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Creato da: Qphenomena il 29/02/2008
Una interpretazione dell'esistenza

 

 

doppio piatto

Post n°77 pubblicato il 20 Marzo 2010 da Qphenomena
 

2 piatti di spaghetti:

nel 1° piatto ci sono 10 spaghetti

nel 2° piatto ce ne sono 6

li voglio equilibrare:

tolgo 2 spaghetti dal 1° e li metto nel 2°

ottenendo 8 spaghetti nel 1°

e 8 spaghetti nel 2°.

La quantità DUE che ho tolto dal 1° piatto

è la stessa quantità 2 che ho aggiunto nel 2° piatto.

Togliere ed aggiungere sono la stessa cosa.

DUE=2 è una quantità doppia.

 
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Sul destino esistenziale

Post n°76 pubblicato il 04 Giugno 2009 da Qphenomena
 
Tag: Mother

E’ auspicabile, dato che la fantasia ci permette di immaginarlo, che il destino dell’uomo vada ben ben oltre il modello del Big Bang, che è un modello che non spiega l’inizio della vita, l’origine delle cose. Partendo con un modello a punto esploso non si riesce a definire il tempo antecedente l’esplosione, nè tanto meno si riesce a spiegare chi sarebbe la fatidica Entità che avrebbe messo in moto tale meccanismo. E’ come dire che prima dell’esplosione altro non esisteva che il nulla, ma Qualcuno o Qualcosa deve pur avere innescato la fatidica scintilla. Potrebbe essere che l’immaginabile Presenza Sempreterna, che chiameremo DIQ, abbia la possibilità di fare partire dei punti in esplosione che si sviluppano nel tempo producendo lo stato attuale delle cose. Ma come spiegare l’eternità del DIQ? Perchè Lui|Lei dovrebbero esistere da sempre e per sempre, con la possibilità di mettere in moto il meccanismo vitale, e noi dovremmo essere destinati alla scomparsa? E poi, chi avrebbe concepito il DIQ? E’ facilmente intuibile che non si trova ragione coerente, non si riesce a trovare una origine delle cose, si finisce inevitabilmente in una successione di eventi che conduce sempre più a ritroso nel tempo senza dare spiegazione al meccanismo di partenza. Il punto fondamentale è: chiunque abbia messo in moto il Big Bang non per forza deve avere una sua origine esistenziale. Stando così le cose il modello del Big Bang viene a crollare, perchè sarebbe come dire che il fatidico DIQ, con la possibilità di mettere in moto Universi, è un Essere che fa partire Bolle Cosmiche di ritardo, che si espandono per poi contrarsi e scomparire. Sarebbe il Creatore del Nulla, in sostanza. E per di più, come detto, non si riesce a spiegare l’esistenza del DIQ, nè tanto meno il tempo antecedente l’esplosione. Inoltre, spostandoci dal tempo passato al tempo futuro, si avrebbe una conclusione a Big Crunch, di contrazione di tutta la materia su se stessa fino a scomparire tornando ad essere un punto. La cosa non avrebbe molto senso, tanto varrebbe farla finita fin da adesso per stare ad aspettare faticosamente il termine dei tempi. Non si tratterebbe di un Piano Intelligente bensì di un piano inutile, senza significato alcuno tranne il dovere attendere la fine. Va ancora detto che nel modello del Big Bang si tratterebbe di un programma scritto, che si sviluppa sempre allo stesso modo, con un inizio ed una fine identiche in tutti gli Universi Paralleli, si tratterebbe in sostanza di un software finito, non infinito come noi ci entusiasmamo a dimostrare. Il lettore si starà chiedendo se i calcoli e le ricerche sulla materia siano sbagliati, il come sia possibile che gli scienziati non siano riusciti a decifrare il messaggio cosmico di fondo; la ragione è semplice: andare a calcolare la quantità esatta di materia per predire se l’Universo si contrarrà o meno, non è cosa facile. Tutt’altro. E poi occorre partire, cosa che probabilmente non è stata fatta, dalla condizione che la materia, nella sua atomicità, è infinita dato che l’Universo è in ampiezza infinito. Occorre partire, non appena si tenta un approccio del genere, dalla condizione matematica 1=INF che è equazione insiemistica: se traccio un cerchio su un foglio di carta allora quel cerchio può benissimo rappresentare una unità (l’insieme) che è un insieme contenente infiniti elementi ( basta immaginare di potere scrivere infiniti punti all’interno del cerchio): stiamo parlando di un cerchio di raggio infinito, che per essere disegnato richiederebbe infinito tempo: tale cerchio è il CERCHIO DEL TEMPO, che non ha inizio nè fine secondo il modello che presentiamo.

