Nuova poesia

Un capolavoro letterario, Un grande poema (Vladimir Majakovskij


 Un grande Poema e una superba interpretazione di Carmelo Bene Di questo Vladimir Majakovskij 1922-1923 L'arca approda. Qua i raggi! La banchina. Ehi! Gettate la gomena! E subito sento sulle spalle il peso del davanzale di pietra. Il sole ha essiccato col caldo la notte del diluvio. Alla finestra, arroventato, accolgo il giorno. Solo un monte sul globo è il Kilimangiaro. Un punto sulla mappa dell' Africa il Kenia. Il globo dalla testa calva. Io sopram'incurvo per il dolore. In quest'ammasso di pena vorrebbe il mondo abbrancare i seni viventi dei monti. E dai poli, rovente e pietroso, faccia colare lava lungo tutte le dimore! Cosi vorrei singhiozzare io, orso comunista. D'antica nobiltà era mio padre, delicata ho la pelle delle mani. Forse coi versi tracannerò i miei giorni senza aver visto nemmeno un tornio. Ma col respiro, con la voce, col palpito, con tutte le cime dei capelli irti d'orrore, con i fori delle narici, con i chiodi degli occhi, col dente che stride nell'urlo ferino, col riccio della pelle, con le crespe rabbiose dei sopraccigli, con un trilione di pori, con tutti i pori, sino all'ultimo, in autunno, d'estate, in primavera, d'inverno, di giorno, nel sonno, io odio e rifiuto tutto questo, tutto. Tutto che in noi ha inculcato l'antica schiavitù, tutto che, sciame di meschinità, s'è posato e si posa sulla vita, persino nel nostro ordine imbandierato di rosso. Non vi darò la gioia di vedermi placato sotto un colpo. Né presto intonerete, dietro a me, il riposi in pace al mio talento. Mi avranno soltanto con un colpo alle spalle. I d'Anthès non mireranno alla mia fronte. Quattro volte invecchierò, quattro volte sarà ancora giovane, prima di scendere nella tomba. Ovunque io muoia, morirò cantando. Ovunque io cada, lo so, sarò degno di giacere con chi è caduto sotto la rossa bandiera. Ma, comunque vada, la morte è sempre morte. È spaventoso non amare, terribile non osare più. C'è per tutti un colpo, per tutti un coltello. E per me che cosa? E quando? Nell'infanzia forse, sul fondo, ritrovo in tutto dieci giorni discreti. E quel che tocca agli altri? Per me già basterebbe! Ma no… Vedete, non l'ho avuto! Credere all'aldilà! Lieve il viaggio di prova. Basta tendere la mano, e in un attimo il colpo ti traccia nell'oltretomba il cammino sibilante. Ma che fare se con tutta, se con tutta l'ampiezza del cuore, io ho creduto e credo in questa vita, in questo mondo? Fede Prolungate l'attesa quanto più vi piace, io vedo chiaro, con chiarezza allucinante. Al punto che basterebbe sciogliere la rima per irrompere sopra un verso in una vita meravigliosa. Ma dovrò forse chiedermi: è questa? è quella? Vedo, vedo tutto chiaramente. Anche i dettagli. Aria su aria, quasi pietra su pietra, inaccessibile alla polvere e alla putredine, rifulgente si leva sui secoli il laboratorio delle resurrezioni umane. Eccolo, il placido chimico, dalla fronte spaziosa, che si acciglia dinanzi all'esperimento. Nel libro tutta la terra ricerca un cognome. Ventesimo secolo. Chi risuscitare? «Majakovskij...meglio un tipo più brillante. Non era poi gran che bello, quel poeta». lo allora griderò da questa pagina d'oggi: "Non sfogliare più oltre! Fammi risuscitare!» Speranza Iniettami sangue nel cuore, e in tutte le vene! Ficcami nel cranio idee! Non ho vissuto sino in fondo la mia vita terrena, sulla terra non ho avuto tutto il mio amore. Ero colossale di statura. Ma perché èer simili cose già basta una pulce: cigolare con la penna, rintanato in una stanza, ripiegato come un paio d'occhiali nell'astuccio. Quel che vorrete lo farò per niente: pulire, lavare, bighellonare, spazzare, star di guardia. Potrò farvi, se vorrete,anche il portiere. Ne avete portieri, da voi? lo ero allegro, ma a che serve l'allegria, se il nostro dolore è un pantano? Oggi, quando mostrano i denti, è solo per stridere e addentare. Se ne vedono tante! Fatica, dolore... chiamatemi! Uno scherzo può sempre servire. Con sciarade di iperbolie d'allegorie vi diletterò burlando in versi. Ho amato... non conta rimestare nel passato. Soffri? Tanto peggio! Vivi e ti porti la tua pena. Amo anche gli animali. E voi ne avete? Prendetemi allora come guardiano! lo amo le bestie. Se vedo un botolo (ce n'è uno dal fornaio tutto spelacchiato), sono pronto a donargli il mio fegato. Non importa, cane, toh, mangia! Amore Forse, forse un giorno, da un viottolo dello zoo lei, lei che ama le bestie, entrerà nel parco sorridente, come nella foto sul tavolo. È tanto bella lei, certo rinascerà. Il vostro trentesimo secolo sorvolerà lo sciame di inezie che dilaniano il cuore. Ci ripaghiamo ormai dell'amore non vissuto con le stelle di notti senza fine. Risuscitami, non foss'altro perché da poeta t'ho atteso, ripudiando le assurdità d'ogni giorno! Risuscitami anche solo per questo! Risuscitami voglio vivere tutta la mia vita! Perché non ci sia più l'amore ancella di matrimoni di lascivia e d'un pezzo di pane. Maledicendo i letti, balzando su dal materasso, si espanda l'amore in tutto l'universo. Perché il giorno, che il dolore degrada, non sia mendicato per amor di Cristo. Perché tutta la terra si rivolti al primo grido: «Compagno!». Per non essere più vittime dei covi delle case. Perché possa nella famiglia d'ora in poi essere padre almeno l'universo essere madre almeno la terra.  Commento personale: poema di grande intensità emotiva, scritto per delusioni sia d'amore con Lilya Brik, che per delusioni pratiche-politiche bene già dal poeta intravedute. Scritto con grande maestria e talento  nonchè stile, poichè anche rifacendosi ai grandi temi esisitenziali dell'uomo e della modernità, dell'infanzia, dell'amore, della religione,  i temi di sempre della modernità, di un futurismo atipico, o futuribile risalente ad una antichità, se vogliamo. Il lettore perciò, cerchi di attualizzarne il contenuto che pur essendo legato ad una storicità anche precisa, possiede una grande intensità e prescinde anche totalmente da quella storicità, sfociando nelle realtà attuali , si legga ancora una fede e un ideale vero, una verità sua contenuta, il dolore e soprattutto l'autenticità, come dire la fierezza e la grande delusione, la reazione e il talento poetico dell'amore , tuttavia espresso .  La fede, l'onestà, l'idea e l'ideale, l'amore e la grandezza di un grande poeta. Nota: l'interpretazione di carmelo Bene, che evidentemente comprende anche una sorta d'immedesimazione dell'attore, come del resto ogni attore dovrebbe essere in grado di attuare recitando un poema di una certa portata, è unica e irrepetibile, ovvero straordinaria.