NOI PER VOI

QUANTI SE LO SONO RICORDATO ?


Ho conosciuto i Nocs e mi sono riconciliato con l'umanità». Non c'è sicuramente miglior dedica agli uomini del Nucleo operativo centrale di sicurezza della Polizia di Stato. Le parole sono state pronunciate da Dante Belardinelli, l'imprenditore fiorentino liberato dopo oltre due mesi di prigionia dai poliziotti «invisibili».
Belardinelli è solo uno dei tanti che devono la libertà e la vita a questi ragazzoni, silenziosi e severi quando sono in azione, scanzonati e gioviali quando sono liberi dal servizio. Vite clandestine di agenti che scelgono la specialità più difficile, rischiosa e soprattutto che li costringe a mettere da parte il loro privato. Uomini con famiglia a mezzo servizio. «Moglie e figli sono arruolati come noi», scherza uno di loro a spiegare come prima viene il Nucleo poi tutto il resto. Senza retorica e con qualche amarezza perchè i tanti sacrifici e la loro alta professionalità invidiata e stimata dai corpi speciali di tante altre nazioni in testa gli Yamam israeliani, non riceve il dovuto riconoscimento economico al pari dei corpi speciali delle altre forze dell'ordine.Un cruccio e un impegno che il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli ha preso sulle sue spalle come un problema di primaria importanza. Ma oggi non c'è posto per l'amarezza, il Nocs festeggia i suoi trent'anni. Sei lustri durante i quali, in silenzio e spesso senza apparire, come il loro motto: «silenziosi come la notte», hanno catturato 237 criminali, di cui 39 sequestratori liberando numerosi ostaggi. Glorioso il palmares del Nocs: una medaglia d'oro alla memoria di Samuele Donatoni, ucciso durante un'operazione anti sequestro; 26 medaglie d'argento, 12 da parte del congresso degli Stati Uniti per la liberazione del generale Dozier, 5 medaglie di bronzo. E ancora 53 promozioni per meriti speciali.Il Nocs prende vita dopo un tirocinio burocratico nella primavera del 1978. L'Italia è nel pieno degli Anni di piombo, il terrorismo di matrice palestinese ha messo a segno gravi attentati sul nostro territorio e così nasce l'esigenza di dotarsi di un reparto di alta specializzazione al pari delle teste di cuoio delle altre polizie europee. Il Nucleo diventò subito un gruppo d'élite. Addestramento duro ma soprattutto uno spirito di corpo che cementa il reparto e lo fa muovere come un uomo solo. Non passa molto tempo quando il Nocs esce allo scoperto e coglie il suo primo successo.È l'inverno del 1981 e le Brigate Rosse dopo il sequestro Moro mettono a segno un altro colpo grosso: rapiscono a Verona il generale americano James Lee Dozier. L'allora capo dell'anti terrorismo Umberto Improta attiva subito il Nucleo ma la soluzione è lontana. In quei giorni Improta e i poliziotti del Nocs fanno irruzione in decine di case. Non mancano episodi quasi tragicomici come quella volta che seminano il panico in un residence pieno di prostitute e trasformato in un bordello.Poi grazie alla cattura di un fiancheggiatore le indagini prendono il giusto verso. L'uomo indica la prigione di Dozier: via Pindemonte 2 al secondo piano a Padova. Maurizio Genolini, indimenticato e indimenticabile primo comandante del Nocs si prepara al blitz. Alle undici del mattino gli uomini in blu, ma alcuni sono in borghese sfondano la porta dell'appartamento. Il brigatista Antonio Savasta è in mutande e finisce faccia sul pavimento «Continuava a gridare "Vi dico tutto.Non fatemi male"», ricorda uno del Nocs. In fondo all'appartamento Emilia Libera e Cesare Di Leonardo si arrendono senza opporre resistenza. La liberazione vera e propria del generale però si fa complicata. Un brigatista puntava la pistola alla testa del prigioniero. Un attimo e i due poliziotti del Nocs lo disarmano e liberano Dozier. Ma questi non è convinto che siano poliziotti così scalcia e tenta di liberarsi. I liberatori presero di peso il generale e ancora scalzo lo portarono in questura.Il terrorismo sfuma la sua stagione di sangue e il Nocs scende sempre più spesso in campo nella lotta ai sequestri persona e alla criminalità organizzata. Pronti a muoversi in due ore, tutti operativi in 24 ore, gli uomini in blu diventano uno strumento determinante in molte operazioni di polizia. I Nocs tornano