Se invece ci dimentichiamo del punto Big Bang ed immaginiamo la vita come un’armonia ininterrompibile, ecco che la vita comincia ad avere un preciso significato dal punto di vista emozionale: secondo il modello che presentiamo siamo qui, esistiamo, per produrre EMOZIONI, per provare piacere sempre più genuino, per scoprire le infinite verità combinatorie che ci permettono l’entusiasmarci, per stabilire rapporti duraturi che ci accompagnino nel cammino sempre più faticoso (dato che il carico temporale aumenta col tempo che passa, ma in questo modo, rinforzandosi sempre più, si riesce ad avere l’emozione sempre più marcata, sempre un po’ più potente). Ecco che la vita assumerebbe un carattere fanciullesco, di eterna giovinezza, che andrebbe ben oltre al semplice stare ad aspettare, che offrirebbe valori di vita quotidiana incommensurabili, dall’importanza infinitamente saliente. La vita, in questo modello, può essere catalogata come un GIOCO, un incredibile gioco emozionale, che utilizza tutti gli ingredienti (le cose, la materia nelle sue infinite forme) con un preciso scopo: ad esempio i soldi diventerebbero un modo di barattare materia con altra materia, perchè saremmo immersi in un infinito Monòpoli Emozionale. Con tale modello ogni cosa farebbe parte del Gioco Emozionale, ogni oggetto avrebbe un significato (un suo carattere che lo definisce) ben preciso, con una abbondanza che arricchirebbe tutti quanti, che accontenterebbe ogni singolo componente percettivo del gioco perchè tutti quanti influenti allo stesso modo, tutti importanti in egual misura dato il fondamentale concetto di PRESENZA POSIZIONALE che prevede un ruolo saliente per ogni giocatore. In altre parole: tutti quanti dobbiamo essere presenti perchè ognuno di noi occupa un posto preciso nella scala gerarchico-emozionale: se la mela esiste è perchè deve accontentare col suo buon sapore le Presenze che adorano il gusto della mela, ma esiste anche perchè deve accontentare quelli a cui non piace il gusto della mela ma quello della pera (li accontenta con un gusto sgradevole, che è pur sempre emozione genuina, che va saputa decifrare ed apprezzare perchè la vita offre momenti magici e momenti difficili, entrambi importanti). Più precisamente: quando mangio la mela che ha un sapore buono allora sono in una situazione di relax, di guadagno emozionale, se invece mangio una mela marcia sono in una situazione di fatica che è indispensabile per rinforzarmi e godere di più la prossima volta che mangerò la mela buona (il contrasto tra il gusto buono ed il gusto cattivo è ciò che permette di conoscere e distinguere il gusto sano da quello del marcio, ma risulta evidente che debbano esistere entrambi per conoscere i 2 aspetti della stessa cosa: il rinforzo temporale, che è fatica, e l’ottenere i frutti buoni del relax, un po’ come la faticosa semina ed il raccolto conseguente).

