Nuova poesia

Stadio germinale


 Un conto è esistere, un altro conto è vivere A maggio la primavera checchesenedicaComincia ad affermarsi, e si affermaCon misteri strani, le feste del lavoroInspiegabili, coincidenti con altroIl mistero del cotone sparso in giro Chissà dove e come , ma come faccia ancoraLa natura a impollinare, e ad arrivare alle estreme Extreme periferie non più essenti delle cittàStranite, da esordi di traffico e di vangeli apocrifiDove tutti i negozi restano semichiusi ­­­­-chiusi -aperti e si consolidano furbi e ruberieA secondo delle località Crisi che si abbattono sui malnutriti e che si abbattono sui miscredentiCrisi che si abbattono sui sottotenenti, sui poco tenentiCrisi che si dibattono persino sui pezzetti di terre rimosse e sui pezzentiSugliamori devastati,inseriti in un progetto paralitico, del paleoliticoE paralizzato , ripianificato, germinale, sulnascente,  solnascenteTutte le case dei soli rinascenti , decaduti confiscati, derubati travolti, tra bordelli e tribunaliCrisi che si divincolano ferme come  assestate riassettate di sete di ingiustizia, assetate Di sete  molto preziose di punizioni di soldi correnti sui conti di giustiziaAssetate di soldi e di mentecatti, sperperi d’ogni tipo evangelicoEvangelista, pasquale sotterraneo, colpevole di neoplasie neofiteDi divulgazione , crisi di risentimenti, sovrabbondanza di carni cani e cagneCarni, cani e cagne, di ogni tipo taglio e fattezza, per ogni fabbisogno personale,  più che di solitudine O di compagnia . Crisi delle vocazioni e delle volontarietà La crisi si ristagna sui pezzenti, che rimangono così come il comune stato delle coseLi tollera o li vuole, per li nutrirli di angosce sociali e più civili, li vorrebbe aiutare Se si possono sfruttare per progetti in essere e avvenire, i poveri sono necessariPiù necessari ancora dei ricchi per i ricchi, per la mentalità e l’apertura civile che possiedono nonostante tutto, non possedendo niente,nulla neanche da perdere, ma che possiedono e che hanno invece posseduto i ricchiDevastatoridelle ricchezze dele terre d’abbandono, dallequali i povri provengono o ristagnanoE che loro possiedono per il bisogn che di loro hanno Ma per puro senso di amore viscerale verso il prossimoPerché non possano I confini scialbi dell’emarginazioneLa mancata affermazione dell’individuoChe trova consolazione nella collettivitàIl prescelto nell’attesa del riscatto senza felicitàIl micro-macrocosmo aderente a leggi che sottostannoAlla violenza e alla moralità del grado possedutoIl ricorso alla legge di un tribunale dell’estorsioneDi ogni legittimità, l’attesa di un beneficioLa speranza fonte di vitalità , l’uomo sopraffatto (la donna invece no - son finiti quei tempi -  ne resta comunque il suo mistero)Dalla credulità, l’onore, il grado della verità, l’illusione, raramente la bontàMa che irrimediabilmente viene compromessa, dalla ingenuità la germinalità, la spontaneitàUccise spesso sul nascere. Poi L’idiozia,  la falsità, l’assurdità nel suo compiacimento, l’incapacità Un conto è esistere  un altro conto è vivere. Nota:  già pubblicato qua sopra primo giugno 2015 - ripostato ora per errata cancellazione.