Nuova poesia

Luna Vuota - L'azzurro


 Luna vuota (Paolo Faccenda) da quegli occhi che vedono più distante il marecapovolto e frastagliato d’ombre e buiocome fosse rotto nel reticolo che si formanei sonni dei sogni insonni nel riflesso internocorneo-neuronale,quando gli occhi vedono l’amore ed il suo malefrastagliato e buio , insondabile, come fosserotto, irrimediabilmente ricercando vanamente ricrearese l’unica luce da esso proveniente come fosse spentae il faro ch’era prima dentro non rischiaracosi che il giorno pur essendo ampio e luminosoè rancido d’azzurro e ancor più doloroso che non fosse e non si vedono figure che in esso risaltinoo soltanto quelle che di meno piaccionopoi che risulta come del tutto inanimato.La sua Luna assente appare vuota inghiottitadal male, nel male di quel marefosco e acido di petrolio e ombre,i colori che si spengono e gli occhi che pur vedononon vedono altro , se non v’è per loro altro, non si accorgononel corpo inamovibile , ma pensano . L’azzurro  ( Stéphane Mallarmè ) Dal sempiterno azzurro la serena ironiabella indolentemente al pari dei fiorischiaccia il poeta impotente che impreca al suo genioin mezzo a un deserto sterile di Dolori. Fuggendo con gli occhi serrati,  lo sento che guardacon l’intensità d’un rimorso atterrante, il vuotodell’anima.  Dove fuggire? che notte selvaggiaa brani gettare su quel lancinante disprezzo? Nebbie, salite! versate le vostre monotoneceneri a lunghi brandelli di bruma nei cieliche inonderà la smorta palude d’autunnie costruite un immenso soffitto silente! E tu dagli stagni letei esci e radunaa noi venendo la mota e le pallide canne,o caro Tedio, a turare con mano inesaustagli squarci turchini che fanno gli uccelli maligni. E ancora!  che senza posa i tristi comignolifumino, e di fuliggine un’ errabonda prigionesoffochi nell’orrore delle sue sciarpe nereil sole che muore giallastro sull’orizzonte! -  Il Cielo è morto.  -  Su te mi slancio! o materia,smemora dunque dello spietato Idealee del Peccato il martire che viene a dividerelo strame ove il gregge degli  uomini giace beato. Che voglio infine,  poiche il mio cervello  vuoto,vaso di bistro gettato ai piedi d’un muro,non sa più come far bella l’idea singhiozzante,oscuramente passare in un tetro sbadiglio… Invano!  l’Azzurro trionfa, lo sento che cantanelle campane,  anima,  che si fa vocee più ci spaventa con la sua cruda vittoriaed esce dal vivo metallo in celesti angelus! Antico prorompe attraverso la bruma e trafiggela tua esistenziale agonia come spada sicura;dove fuggire nell’empia , vana rivolta ? Ossessoio sono. L’Azzurro ! L’Azzurro ! L’Azzurro ! L’Azzurro !