alla ribalta nell'agosto del 1987 quando Mario Tuti si mette a capo di una rivolta nel carcere di Porta Azzurro.I Nocs, appostati sul tetto del carcere, per giorni sorveglieranno le mosse dei rivoltosi, pronti a fare irruzione. Era consuetudine incontrarli, con le loro tute blu e il mefisto (il passamontagna ndr) al bar del porto dove soprattutto all'alba facevano il pieno con bombe alla crema appena sfornate. Un cedimento alla gola prima di tornare a sdraiarsi sulle scomode tegole del tetto del penitenziario. Il loro intervento fu solo di copertura. Mario Tuti si arrese e loro recuperarono gli ostaggi.Quelli erano anni di sequestri di persona: un crimine che non risparmiava neppure i bambini. Al Nocs devono la loro libertà Augusto De Megni, rapito in Umbria e liberato a Volterra e il piccolo Farouk Kassam sequestrato in Sardegna. L'operazione più spettacolare fu però la liberazione di Dante Belardinelli sulle montagne della Maremma in una zona impervia dove una squadra del Nocs si calò dall'elicottero. Un'altra squadra con i funzionari della squadra mobile di Roma, tra loro Nicola Cavaliere e Rodolfo Ronconi, si avvicinò da terra.L'imprenditore fiorentino fu talmente grato ai suoi liberatori che li ringraziò definendoli «Uomini d'acciaio». Durante le fasi del sequestro i Nocs furono protagonisti di un violento conflitto a fuoco sulla bretella austostradale Fiano-San Cesareo. Il sovrintendente Augusto Silvestro rimase gravemente ferito. Per mesi tra la vita e la morte. Fu operato più volte all'estero sempre seguito dai suoi colleghi e oggi, quel giovane ormai uomo è tornato come istruttore al Nucleo. Con l'orgoglio e la passione di sempre.Ancora blitz per liberare ostaggi e catturare latitanti. E non mancano crisi internazionali. Un notte dell'agosto 1992 scatta l'allarme per un dirottamento aereo. Un Boeing della Ethiopian Airlines atterra a Ciampino. Sono le due di notte del 30 agosto. Trascorre mezz'ora ed arriva il capo della Polizia dell'epoca, Vincenzo Parisi. A ruota ecco i fuoristrada con i vetri oscurati del Nocs. Inguainati nelle tute blu scendono le teste di cuoio. Come sempre il comandante è con loro. In prima linea con i suoi ragazzi.Fu un'azione esemplare, senza sparare un colpo. I quattro dirottatori appena li videro apparire come dal nulla dentro il velivolo lasciarono in terra pistole e bombe a mano. Il mondo sembrò crollare addosso al Nucleo la sera del 17 ottobre 1997. Durante il sequestro Soffiantini i magistrati bresciani ordinarono alla polizia di organizzare un blitz per catturare i sequestratori. E così entrò in azione il Nocs, L'ispettore Samuele Donatoni si sostituì all'emissario della famiglia ma il blitz venne scoperto dai sequestratori che iniziarono a sparare contro gli agenti. A Riofreddo, a 40 km da Roma, nel conflitto a fuoco, Donatoni venne colpito ed ucciso.Due giorni dopo quattro membri della banda vennero catturati dal Nocs sull'autostrada Roma-L'Aquila. Fu un operazione drammatica. Il nucleo intercettò l'auto dei banditi e la bloccò in un tunnel dell'autostrada usando bombe flash e rispondendo la fuoco dei criminali. Un inferno di luce e spari. Da lì a qualche giorno, grazie a questi arresti, Soffiantini tornò libero. Ultima in ordine di tempo la cattura di Osman Hussain, il terrorista islamico che faceva parte delal cellula che colpì Londra nel luglio 2005. «Sfondammo la porta con il cuore in gola - racconta il comandante Paolo Groppuzzo - c'era il rischio che poteva farsi esplodere invece lo trovammo genuflesso che pregava».Oltre diecimila missioni all'attivo, tutte al limite. Ma il Nocs si occupa ormai da tempo anche della protezione di personalità istituzionali ad alto rischio. Senza la loro tuta blu, a fatica, tengono i loro muscoli superallenati dentro le giacche sartoriali. Auricolare e Beretta, vegliano sui capi di Stato esteri in visita in Italia e ne seguono anche le loro stravaganze. Ed eccoli seguire e fare da ciceroni a Moshe Katsav, l'ex presidente d'Israele, che a notte fonda decise di lasciare il Quirinale per vedere in tutta tranquillità Fontana di Trevi. E il Nocs che ha garantito lo shopping blindato di Laura Bush in centro o le gite in barca con l'israeliano Peres sul lago di Como. Sempre in silenzio. Come la notte.