PENSIERI IN LIBERTA'

ABBASSO VEGETARIANO


 Ho appena letto sul blog di un convinto vegetariano lo scritto del Prof. Umberto Veronesi (che ammiro molto pur non condividendo tutto quello che dice) che riproto sotto e che mi ha spinto a proporre la mia convinta natura di carnivoro. Non intendo imporre le mie opinioni, ma solo proporle.Essere vegetariano suscita perplessita' che, approfittando dello scritto del Prof. Umberto Veronesi, tentero' di formulare, seguendo il suo ordine mentale:1 - Mangiare carne non comporta assenza d'amore. Utilizzare genericamente la parola "amore" crea confusione: amare comporta affetto, attaccamento, tenerezza, attrazione sentimentale; tutti sentimenti che riesco a provare per un determinato individuo, non per un'intera specie; quanto poi alla specie cui possa appartenere l'oggetto del mio amore, penso dipenda solo dalla mia cultura. Quasi (e sottolineo quasi) tutti gli individui di una specie amano i propri simili ed anche alcuni individui appartenenti ad altre specie (diverse per ogni diversa cultura), ma sempre su base individuale: un cane puo' amare un determinato gatto, senza rinunciare a spezzare la spina dorsale a qualunque altro gatto di passaggio. Una leonessa, in determinate condizioni, puo' allattare una ben determinata antilope, senza pertanto rinunciare a cibarsi di una delle sconosciute antilope del branco che le passa accanto. Un orango puo' avere un cane per amico del cuore, senza ...ecc...ecc...L'amore chiamato in causa dal Prof.Veronesi e' diretto agli animali ed esclude altri esseri viventi, ad esempio le piante? In caso negativo (tralasciando come procacciarsi il cibo) a me pare che non si tratti di amore ma di profonda ammirazione suscitata, in un'essere pensante, da tutto l'universo creato. Niente a che vedere con la dieta alimentare.2 - Accettando la riflessione espressa in 1, e non confondendo piu' amore con ammirazione, l'essere vegetariano si riduce a semplice igiene alimentare.3 - Quanto allo spreco di risorse ed alla nocivita' del consumo della carne, mi pare sia un polarizzarsi sugli effetti, trascurando le cause. Non ho la scienza del Prof.Veronesi, ma sono convinto che, consumata con parsimonia e senza eccessi consumistici, la carne sia di giovamento alla crescita dei giovani ed alla salute degli adulti. Forse piu' dell'immensa massa di vegetali necessaria a sostituire i prinicipi nutritivi di una modesta bistecca, reni permettendo (confesso ancora la mia grassa  ignoranza nei confronti dell'esimio Professore).4 - Quanto poi alla scelta evoluzionistica, mi pare sia tirata per i capelli. Lo gridano i denti che mi ritrovo in bocca: incisivi, canini e molari! Lo urla il mio apparato digerente! Sono un omnivoro e appartengo ad una specie vivente di successo, addirittura infestante. A me pare che fra queste due considerazioni vi sia un legame di causa ad effetto. Quando la carne entro' nella dieta dell'uomo, complice anche il fuoco, i nostri antenati, liberandosi dalla schiavitu' del procacciamento del cibo, si ritrovarono con del tempo libero da investire in elucubrazioni mentali e sociali, manifestazioni antesignane dell'evoluzione verso il SAPIENS.5 - Rimane la domanda di ogni essere civilizzato: come fai ad infliggere tanti dolori ad altri esseri viventi? Ebbene, l'obbligo primordiale della mia natura e' quello di garantire la sopravivenza della mia specie. Pertanto devo nutrirmi nel migliore dei modi. Questo non comporta privare altri esseri viventi di tutte le gioie della vita, fintanto che vivono. Qui si apre il capitolo infinito delle sofferenze gratuite che vengono inflitte agli animali domestici; da trattare in un altro contesto pero'.Ogni obbiezione, non ideologica, mi trova assetato di sapere.Salve------------------------------------------------------------------------------Dal blog di "SSNV_Aggiornamenti_S"Una crudeltà per gli animali e per noi stessi - di Umberto Veronesi  Repubblica — 25 giugno 2008. Sono vegetariano da quando ho iniziato a scegliere, e la mia è una scelta d' amore, di filosofia e di scienza. Di amore per gli animali e per la vita in tutte le sue forme, specialmente quando è inerme e non può far valere il suo bisogno disperato di sopravvivere. Nessuna esistenza è piccola, nessuna è insignificante. Mangiare è una forma di celebrazione della vita, e non negazione della vita stessa ad altri esseri viventi, perché "inferiori". Non c' è una differenza biologica fra animali. Perché allora ci fa orrore il pensiero di mangiare il nostro cane, ma massacriamo ad ogni Pasqua centinaia di agnelli per fare festa? L a filosofia del vegetarianesimo è la non-violenza e la violenza a cui gli animali da macello sono sottoposti è efferata e crudele. La pratica della macellazione poi è un rito ripugnante: (...omissis...). Rinunciare alla carne inoltre è per me anche una forma di solidarietà e responsabilità sociale. In un mondo che ha fame, il consumo di carne costituisce uno spreco enorme: se oltre 820 milioni di persone soffrono la fame è anche perché gran parte del terreno coltivabile viene riservato al foraggio per gli animali da carne. I prodotti agricoli a livello mondiale potrebbero essere sufficienti a sfamare tutti, se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare gli animali da allevamento. Senza contare che il consumo di carne è nocivo per la salute. Le cosiddette "malattie del benessere" (diabete non insulino-dipendente, aterosclerosi, obesità) colpiscono chi mangia carne, mentre è dimostrato che una dieta ricca di vegetali ci protegge e ci aiuta a mantenere più a lungo il nostro benessere. Sono scientificamente convinto che il vegetarianesimo sia una scelta non solo opportuna, ma obbligata. Per nutrire una popolazione in aumento costante saremo costretti a diventare vegetariani, ritornando in fondo alla nostra natura originaria. In termini evoluzionistici l' uomo discende dalla scimmia: il nostro organismo è programmato proprio per il consumo di frutta, verdura e legumi e il nostro metabolismo è come quello dell' orango che si nutre di cereali e vegetali. Una dieta priva di carne non ci indebolirebbe certamente, e ci rimetterebbe in armonia con gli equilibri naturali perfetti del nostro pianeta. - UMBERTO VERONESI