Da "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi " di Cesare Pavese In the morning You always come back Lo spiraglio dell’alba respira con la tua bocca in fondo alle vie vuote. Luce grigia i tuoi occhi, dolci gocce dell’alba sulle colline scure. Il tuo passo e il tuo fiato come il vento dell’alba sommergono le case. La città abbrividisce, odorano le pietre – sei la vita, il risveglio. Stella perduta Nella luce dell’alba, cigolio della brezza, tepore, respiro – è finita la notte. Sei la luce e il mattino. *** Hai un sangue, un respiro. Sei fatta di carne di capelli di sguardi anche tu. Terra e piante, cielo di marzo, luce, vibrano e ti somigliano – il tuo riso e il tuo passo come acque che sussultano – il tuo tenero corpo in una zolla di sole. Hai un sangue , un respiro. Vivi su questa terra. Ne conosci i sapori Le stagioni i risvegli, hai giocato col sole, hai parlato con noi. Acqua chiara, virgulto primaverile, terra, germogliante silenzio, una nube, che sgorga come polla dal fondo. Ora ridi e sussulti Sopra questo silenzio. Dolce frutto che vivi sotto il cielo chiaro, che respiri e vivi questa nostra stagione, nel tuo chiuso silenzio è la tua forza. Come erba viva nell’aria rabbrividisci e ridi, ma tu, tu sei terra. Sei radice feroce. Sei la terra che aspetta. *** Verrà la morte e avrà i tuoi occhi – questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come in vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio. Così li vedi ogni mattina Quando su te sola ti pieghi nello specchio. O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla. Per tutti la morte ha uno sguardo. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti.