Nuova poesia

Ci furono momenti (racconto in forma di poesia)


  Ci furono momenti ( un racconto in forma di poesia ) La voce si fa diafanaIl messaggio inaridito e indistintoSi sente sempre meno Non si vede quasi piùL’abbiamo persa  Il percorso era sterile linguaggioInebetito dal telefono La voce forse immaginariaGirava lungo questi fili come un gridoUn appello disperato Forse falso ma con un auditorio virtualeLa commessa ibrida di avanceRigirava i numeri verdi per telepatiaAspettava la sera chattando con smartphoneSpediva foto di se a chi le domandavaCon naturalezza e garbo poi lei si spogliava S’inoltrava in camicia d’estateA bere la notte cava sorseggiandoI discorsi allusivi dell’amorfa genteIn tentativi mimetici d’attraccoCoinvolta dichiarava sé stessaAll’amore verso tutto in nome dell’amoreL’invito inspiegabile dell’intontimentoD’isolata raffigurazione d’isolamentoO di quale strana grazia perversa se eraIl gioco a prendere o il reale desiderioD’avventura al di fuori per celiaCi furono momenti di totale smarrimento Ci furono momenti di smarrimentoPoi trasognata costruiva siti e blogdi fantasiose virtualità sognandoCome in una favola che qualcuno entrasseIn un’anima apparente surrogata da parossismiDi virtualità e chiusa come bene protetta da essaCome mistero nuovo suo di contemplazioneCome fosse una divinità , una compensazioneDel sogno trafugato da un corpo reale in attesaCon raffigurazioni costruite e mediate d’illusioniBanalmente ottiche e didattiche della magiaDa creare come doni di se stessa per se stessaNella negazione assoluta e in una compensazioneDel reale mancante e desiderato, una creatività rivolta a colpire, attraente in un rifulgere del tutto vano di un sé come musicainesistente, la sua integrità d’illusione, la spiritualitàe il concerto della carne come sublimazione dell’esistenzaconcetti di anima isolata ma desiderata dal mondo esterno. Uno spazioirreale ,  virtuale, dove fluttuare fra contraddizionidel sogno e della veglia, riposando fra eventi inesistentiil suo godimento intimo di essere in qualche modo pervasa da quel suo universo , assorbita ,  penetrata.  Il desiderio di essa ,di essere vista e osservata nelleSue bellezze e forme, forse un tempo davvero possedute, o  ancora adesso in un tempo giovanile realmente possedute, o forse immaginate soltanto si esprimeva in quel modo anonimoma nella realtà chi fosse e chi potesse essere, non aveva per leipiù nessuna importanza poiché le relazioni fisse non potevano andare oltre a una sessualità conforme la creatività erotica venìva perciò espressa in quel modo oscuroe mistico, falsamente spirituale,  ma anche spiritualmenteera in realtà una creatività innocenteartificiosa e artificiale, smembrata, un’illusione di piaceree di essere immaginata, come divinità capace di infondereil mistero dell’illusione, atemporale e venerea, virtualeal punto di essere desiderata, di essere immaginata nell’inconsciopersonale, composto da un collettivo comune, quello degli incontri casuali, ma finalizzati al sesso inteso come intellettuale, emotivo o erotico; misterioso, come onanistico, innocente, spirituale e fisico.