A 4 ZAMPE

Post N° 367


Si tratta degli esemplari di cui la Regione chiedeva l’abbattimento per paura della vescicolare: serviranno per la porchetta Oltre cento maiali “sacrificati” per nulla I suini lasciati in Fiera saranno macellati il prossimo 18 dicembre n Perfettamente in salute. Ma, ciò nonostante, destinati alla macellazione il prossimo 18 dicembre. Per diventare carne da porchetta al posto di un pregiato prosciutto crudo di Parma. Definire paradossale quel che sta accadendo a Codogno è dire poco: perché mentre l’allarme per il suino irlandese contaminato dalla diossina sta contagiando mezzo mondo, Italia compresa, in città ci sono 104 splendidi esemplari di Lattone Dot italiano, tra i migliori rappresentanti della suinicoltura italiana, che a giorni saranno sacrificati per nulla.Per capire tanto paradosso bisogna fare un passo indietro alla metà di novembre, alla storica Fiera agro-zootecnica di Codogno. Preoccupata per la malattia vescicolare manifestatasi in Centro Italia, la Regione Lombardia proprio in quei giorni aveva concesso agli allevatori partecipanti di portare in fiera i loro suini, con l’impegno però di sacrificare gli esemplari portati in mostra nelle settimane successive l’evento.Terminato l’Expo codognese, 104 lattoni Dot sono così rimasti in un capannone della fiera di Codogno, dove è stato allestito un allevamento “depopolato” in attesa del momento della macellazione. Per dare comunque una logica a tutta questa vicenda, venticinque allevatori del Lodigiano si erano detti però pronti a fare «da balia» a questi piccoli suini super-selezionati: aggiungendo sacrifici a sacrifici, questi allevatori sarebbero stati pronti a darsi i turni per allevare questi animali e portarli al termine regolare di macellazione fissato nel maggio 2009. Va ricordato, infatti, che questi suini sono animali destinati alla crescita fino ai 160 chilogrammi, per poi essere inseriti nel circuito del «Prosciutto di Parma DOP». Niente da fare però: decisa alla metà di novembre, la macellazione anticipata al 18 dicembre è stata confermata anche nei giorni scorsi. Anche contro la logica. «Non si tratta di tornare sulla vicenda della Fiera di Codogno, siamo uomini di parola e ci atterremo agli impegni presi - spiega Luca Marelli, presidente della sezione suini dell’Associazione Provinciale Allevatori Milano-Lodi - Tutta questa vicenda e gli ultimi fatti legati ai suini alla diossina rendono però ancor più evidente la necessità di chiarezza sul fatto che ci sono maiali e maiali». Ad oggi però questa chiarezza ancora non c’è. Perché altrimenti non succederebbe che cento maiali di altissima qualità destinati al circuito del prosciutto Dop siano macellati anzitempo mentre suini irlandesi con carne contaminata alla diossina siano andati in giro per il mondo, macellati, imbustati e commercializzati nei mercati di Europa, Canada ed Asia. Ma quali i risvolti economici di questo paradosso? «Questi lattoni diverranno carne da porchetta, quella che di solito è fatta con tipi genetici più scadenti- conclude non senza amarezza Luca Marelli- E questo è davvero un gran peccato. Il danno economico? Ovviamente c’è: un suino da circuito Dop viene pagato molto meglio che non un maiale da porchetta. Ma parliamoci chiaro: nessuna azienda salterà in aria per questo danno. Semmai è una questione di etica: gridiamo tutti alla crisi, alla necessità di maggior oculatezza e andiamo a buttare nel cestino un prodotto sano».Luisa Luccini