N.P.A. FRIULI VG

Non esiste solo Napoli......


Discariche abusive: multe e pulizie senza risultatiLa Forestale: sul Carso numerose aree vengono bonificate ma dopo poche settimane tutto torna come prima di Maddalena Rebecca La legge parla chiaro: chi getta in discariche abusive rifiuti classificati come pericolosi rischia da uno a tre anni di carcere e sanzioni da 5200 a 52.000 euro. Eppure nonostante pene così severe, come dimostrato dal caso dello Scalo Legnami, c’è ancora chi fa il furbo e continua ad abbandonare a bordo strada o negli angoli più nascosti materiali di ogni genere. Un malcostume più diffuso di quanto si pensi anche nell’«asburgica» Trieste. Capita così che alcuni punti del Carso, come l’area boschiva vicina alla stazione di Visogliano o la zona di Ivere nel comune di Duino, abbiano costantemente l’aspetto di un immondezzaio nonostante vengano ripuliti ad intervalli regolari. Lo sa bene il personale della stazione forestale di Duino che, proprio per «stanare» i recidivi, da un mese a questa parte ha intensificato i controlli sull’Altipiano. L’attività degli uomini del corpo regionale non si limita a monitorare il territorio e a segnalare gli eventuali rilasci non autorizzati alle amministrazioni comunali competenti. In presenza di situazioni illecite, infatti, vengono anche avviate delle indagini interne per risalire agli autori dello scempio. Autori che, spesso, commettono passi falsi e lasciano per esempio tra le macerie biglietti da visita o altri indizi che agevolano il lavoro dei forestali e permettono di inchiodare chi ha l’abitudine di liberarsi dei propri rifiuti infischiandosene dei danni all’ambiente. Gli ultimi ad essere «beccati», in ordine di tempo, sono stati un cittadino sorpreso ad abbandonare in un bosco di Sgonico un sacchetto di nylon con vari scarti (50 euro di sanzione) e un residente di Trieste che si era sbarazzato di rifiuti ingombranti, tra cui un paraurti, e chi si è visto comminare una multa da 200 euro. Ancora peggio è andata però ad un artigiano che depositava senza autorizzazione grandi quantità di terra e ha dovuto pagare ben 18mila euro per abuso edilizio.Quanto ai depositi abusivi in Carso, spiegano sempre dalla stazione di Duino, l’elenco purtroppo è lungo. C’è una zona verde nella frazione di Medeazza, per esempio, tristemente nota come «cimitero degli pneumatici». Lì decine di persone, evidentemente convinte di non fare niente di male, abbandonano da sempre cerchioni e vecchie gomme. E poi c’è la zona di Ivere, sempre nel comune di Duino, le cui cave abbandonate tracimano di scarti. Qualche tempo fa è stata trovata vicino all’ingresso di una delle cavità persino una vecchia barca di piccole dimensioni. Un altro rilascio «storico» è quello vicino alla stazione di Visogliano. Lì, periodicamente, vengono depositati secchi, cumuli di plastica e calcinacci. Gli stessi materiali che, assieme a grandi quantità di materiali da costruzioni, molti automobilisti gettano in due piazzali della strada del Vallone che porta a Gorizia. La zona boschiva vicina al cimitero di Aurisina, invece, è la preferita da chi cerca di disfarsi di rifiuti vegetali, come scarti di potatura ed erbacce, presenti sempre in abbondanza. I rifiuti abbondano anche al Villaggio del Pescatore. Nell’area della «cavetta», non lontano dall’ittiturismo, viene costantemente segnalata la presenza di oggetti ferrosi, parti metalliche arrugginite e calcinacci. A San Giovanni in Tuba, invece, esiste una zona scambiata erroneamente per un deposito autorizzato di sacchi di cemento. Non va meglio, infine, nel comune di Sgonico dove, appena qualche settimana fa, sono stati individuati e ripuliti ben 25 piccoli depositi a cielo aperto.  Fonte:
http://ilpiccolo.repubblica.it/