Nuova poesia

Margherite


 Margherite Ci sono già le più timide spauriteMargherite fra azulejos e i primiFiori celestini occhi di madonnaPiccolissimi occhi cielo d’avanguardiaVisibili appena appena sparsi viciniIn zolle della smossa morbida calpestioDi terra tra l’humus delle foglie biancheGrigie intrise secche o putrefatte mischiateAi singoli rametti fra gli arbustiRossicce frutti piccini bacche soleggiateAmpie serbatoi d’erba verde gorgogliataCiuffi di detriti spogli e vividi spuntareSpore muffe di colori primitivi vegetaliMalli delle noci mischia fertile la terraAlla corteccia d’alberi ingiallite e fustiFustelli d’arbore ghiande di correntiRosicchiate dagli animaletti maschiGialle bianche tignosi e verdi muschiCome i legnosi sterpi disciolti su panchineEcco foglie larghe bene cosparseSu quel manto ecco piccoli corifluorescenti  rosse primule fra le zoneUmide e ancora ombrose verdi cardiQua e là zolle bagnate fanghigliaInfiorescenza muschiate intarsiMentre il sole penetra fra gli grezzi rami spogliErti arbusti geminare foglie cosparseRavvolte bianche pallide di grigio perleAvvizzite a ravvivare il giorno e umorePasseggio della gente e gli agrifogliRami e vecchi vetusti mirti sempreverdiE l’aria frizza il nastro delle luci d’aghifoglieAzzurre delle voci e gridano sommessePrime voci un tempo di pastori e greggiStormire il vento velluto barboncini bianchiUmidi musi soventi inavvertite margheriteBianche piccole fuse ranuncoli di coriCelestini fiori adolescenti infantiliD’orecchini piccoli bambini è il coroFiato preludio intriso sofferto soffocatoAperto pesto misto franco effuso grinzoVisibile non visto inavveduto annunzioRattristato bianco inappetente è attesaMista rattoppata algida freschezza curvaRamata trucioli biancastri legno sparsi a terraAcqua ai bordi e fanghiglia fra le pozzeE bolle spuntando fra gli sassi bianchiPietre levigati tondi grezzi stenti foglieRami e prime viste tizzi anime scompiglieMentre frizza l’aria ancora voci il vernoAzzurra non celeste ombrosa sola soleSera presto cinerea che perlustra l’angeloSirene e s’intrattiene un’erica pigiamaDi foglie muschiate a terra di rugiadaDi pulzelle il sole che incomincia vitaAl suolo destano suonano frizzantiAl vespro la dimora il verde l’erbaFrusciante calpestio morbido fangoAl cielo modesti nascono sottofondiTepidi alloggi timidi non veduti primitiviFiori contorni al calpestio morbido frusciatoLegato in una scala sottotono il sole sfrondaAccorda rintocca e si prepara a dareAnnunzio diapason attenzione il primo LAOvunque sono già spuntate piccole cosparseInsieme agli azulejos sui prati sparse cosparse margherite. 24 febbraio 2011