A 4 ZAMPE

continuando i post 114 e 113.....


I NOSTRI DIVERTIMENTI, LE LORO SOFFERENZE.....TRADIZIONI POPOLARI[APPELLO] URGENTE: per chi abita a PordenoneCiao a tutti,qui sotto la segnalazione di una usanza orribile... sembra che ci siano ancora due animali appesi, oggi, luendi' 16 ottobre... se qualcuno della zona potesse *andare a scattare delle foto* sarebbe utile per una eventuale denuncia.Grazie.PremessaNella frazione di San Foca del Comune di San Quirino (PN) nella seconda domenica del mese di ottobre, si tiene una sagra paesana; una delle iniziative caratterizzanti è la cuccagna.Il fattoL'organizzazione della cuccagna è curata dai coscritti dell'anno (leva militare) che provvedono a procurarsi i premi da appendere in cima al palo.Nelle due sere precedenti la sagra, i coscritti razziano animali da cortile, galline, conigli e oche nelle case del paese.Segnalazioni riferiscono che gli animali "scartati" nella scelta vengono ammazzati e lasciati dove capita.La notte antecedente alla sagra, gli animali prescelti, vengono appesi per le zampe alla ruota posta in cima al palo della cuccagna.Non sono informato se gli animali vengono soppressi prima di essere appesi o dopo. Certo è che i concorrenti, nei ripetuti tentativi di strappare i "premi" dalla cuccagna, seviziano i corpi degli animali. Dal blog di Simo: VETRINE AI MACELLISi stima che in Italia ogni anno, tra sagre, feste paesane e palii, si svolgano un migliaio di manifestazioni con utilizzo di animali, delle quali, un terzo circa, si conclude con la loro morte. Si tratta per lo più di riti dal carattere sacro-profano , in genere in onore di santi e madonne locali, legati ad ataviche paure di carestie, epidemie ed a quant’altro affliggeva l’umanità; nessun spirito sacro o l’espressione di una sincera devozione, possono però trovare spazio oggi nel crocifiggere e terrorizzare una colomba legata ad ali spiegate su di una ruota cosparsa di petardi ad Orvieto, nell’insaponare e braccare un maialino a Capaci, nello strattonare per le vie e poi sacrificare un bue a Roccavaldina, nello sgozzare capretti a San Luca o nel sottoporre buoi ad uno sforzo spropositato per sei interminabili ore al solo scopo di trascinare un obelisco di 100 quintali a Mirabella Eclano. Contraria a queste manifestazioni, pericolose per l'incolumità pubblica e degli animali, la LAV da sempre sollecita le Autorità competenti affinché prestino maggiore attenzione ed assumano iniziative che rendano obbligatorie alcune misure preventive. I Palii ad esempio si svolgono solitamente su tracciati urbani, inadatti a gare di velocità, su piste con fondo riportato, raggi di curvatura ridotti, tra protezioni rigide. Tutto si svolge in pochi minuti sottraendo a telecamere e spettatori la vista dei cavalli infortunati e differendo nel tempo la loro soppressione. Nei centri minori, si lanciano purosangue in folli corse su pericolosissimi percorsi cittadini dal fondo asfaltato o lastricato: cavalli zoppi e fondi proibitivi portano i cavalli a schiantarsi e morire contro muri e transenne ad Avola, Menfi, Solarino, Ronciglione, Siena, Udine ed Asti, a fracassare la testa del fantino a Castel del Piano. Al Sud, il fenomeno è aggravato dai reggenti mafiosi che colgono in queste manifestazioni, al pari dei combattimenti tra cani, l’opportunità d’incrementare l’attività delle scommesse clandestine. Seguono a cascata, in forme sempre più povere e patetiche, le innumerevoli sagre, le corse di buoi (Chieuti, Montefalco), asini (Premosello, Masera, Galliate, S. Maria a Monte, Cembra, Calliano, S. Maria a Monte, Castelsilvano, Benetutti, Alba), le “ruote della fortuna” fatte girare per intere giornate con sopra un porcellino d’India (Montalcino), la palombella stordita dai petardi a Orvieto, la corsa delle oche a Montagnano, Lacchiarella, San Miniato, la caccia alle rane (San Casciano Bagni) e persino alle zanzare (Valle Lomellina) premiate