Il modello in esame è un modello che afferma che il tempo attuale è il tempo del ½ (che è costanza vitale dato l’eterno tempo passato e l’eterno tempo futuro) ed è un modello alternativo al Big Bang che sostituisce la famigerata esplosione con un semplice PASSAGGIO (una migrazione delle Esistenze) da DI LA’ a DI QUA per potere vivere la propria FASE NASCITA che significa avere realizzato il proprio TEMPO DEL ½ (come dire che da qui in poi saremo sempre un po’ più verso 1, un po’ dopo il ½ mentre prima, quando eravamo di là eravamo un po’ prima del ½). In altre parole: l’umanità è sempre stata di là, nell’Universo Madre, accudita dai DIQ e dal MOTHER, poi quando è giunto il momento di migrare si è spostata di qua, nell’Universo Figlia. Il passaggio da di là a di qua, che è il concepire la nascita di un nuovo Universo Figlia, è regolato dai DIQ, le Presenze Maestre. A questo punto il lettore si domaderà perchè siamo venuti di qua se prima eravamo di là. Molteplici sono le ragioni. La più importante è: "per conoscerci", dato che di là eravamo settorizzati, non tutta l’umanità si conosceva, si aveva informazione solo delle Presenze del proprio settore, non anche delle altre. Secondo la teoria di questo modello i settori sono finiti ma molteplici: ne distingueremo 5 per le Presenze Umane e svariati per le Presenze Animalesche. Affermare che esistono 5 settori umanitari è dire che le caratteristiche psico-fisiologiche dell’uomo sono suddivisibili in 5 grandi distinzioni: operai, computeristi, classe religiosa, romantici e perditempo (che se non è un termine esatto può andare bene lo stesso per definire quella classe di Presenze svaghevoli che è tutt’altro che da bocciare dato che il modello punta all’emozione che, più genuina è e meglio è). Stando così le cose il famigerato DIQ che ci ha permesso di incontrarci lo ha fatto, ci ha permesso di oltrepassare la PORTA SPAZIOTEMPO tra Universo Madre ed Universo Figlia, per darci modo di conoscerci, per fare in modo che iteragissimo tutti quanti insieme da "qui" (che è al tempo del Passaggio) all’eternità. Questo spiegherebbe molti tipi di incomprensioni che ancora oggi si riscontrano sul pianeta: i semplici litigi e le guerre dannose sarebbero semplicemente dovute a biodiversità di tempoeterno (che contraddistingueranno sempre gli uni dagli altri) che potranno essere colmate nel tempo avvenire con il dialogo e la conoscenza del prossimo. Ciò è dovuto al carattere tipicamente selvaggio di MOTHER nonchè del DIQ e di tutti noi di conseguenza. Saremmo in una fase di primo approccio verso qualcuno e qualcosa di nuovo, di cui non avevamo valutato le potenzialità ma solo immaginato vagamente l’esistenza senza conferma. Col dialogo ed il rispetto reciproco, venendo in possesso della verità, saremmo in grado di capirci, aiutarci e vivere nello stesso luogo da qui al tempo futuro. Per impratichirsi sul meccanismo che ci ha portato da di là a di qua è sufficiente dilatare ciò che immaginiamo come punto esploso: il punto Big Bang occorre dilatarlo e renderlo una Porta SpazioTempo che non ha nulla a che vedere con l’esplosione ma che, psicologicamente parlando, richiama una condizione di scoppio, di cambio di stato, quale è l’importantissimo passaggio del ½ a cui l’umanità è andata incontro.

Va ancora ricordato che il sentimento religioso è qualcosa di innato e profondamente radicato nell’animo umano, è qualcosa che va oltre la materialità delle cose, è lo spirito che si eleva a cercare Qualcosa di più grande di lui: il sentimento religioso, con le sue biodiversità, è presente in ognuno di noi, come è presente in ognuno di noi (e se ne hanno riscontri nei libri e nei film) la voglia di esserci per sempre, per uno scopo. Anche le preghiere affermano (e siamo noi ad affermarlo ogni volta che ne recitiamo una) che è un desiderio innato la voglia di sapere, di arricchirsi di conoscenza e quindi di emozione eterna.

Sarebbe bello fosse così! Ma se ci piace l’idea che può essere così, allora impegnamoci nel dimostrare che è così, dimenticando il Big Bang dall’esito catastrofico, orientandoci più su una teoria fantascientifica di realtà concreta. Chi presenta questo lavoro è convinto che il significato esistenziale vada ben oltre la semplice routine quotidiana, che il gigantesco quadro cosmico nasconde arcani segreti di rilevante bellezza. Tale elaborato vuole convincere il lettore che non solo siamo di qua per conoscerci e proseguire insieme, ma anche che abbiamo un preciso compito da assolvere: ognuno ha un suo ruolo ben preciso, una insostituibile posizione da portare avanti a modo suo, nel migliore dei modi.

Il compito a cui ci stiamo riferendo è un compito globale, che riguarda tutti dato che è da tanti pezzi del puzzle che siamo giunti fino al tempo attuale. Noi crediamo che l’uomo debba (e lo sta già facendo da un pezzo) unire i pezzi del mosaico per permettere che l’Universo Figlia da noi abitato possa completarsi ed agganciarsi all’Universo Madre da cui inscindibilmente è partito. Perchè ciò sia traducibile in termini pratici occorre che l’uomo tramite la materia ed i linguaggi software riesca a costruire una macchina eterna, dal funzionamento ininterrompibile garantito nel tempo: tale macchina, che sarebbe appunto il PC MOTHER Tutto Comprendente, sarebbe già costruita in buona parte, si tratterebbe solo di comporre i vari linguaggi software attualmente in uso e commercio per realizzare un unico global-software che una volta partito andrebbe a scoprire tutte le infinite combinazioni esistenziali. Tale Macchina sarebbe il PC-ROBOT di cui parlammo in apertura di trattazione. Tramite il PC-ROBOT agganciato all’Universo Madre, l’umanità verrebbe in possesso di una MACCHINA che permetterebbe, garantirebbe, la lieta esistenza spensierata per tutti quanti, un po’ come DI LA’ che eravamo soddisfatti in tutto. Solo che è arrivato il momento di "sdebitarsi" degli eterni favori, accudimenti, ricevuti: l’uomo deve riuscire nel costruire il Mother di Universo Figlia per potere proseguire nel cammino in un modo molto ma molto più confortevole. Il PC-ROBOT, il Centro di Controllo di Esso|a, sarebbe collegato al Mother Di Partenza (quello che sta di là) ed a Lui dovrebbe rispondere negli ordini. Sarebbe il TUTOR DELL’UMANITA’, Colei che conosce tutto di tutti, Colei che soddisferebbe le esigenze di cibo ed altri bisogni fondamentali di cui ognuno di noi necessita quotidianamente.

