A 4 ZAMPE

Corea, il cane nel piatto


di Davide Demichelis - Animalieanimali.it  
A Seoul, nella cucina di un ristorante locale. I rifiuti, i "no camera, no camera", il bonshintang e le scariche elettriche per uccidere il migliore amico dell'uomo.La cuoca non capisce, anzi ha capito benissimo: ha paura. E ci manda via senza grandi complimenti. Sì: appena ha visto la telecamera ha realizzato che quegli stranieri era meglio spedirli via, anche se fino ad un attimo prima non riusciva proprio a capire che cosa volessimo, perché non riuscivamo a comunicare: non conosce l'inglese. "No camera, no camera" ripete più volte, finché, rassegnati, ce ne andiamo.Ormai è il terzo ristorante dove cerco di entrare per filmare gli interni, i clienti, la cucina. Ma nessuno ci lascia entrare. Appena capiscono che si tratta di giornalisti parte sempre lo stesso ritornello: "No camera, no camera". Al primo ristorante è bastato che riprendessimo l'insegna, dalla strada, e la proprietaria si è subito diretta verso di noi, con un'espressione per nulla amichevole. E' proprio in quel momento che mi è venuta l'idea: andiamo dentro a vedere.I coreani in genere sono miti ed ospitali. E anche i proprietari dei ristoranti sono cortesi con noi, intrusi, che cerchiamo di entrare nei loro locali armati di telecamera. Cortesi, ma decisi: "No camera". Perché? "No camera. Stop". Certo, si potrebbe entrare in un ristorante e girare di nascosto, ma il mio obiettivo non è filmare un piatto di carne (bene o male sono tutti uguali) e nemmeno chi lo mangia (sono soprattutto uomini di mezza età o più anche loro, ovviamente, normalissime persone). Lo scopo invece è mettere in evidenza quanto il tema della cinofagia sia sentito, infatti anche l'ultimo dei ristoratori sa che è bene evitare i giornalisti dopo tutte le polemiche che sono esplose sul problema.In Corea del Sud la questione della carne di cane (e di gatto) ha assunto un'importanza sempre più rilevante, tanto da diventare il simbolo dell'affermazione della cultura coreana nel mondo. Per capire meglio il perché basta dare uno sguardo la cartina, e ricordare un po' di storia di questo Paese: la Corea del Sud è una penisola solo per finta, il suo legame con la terraferma infatti passerebbe dalla Corea del Nord, ma i contatti sono chiusi da decenni a causa del regime comunista nordcoreano. Il Paese più vicino è il Giappone, che però fino a cinquant'anni fa dominava la Corea col pugno di ferro, tanto da averne cancellato molte culture e tradizioni. Ecco perché i coreani se vengono toccati sul loro sentimento nazionale sono particolarmente reattivi. Ed è anche per queste ragioni che la cinofagia, che fa parte della tradizione culinaria nazionale, è diventata per i coreani un elemento così determinante della loro cultura, soprattutto in reazione alle critiche che sono venute da molte parti del mondo.Dunque: isolata e culturalmente oppressa, finalmente ora la Corea del Sud è al centro dell'attenzione del mondo, grazie al calcio. I coreani ci tengono ad affermare la loro identità, e non accettano lezioni. Quei proprietari di ristoranti quindi rispondono correttamente: non vogliono rovinare la festa del mondiale, ma nemmeno vogliono discutere. A forza di insistere però, in un locale di Seoul ci lasciano entrare.Sono le sei del pomeriggio, non c'è ancora nessun cliente: è troppo presto. Ci apre una signora di mezza età, la cuoca: faccia simpatica, gentile. Non capisce che cosa vogliamo, e chiama il proprietario. L'uomo ci fa attendere: una telefonata, poi un'altra, la terza e ancora la quarta. Parla a lungo, ma in coreano, non capisco niente. Poi, alla fine, inatteso, arriva il sì: possiamo girare. Prima la signora ci chiede di parlare, e mette subito le mani avanti: "Io a casa ho un boxer di sette anni, è il mio cane, e non mangerei mai la sua carne. Quelli che cucino qui sono solo cani d'allevamento". E questi hanno dovuto subire una morte violenta per rendere la carne più tenera e nutriente? "No, non serve a nulla. I cani vengono uccisi con la scarica elettrica, come prescrive la legge". E questa sarebbe una novità, visto che proprio i coreani sostengono che la morte violenta (a bastonate o per impiccagione) darebbe alla carne più potere afrodisiaco.Entriamo in cucina, filmiamo. La signora sta preparando il famoso bonshintang, la zuppa con la carne di cane. Lei lavora, noi giriamo: tutto normale. Poi però si ferma, ci guarda con quel suo viso sincero, quello sguardo profondo, e ci chiede un favore: "Non riprendetemi in viso, non voglio essere riconosciuta, altrimenti potrei avere dei guai".