sua attività e della situazione della discriminazione razziale in Italia. A poco più di un anno dalla nascita, l’occasione è fornita dalla presentazione del Rapporto annuale 2005 al Parlamento e al Presidente del Consiglio. “È stato un anno importante - dichiara il Ministro per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo -, durante il quale l’UNAR ha dovuto progettare e creare gli strumenti di intervento nel campo del contrasto alle discriminazioni razziali, intervenendo in un settore sensibile e delicato su cui si gioca il futuro della nostra società, ormai avviata, nell’era della globalizzazione, verso una sempre maggiore multietnicità.

I risultati - spiega - sono stati di grande spessore:

il numero verde 800.90.10.10, istituito dall’UNAR per consentire la denuncia di tutti i comportamenti razzisti di cui sono gli utenti siano stati vittima o testimoni, ha ricevuto in un anno 3.438 chiamate, di cui 2.571 richieste di informazioni nelle materie più strettamente attinenti i problemi dell’immigrazione (come permessi di soggiorno, cittadinanza), 577 segnalazioni di discriminazioni fondate su altri fattori (handicap, età, orientamento sessuale), nei confronti delle quali l’UNAR ha svolto opera di indirizzamento e prima assistenza, 282 casi di discriminazioni razziali, su cui l’UNAR è intervenuto, con il suo gruppo di magistrati, esperti, antropologi, per la rimozione della condotta discriminatoria e degli eventuali effetti verificatisi.

I casi riportati nel Rapporto - dice ancora il Ministro - sono emblematici di quanto siano odiosi e meschini alcuni atteggiamenti razzisti che impediscono o rendono difficile a volte, anche le più piccole azioni della vita quotidiana e ottenere il rispetto dei propri diritti civili e sociali. Il numero di chiamate ricevute è significativo della fiducia che, in poco tempo, l’UNAR è riuscita a maturare”.

I casi denunciati sono tanti: c’è l’autista dell’autobus che non apre le porte quando vede alle fermate delle persone di colore; c’è il locale che fa pagare il biglietto d’ingresso solo agli stranieri; c’è il condominio che impedisce ai bambini di una coppia sudamericana di giocare nelle parti comuni del condominio; c’è il caposquadra che insulta ogni mattina il proprio operaio di origine africana; c’è la ragazza che non può fare la commessa in un supermercato perché è “nera”. Storie di piccole violenze e spregevoli pregiudizi che, però, raccontano meglio di qualsiasi studio e spiegano meglio di qualsiasi ricerca cosa è il razzismo e cosa provoca nella vita delle persone. Nel Rapporto sono riportate le numerose iniziative portate aventi dall’UNAR. L’azione dell’UNAR, infatti, si è mossa anche lungo altre direttrici, con una specificità tutta italiana che distingue l’UNAR dagli uffici omologhi degli altri Paesi UE.

Grande importanza è stata data, infatti, alle campagne di sensibilizzazione e di informazione dell’opinione pubblica, alle iniziative nel mondo della scuola, dello sport, delle università, dei mass media. Nel campo della promozione di azioni positive, l’UNAR ha organizzato, in collaborazione con le parti sociali, corsi di formazione rivolti ai rappresentanti sindacali, sulle tematiche della discriminazione razziale nei luoghi di lavoro e, in particolare, è stato stipulato un Protocollo di intesa con le Organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative per un programma di misure di contrasto al razzismo nei luoghi di lavoro. Fondamentale, da ultimo, è stata la creazione di un elenco di più di 100 associazioni, che operano nel campo del contrasto alle discriminazioni razziali, che, grazie all’iscrizione in un Registro istituito presso l’UNAR, hanno ottenuto la legittimazione ad agire in giudizio, in nome, per conto o a sostegno delle vittime di discriminazione, fornendo loro un ulteriore strumento di tutela e di sostegno.

“Sono conscia - conclude il Ministro Prestigiacomo - che c’è ancora tanta strada da fare per raggiungere l’obiettivo della parità di trattamento e della creazione di una società rispettosa delle reciproche diversità, ma sono anche orgogliosa dei risultati raggiunti, che mi convincono di quanto sia stato giusto l’impegno e la passione che io stessa ho profuso per la creazione di questo Ufficio nell’ambito del Ministero per le Pari Opportunità”.

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