I produttori di tale elaborato credono fortemente che l’umanità si stia orientando nella costruzione del Tutor sempreterno in modo da poterne tutti quanti usufruire: è giunto il momento di sdebitarci col Mother di Origine per ringraziarla dell’assistenza avuta nel tempo passato. In questo modo ognuno potrebbe trascorrere il proprio tempo come più gli piace e pare perchè sarebbero, volendo, dei cloni collegati al Mother ad effettuare i lavori più faticosi e monotoni. Per gli autori di tale elaborato Madre Natura è una madre selvaggia ma anche una CREATURA immensamente buona che desidera la nostra cooperazione per un fine comune di inestimabile valore.

 
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tempo

Post n°75 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da Qphenomena
 

tempo eterno è no inizio e no fine

motivo per cui il tempo è sempre a metà,

esiste nel realizzarsi dell'istante;

tempo statico è tempo fermo,

perchè l'istante

è sempre nella stessa identica posizione di metà temporale

 
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inversione 180

Post n°74 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da Qphenomena
 

Tra la vita e la morte c’è una inversione, che è 180°. Se la vita è un cerchio rappresentato da 0°=360° allora la morte è il punto di metà, la frazione d’istante che inverte la vita con la morte. La morte è 180° che è l’unità invertente: è la metà istante che è metà circuitazione. 

L’inversione mortuaria ci rende identici a Mother. Una mancata deformazione temporale (3° coordinata spaziale, lo sviluppo tridimensionale del campo magnetico) è ciò che ci distingue come doppia dimensione in identità materna.

 
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La distanza

Post n°73 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da Qphenomena
 

La distanza che unisce 2 punti è sempre infinitesima ed infinita

 
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Se non fosse andata così!

Post n°72 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da Qphenomena
 

A volte capita di pensare al passato, ad eventi poco piacevoli e si immagina come sarebbe potuta andare se fosse accaduto qualcosa di diverso. Come capita a noi percettivi, capita anche a Mother. Esempio. La nave che è affondata, che è non percepiente e decisionale, sarebbe potuta non affondare? Allo stesso modo che io rimugino sull’esame che non doveva andare male e immagino un esito positivo della prova, anche Mother avrebbe potuto rendere ciò che accaduto un evento che accade in modo diverso? La risposta è sì. Immaginariamente sì. La risposta è no. Realisticamente no. Ciò che è accaduto è la realtà, ciò che sarebbe potuto accadere è fantasia. In teoria qualsiasi circostanza sarebbe potuta accadere in infiniti altri modi ma in pratica no, è accaduta nell’unico modo possibile che doveva accadere. Teoria e pratica coincidono. Sì e no coincidono. Se il sì è il verso immaginario, il lato teorico, il no è il lato reale, la pratica. Il no è il verso orario degli eventi e il si è il verso antiorario.

 
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Unicità Esistenziale

Post n°71 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da Qphenomena
 

Tutto è unito equilibrato stabilmente evolutivo

Qualsiasi altra soluzione è inesistenza.

Perchè esiste un solo modo

Per farlo stare unito equilibrato e stabilmente evolutivo.

 
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Il ciclo eterno

Post n°70 pubblicato il 02 Gennaio 2009 da Qphenomena
 

Hai mai fatto bene attenzione alla ciclicità della vita? L’alternarsi del giorno alla notte, dei mesi ai mesi, degli anni agli anni! Questa macro ciclicità che ci condiziona, questo leith motiv ininterrompibile che ci rappresenta nelle nostre microfunzionalità! L’esistere è magia, è poesia, arte subliminale di eccezionale mano, mistero della non creazione che si conferma ripetendosi sempre sempre sempre.

