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« DA CHE PULPITO... | Messaggio #28 » |
Post n°27 pubblicato il 04 Settembre 2008 da npafriulivg
Una legge regionale ferma la costruzione di 215 villette
Blitz di protesta anche al festival del cinema di Venezia
"Dal Molin, niente ampliamento"
Gli Usa: il piano è morto
dal nostro inviato MASSIMO PISA
VICENZA
- Più che i comitati e i cortei, più che i ricorsi al Tar e i
preannunciati blitz alla Mostra del cinema di Venezia, poterono un
ufficio tecnico comunale e una leggina regionale. Che obbligano
l'esercito americano a cancellare il contestatissimo ampliamento della
caserma Ederle, le famigerate 215 villette da tre, quattro e cinque
stanze da costruire a ridosso dell'aeroporto Dal Molin.
E a ripensarne uno meno ampio e più frazionato, piccoli insediamenti
intorno a Vicenza sul modello della base Nato di Aviano. Il progetto
originale, infatti, avrebbe obbligato il comune di Quinto Vicentino,
5.383 abitanti a nord-est del capoluogo, a bloccare ogni nuova
costruzione per i prossimi dieci anni, in base al regolamento
urbanistico della regione Veneto governata da Giancarlo Galan,
proconsole di Berlusconi e ultrà della prima ora della base americana.
Da qui il passo indietro volontario dell'esercito a stelle e strisce.
"Quinto è morto", sentenzia l'ingegner Kambiz Razzaghi, il responsabile
dell'ampliamento della Ederle che ha annunciato il passo indietro
sull'edizione online del quotidiano Stars and Stripes, il giornale
dell'Us Army per i soldati stanziati in Europa e nel Pacifico. Dove,
curiosamente, in home page campeggia l'annuncio dell'esercito per il
reclutamento di nuove truppe in Germania e a Vicenza. "Le leggi del
posto salvaguardano le aree agricole dagli insediamenti urbani - spiega
Razzaghi - e se il consiglio comunale di Quinto avesse dato il via
libera, avrebbero superato la loro quota di costruzioni per i prossimi
dieci anni. Nessun cittadino si sarebbe potuto costruire la casa. Loro
non volevano, i nostri contractor italiani nemmeno e così è saltato
tutto".
Colpa di un progetto, quello per l'ingrandimento del quartier generale
della 173ª Brigata aerea americana, concepito con regolamenti diversi.
Scartata la ricerca di una zona alternativa, visto che i regolamenti
riguardano l'intero Veneto e che i lavori della Ederle 2 non erano
ancora partiti, si è quindi deciso di adottare il modello Aviano, dove
oltre una ventina di piccoli insediamenti sono sparpagliati nei comuni
limitrofi.
La retromarcia promette di ridar fiato al Comitato "No Dal Molin",
fiaccato dalla sentenza del Consiglio di Stato di fine luglio, aveva
dato il via libera ai lavori smentendo una sentenza del Tar del Veneto
e svuotando di significato il referendum consultivo annunciato dal
sindaco di Vicenza Achille Variati (Pd) per il 5 ottobre. E rischia di
cambiare anche il calendario delle proteste: per sabato i comitati
avevano annunciato il via di un "campeggio nazionale" intorno alla
Ederle, sorta di presidio per impedire l'avvio dei lavori.
E oggi una delegazione dei No-Dal Molin è attesa al Lido di Venezia per
consegnare al commissario governativo alla base Paolo Costa il Premio
Attila d'oro "come miglior devastatore di territori". L'ennesima
polemica, l'ultima di quattro anni di battaglie, pareri governativi e
carte bollate.
Costa ha già fatto sapere che "grazie al riutilizzo di edifici già
esistenti, la base americana si amplierà conservando il più grande
spazio verde vicentino che precedenti soluzioni volevano sacrificare".
Il ritiro americano cancella tutto.
(4 settembre 2008)
Fonte: La Repubblica
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