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Breve raccondo concettualmente funzionale.

Post n°5 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da jonin
 

Daigo stava perdendo.
La ferita al braccio bruciava ed il sangue, scuro e viscido, continuava ad inzuppare il suo Kumi gi. 
Non riusciva capacitarsi per il gravissimo errore commesso nei confronti del suo avversario: se avesse riconosciuto subito il “mon” della casata Yoshida, l’airone celeste in campo bianco, si sarebbe comportato con maggiore cautela.
Invece si era gettato in avanti spinto da Ka, l’elemento fuoco, che nulla teme e tutto divora. Troppo tardi aveva colto l’Hara del suo avversario, determinato ed implacabile.
Tokkuri sembrava inchiodato al suolo, radicato alla terra come un pino marino e braccia come rami dalla dura corteccia; il “Boshi”, la punta temprata della sua Katana, battezzata “Spirito Salice” dal suo trisavolo, sfiorava la bianca rena del fiume; in guardia bassa e con spirito quieto aveva quindi ricevuto l’assalto spostandosi quasi scivolando verso destra. Mentre Daigo continuava ad avanzare, oramai sbilanciato dall’impeto del colpo, Tokkuri aveva semplicemente spostato la gamba sinistra all’indietro e vibrato un attacco dall’alto sul suo fianco sinistro.
Daigo vestiva la sua Yoroi più bella: l’armatura in bambù indurito col fuoco e cuoio bollito e sagomato era leggera e resistente. Aveva retto bene al colpo ma quando Daigo si era voltato per contrattaccare, Tokkuri aveva ruotato con un semplice movimento del polso la lama verso l’alto ed era riuscito a tagliare tirando. Minimo sforzo, massimo risultato.
Adesso è solo questione di tempo: Daigo appare pallido e smarrito: dentro di sé, forse, ha già perso il confronto. Tokkuri è in attesa, ben piantato sulle gambe, sembra assorbire energia e determinazione direttamente dal suolo. Sembra una montagna circondata dalla bruma, immota e terribile, preludio di tempesta disastrosa e definitiva.
Ma più di tutto, Daigo legge nello sguardo di Tokkuri un elemento che lo trascina verso una disperazione assoluta: sembra quasi che qualcuno abbia strappato al suo avversario qualsiasi parvenza di umanità: sta per affrontare il combattente perfetto, quello che riesce a dare ascolto solamente alla parte animale del proprio essere.
Se vuole vincere, Daigo deve riuscire ad usare il KyoJutsu: fare apparire ciò che non esiste, nascondere quello che è palese.
Compie quindi due passi in avanti ed uno verso destra, con il piede sinistro ad incrociare sul davanti, posizione a clessidra di Kosa Dachi ed improvvisamente rovina al suolo, piegato il Kobuto, elmo dalle lunghe corna, in avanti sul ginocchio destro. La lunga Katana, abbandonata al suolo, è trattenuta debolmente con la mano sinistra. 
Daigo è vinto.
Daigo è pronto a ricevere il suo Karma.
Tokkuri deve solo mietere il suo raccolto, annusa l’aria e l’odore del sangue lo trae in inganno. Vede un avversario in ginocchio, la lunga spada ridotta ad inutile appendice del braccio ferito. Vede un avversario alla sua mercé.
Ma ciò che non vede è la mano destra di Daigo a sfiorare l’impugnatura della wakizashi, la micidiale “compagna”, dono di Hattori Hanzo, che il bisnonno di Daigo battezzò “Loto di sangue”.

Mentre Tokkuri “carica” il colpo definitivo, quello che risolve ogni confronto e porta la vittoria, con Spirito Salice a “bucare le nubi”, Daigo scatta in avanti e si solleva, estraendo nel contempo la wakizashi; taglia in orizzontale, un lampo di luce a colpire nervi, muscoli ed ossa.
Le braccia di Tokkuri non reggono più: Spirito Salice cade a terra ed egli sgrana gli occhi verso un destino che non credeva possibile. Il suo Karma si compie. 
Era scritto: ciò che non vedi con gli occhi può portare la morte, quello che non senti con lo spirito conduce a sconfitta certa.

Maurizio “Jonin”

 
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Stage Nazionale Bujinkan

Post n°4 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da jonin
 
Foto di jonin

Adrian Sensei ci insegna Togakure Ryu Biken Jutsu e Kukishinden Ryu Kumiuchi Yoroi.

Portare un'armatura da 40-60 Kg spalanca le porte di un universo inaspettato. Lo Yoroi (armatura Samurai), ci comunica il modo corretto per portare i colpi, per muovere il corpo e mantenere l'equilibrio e tutto è nuovo. Anche i movimenti più semplici possono diventare incredibilmente complessi. 
Lo Yoroi veniva realizzata con parti in Bambù indurite col fuoco e cuoio bollito a strati sovrapposti. Alcune parti dovevano essere però in metallo, per maggiore protezione oppure in cotta di maglia. 

 
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