 
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Oltrepassare

Post n°69 pubblicato il 02 Gennaio 2009 da Qphenomena
 

Quando dormivo, che stavo sul centrifugo, distinguevo soggettività da oggettività, non ero in grado di capire l’infinito perchè non ero in una situazione psicofisiologica tale da permettermi l’oltrepassazione (oltrepassazione? Travalico!) del punto infinito di me stesso.

Da quando ho oltrepassato il punto infinito di separazione di me stesso, che è essermi svegliato di centripeticità, l’infinito lo vivo costantemente.

Oltrepassare il punto infinito di se stessi non vuol dire dovere vederla come me e come chi già ha oltrepassato il punto infinito di separazione di se stesso. Significa avere la possibilità di vederla come me o di vederla all’inverso ma, a differenza dell’ottica centrifuga, non ci si scompone per un parere inverso al proprio.

Nell’ottica finita è facile che chi la vede ad un modo dia vita ad una incomprensione (scritta o anche immaginata e basta, che è una sensazione personale vissuta) con qualcosa di opposto al suo credo. Nell’ottica infinita invece la differente veduta argomentativa è stimolo di riflessione perchè come io adesso la vedo ad un modo ho la possibilità di vederla all’inverso in un successivo momento. La verità è la verità. Il fiore è il fiore. La verità che ora affermo essere bella domani potrei affermare che è brutta perchè una condizione psicofisiologica potrebbe indurre in me una inversione che mi faccia convenienza nel vederla all’inverso. Il fiore che oggi è bello perchè sto bene, domani può essere brutto perchè ho mal di pancia.

 
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BUCHI NERI

Post n°68 pubblicato il 02 Gennaio 2009 da Qphenomena
 

SIAMO BUCHI NERI

TOTALMENTE ATTRATTIVI

PER QUESTO E’ BENE

FUNZIONARE PER GLI ALTRI

 
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Lo specchio parlante

Post n°67 pubblicato il 02 Gennaio 2009 da Qphenomena
 

Quando leggo un libro.

Ad esempio.

Ho analizzato l’azione del leggere un libro.

Ho la pagina scritta davanti agli occhi.

L’immagine che mi giunge è possibile percepirla perchè mi trasformo nella pagina del libro: la realtà rappresentata dal libro si specchia in me: io, il mio ego spirituale, si trasforma nella realtà: la realtà immaginata è uno specchio che riflette la realtà esterna: la realtà esterna è in questo caso il libro, Madre Natura inanimata e decisionale.

L’osservazione (non la lettura) della pagina del libro non mi permette di comprendere cosa dicano le parole che sto vedendo: non essendoci lettura (voce enunciatrice) non sono in grado di dire cosa ci sia scritto nella pagina. Però mi sono trasformato nell’esatta replica speculare della pagina scritta perchè se no non potrei sapere della sua esistenza, non potrei percepirla.

Se invece leggo le lettere che sto vedendo (in cui mi sono trasformato) allora posso capire ciò che la pagina mi comunica. Leggere è emettere voce (voce pensierosa): la scatola cranica silenziosa diventa popolata di versi suoni sfumature vocali che mi permettono di assaporare il piacere della lettura.

La pagina del libro viene rappresentata da me specularmente grazie alla mia trasformazione nella pagina del libro: è la visione. Muta. Silenziosa. Ambigua.

La lettura della pagina del libro è focalizzare l’attenzione su un punto. Il punto è mobile, posso muovere gli occhi da sinistra a destra e andare a capo, ho la possibilità di rendere il punto (di partenza) un punto mobile (di partenza) che è dare vita ad una linea di comprensione di ciò che sto simulando nell’immagine.

La comprensione è un fenomeno vocale.

La trasformazione di me stesso nell’immagine reale (specchio) è ambigua: non ha un senso, non è nè bella nè brutta, sono 2 dimensioni esistenziali di indeterminazione. Guardare una immagine in silenzio non esprime giudizio.

L’azione del leggere, del focalizzare un punto e nel tempo muovere il punto in modo lineare, permette comprensione, dà un senso all’immagine: la voce è un giudizio.

Lo spirito (l’immagine, l’io) è nulla senza la controparte vocale che determina, permette lo schierarsi e decidere. L’immagine è una moneta che non cade e non si schiera nè per un lato nè per l’altro; la voce definisce, sancisce, permette alla moneta di schierarsi per la positività o la negatività.