con maiali, struzzi, agnelli, anatroccoli, quasi a suggellare un destino inesorabile: morire da protagonisti o morire da comparse. Pesante l’impatto diseducativo sui giovani nel vedere l’adulto deridere o sopraffare il soggetto debole. Eppure il nostro Paese si è dotato di norme che fissano principi di tutto rispetto per gli animali e pongono divieti ad ogni forma di abuso nei loro confronti. Ogni Sindaco, tra le proprie funzioni ha anche il ruolo, attribuitogli dal DPR 31 marzo 1979, di massima autorità tenuta a far rispettare le leggi a tutela degli animali che vivono nel territorio comunale ed a prevenire ogni forma di maltrattamento. L'articolo 727 del Codice Penale, che punisce il maltrattamento di animali, è riuscito solo in parte a bloccare questi spettacoli diseducativi. Gli organizzatori (in genere comuni o parrocchie) sono restii a sostituire gli animali veri con fantocci mentre veterinari, prefetture e procure, ancora oggi, non brillano per coraggio. Tuttavia, grazie a questi strumenti, ottenuti dopo anni di impegno, in alcune località si è potuto imporre la modifica degli aspetti cruenti di “tradizioni” apparentemente immutabili: a Roccavivara non si prende più a mazzate un gallo seminterrato ed a Calvello non si sgozzano più polli, conigli, capretti appesi ad una corda da persone bendate, infine a Pontenure non si fa più volare l’asino dal campanile. FONTE LAV  http://www.infolav.org/nn-home-page-ie.htmZOO E ACQUARIIn Italia vi sono ad oggi un centinaio di strutture fisse che detengono animali per fini espositivi. Gli zoo nascono per questo scopo e sono tra i responsabili della decrescita della fauna, soprattutto esotica, avvenuta nell’ottocento. Solo in maniera del tutto occasionale sono serviti per salvare specie di fauna in via di estinzione. Quando nel 1919 fu ucciso l’ultimo Bisonte europeo, si riuscì a ripristinare una piccola popolazione in natura ricorrendo ai pochissimi animali che vivevano allo stato semi naturale all’interno di una tenuta nobiliare. Il caso del Bisonte europeo è riportato dai sostenitori degli zoo attuali come uno dei principali successi per la salvaguardia delle specie in via di estinzione. Pochi ricordano però che di bisonti europei ve ne erano due. Negli stessi anni in cui il primo si salvava casualmente, la sottospecie caucasica si estingueva per la morte dell’ultimo esemplare detenuto da un trafficante di animali di Amburgo. Il motivo per cui gli zoo oggi stanno riuscendo a salvarsi sta proprio nella presunta possibilità di tutelare specie in via di estinzione. Eppure tra le 5926 specie animali classificate dall’Unione Internazionale per la Conservazione della natura in pericolo di estinzione, solo 130 sono oggetto dei programmi di conservazione che hanno coinvolto gli zoo e solo 16 sono ritornate in natura con costi elevatissimi. I costi elevati non sono certamente un elemento di critica contro la necessità di mantenere elevata la biodiversità del nostro pianeta ma possono senz’altro essere messi in discussione nel momento in cui le motivazioni scientifiche servono per supportare il mantenimento di quelle attività commerciali che rappresentano, con i loro introiti, l’unico vero fine dei moderni zoo i quali detengono, senza alcun altro valido motivo, migliaia di animali prigionieri. La LAV è contraria agli zoo, acquari e delfinari perché ritiene immorale privare della libertà ogni essere vivente; ritiene altresì ascientifico ogni studio condotto su animali costretti in spazi inevitabilmente ristretti e critica fermamente il pseudo fine educativo a cui sarebbero destinati. Invitiamo ad appronfodire l'argomento attraverso la lettura del Dossier disponibile in formato pdf, all'intero del quale potrete trovare interessanti spunti di riflessione sulla realtà di molti zoo italiani e sulle condizioni di vita degli animali presenti in queste strutture. FONTE LAV http://www.infolav.org/nn-home-page-ie.htm