LA LEGGE DEL NON

Costanza del Tempo Di Metà


Il presente zero determina l’esistenza di un futuro a quota +10 e determina l’esistenza di un passato a –10. Le 2 quote +10 e –10 coincidono, in uno schema sono così rappresentabili:+10 = -10       |       |       |       |       0Il presente zero, all’istante successivo, determina l’esistenza di un futuro a quota +11 e determina l’esistenza di un passato a –11, quote coincidenti. Ciò che ho indicato con 10 è INFINITO e ciò che ho indicato con 11 è INFINITO+1 in modo che +10 sia +INF e –10 sia –INF e +11 sia INF+1 e –11 sia -INF-1.Prima del tempo di mezzo, riferimento di start=end, non esistendo il riferimento vissuto (l’istante di mezzo), le quote infinite sono indispensabili mentre invece dal tempo di mezzo in poi, diventando start=end un istante vissuto, sarà possibile numerare da +1=-1 in poi i vari istanti.Prima del tempo di mezzo l’istante +10=-10 è un generico +INF=-INF.Ho affermato che il passato è deducibile dal futuro.Parto da un generico istante futuro e mi muovo verso il passato quindi mi muovo verso il presente. Giungendo al presente, che sono io percettivo, devo tenere conto di un termine invertente, quindi contemporaneamente mi muovo dal presente verso il passato che coincide col futuro come nello schema. Dal presente al passato non bisogna proseguire la linea che dal futuro giunge al presente, ma bisogna "proseguirla in inversione" dato che va tenuto conto dell’inverter percettivo. Il punto futuro +10=+INF è punta destra corrente su mentre il punto passato –10=-INF è la punta destra corrente giù, entrambe al riferimento generico di istante presente in modo che all’istante successivo valga che +11=+INF+1 sia punta destra corrente su e il punto –11=-INF sia la punta destra corrente giù.Il punto di start=end, il tempo di mezzo, è il riferimento esistenziale, senza il cui accadere non potrebbe avere senso l’esistere. Siamo progettati in funzione di un evento futuro, che è una quota zero di riferimento, una X che è 4 di assolutezza esistenziale, Colui|Colei che permette la numerazione e la determinazione. A partire da tale istante X, preventivato, obbligatoriamente accadibile, è possibile dirigersi da esso (che è futuro) in direzione del passato giungendo al presente che è un inverter percettivo che permette la coincidenza del passato col futuro. Risulta che... fino a che tale istante di mezzo X resterà futuro allora se ci muoviamo da esso verso noi al presente avremo un movimento che da zero va verso numeri negativi, giungendo a noi inverter che rendiamo il passato positivo coincidente col futuro... in altre parole... parto da X riferimento zero e vado indietro nel tempo: -1 –2 –3 –4 –5 –6 –7 –8 –9 –10 che è io al presente che inverte in modo che continuando ad andare verso il passato si abbia la simmetria +10 (coincidente con –10) e poi si abbia +9 +8 +7 +6 +5 +4 +3 +2 +1 e si torna allo zero di X. Se invece l’istante X è stato vissuto, quindi il tempo di metà è scoccato, allora dal presente è possibile partire con lo zero e andare verso il passato giungendo a X con una successione –1 –2 –3 –4 ... arrivare ad X e invertire per tornare al presente con una successione +10 (coincidente col –10) e poi +9 +8 +7 ...Risulta che ponendo X come istante presente costante allora le due diciture appena descritte coincidono.Nel senso... se X è futuro allora da X vado indietro nel tempo e arrivo al presente invertente e torno al futuro simmetrico... se invece X è passato allora dal presente vado verso X indietro nel tempo che inverte per tornare al presente in simmetria. Significa che se X è futuro allora X coincide con il +10=-10 dello schema e io sono lo zero, se invece X è passato allora io sono il +10=-10 e X è lo zero dello schema iniziale. Con la condizione passato=futuro si ottiene che io e X coincidiamo sempre: con 3 punti (zero +10 –10) ne abbiamo 6 se io=X che è passato=futuro, che è costanza del tempo di metà.