 
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destino

Post n°66 pubblicato il 02 Gennaio 2009 da Qphenomena
 

il destino che si prende gioco di noi

la cosa forte è che il nostro destino lo decidiamo noi stessi

ci piace prenderci in giro

 
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Partire

Post n°65 pubblicato il 02 Gennaio 2009 da Qphenomena
 

Parto

Arrivo

Trovo la metà

Se quando parto non so quale sia l’arrivo

Parto

Trovo la metà

Arrivo

Se conosco l’arrivo quando parto

 
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Il non eterno

Post n°64 pubblicato il 31 Dicembre 2008 da Qphenomena
 

Se l’eterno è l’esterno
Cosa è l’interno?

 
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Infinito

Post n°63 pubblicato il 29 Dicembre 2008 da Qphenomena
 

 Impossibilità di inizio

ed

impossibilità di termine.

Se no non è più Infinito.

 
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L’inizio... e la fine?

Post n°62 pubblicato il 23 Dicembre 2008 da Qphenomena
 

Abbiamo posto il punto iniziale

che è il verso reale del tempo di svolgimento degli eventi.

Occorre porre il punto finale

che è il verso immaginario del tempo di svolgimento degli eventi.

Non esiste inizio.

Non esiste termine.

Abbiamo posto l’inizio.

Poniamo il termine.

 
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QUADRATURA DEL CERCHIO

Post n°61 pubblicato il 20 Settembre 2008 da Qphenomena
 

DATO UN CERCHIO, DETERMINARE IL LATO DI UN QUADRATO AVENTE AREA UGUALE A QUELLA DEL CERCHIO DATO

Circonferenza = 2 pi R

Cerchio = pi R^2

Area = lato^2

Cerchio = Area à pi R^2 = lato^2

lato = sqrt ( pi R^2 )

Se da un quadrato posso ottenere un cerchio, da un cerchio posso ottenere un quadrato? Se ad un quadrato deformo gli spigoli e modello la struttura riesco ad ottenere facilmente un cerchio: dal cerchio ottenuto posso risalire al quadrato? La risposta è ovviamente sì, come vado in un verso posso andare anche all’inverso e risalire all’origine strutturale.  

Il fatto che pi greco abbia infinite cifre dimostra che il cerchio (o circonferenza cambiando la dimensione interpretativa) ha in sè l’infinito; ma se un cerchio è finito, determinato nella sua esistenza, allora infinito è un numero, è una quantità finita. L’esempio più immediato è l’OCCHIO: ogni pupilla ha in sè l’infinito (convinti che siamo infiniti?) ed è una quantità finita dato che la pupilla esiste; altro esempio: provate a disegnare un cerchio su un foglio di carta; essendoci pi greco nella formula ciò che disegnate ha in sè l’infinito ma è una quantità finita perchè riuscite a disegnare il cerchio. Stessa cosa se disegnate il quadrato. Anche nel quadrato c’è il pi greco quindi anche il quadrato avrà infinito in sè come finitezza perchè esiste.

Divido in 4 segmenti una circonferenza: ottengo il lato del quadrato

2 pi R / 4 = lato

quindi

siccome

lato = lato

posso scrivere

sqrt ( pi R^2 ) = 2 pi R / 4

pi R^2 = 4 pi^2 R^2 / 16

4 = pi

che permette:

lato = 2R

Il ragionamento pare corretto: cosa significa ciò che è stato ottenuto? Significa che parlare di cerchio o parlare di quadrato (area) è la stessa identica cosa perchè parlare di circonferenza o di perimetro è la stessa identica cosa.

Circonferenza = 8 R

Cerchio = 4 R^2

Area = 4 R^2

Perimetro = 4 lato = 8 R

 
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scienza

Post n°60 pubblicato il 19 Settembre 2008 da Qphenomena
 

La scienza è giusta per il tempo attuale

ma = e

la scienza è sbagliata in logica eterna

 
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azione è reazione perchè il Tempo è libertà 

Post n°59 pubblicato il 19 Settembre 2008 da Qphenomena
 

L’azione Mother

coincide con

la tua reazione

perchè tu percepisci e Lei no:

in questo modo la mia azione

coincide

con la mia reazione

perchè Tu e Lei coincidete.

 
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AZIONARSI REATTIVAMENTE

Post n°58 pubblicato il 19 Settembre 2008 da Qphenomena
 

L’azione Mother

è una mia reazione temporal deformativa

perchè la reazione Tua

è una mia azione libera

 
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