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Post n°44 pubblicato il 14 Settembre 2015 da paolof2014
Ci furono momenti ( un racconto in forma di poesia )
La voce si fa diafana Il messaggio inaridito e indistinto Si sente sempre meno Non si vede quasi più L’abbiamo persa Il percorso era sterile linguaggio Inebetito dal telefono La voce forse immaginaria Girava lungo questi fili come un grido Un appello disperato Forse falso ma con un auditorio virtuale La commessa ibrida di avance Rigirava i numeri verdi per telepatia Aspettava la sera chattando con smartphone Spediva foto di se a chi le domandava Con naturalezza e garbo poi lei si spogliava
S’inoltrava in camicia d’estate A bere la notte cava sorseggiando I discorsi allusivi dell’amorfa gente In tentativi mimetici d’attracco Coinvolta dichiarava sé stessa All’amore verso tutto in nome dell’amore L’invito inspiegabile dell’intontimento D’isolata raffigurazione d’isolamento O di quale strana grazia perversa se era Il gioco a prendere o il reale desiderio D’avventura al di fuori per celia Ci furono momenti di totale smarrimento
Ci furono momenti di smarrimento Poi trasognata costruiva siti e blog di fantasiose virtualità sognando Come in una favola che qualcuno entrasse In un’anima apparente surrogata da parossismi Di virtualità e chiusa come bene protetta da essa Come mistero nuovo suo di contemplazione Come fosse una divinità , una compensazione Del sogno trafugato da un corpo reale in attesa Con raffigurazioni costruite e mediate d’illusioni Banalmente ottiche e didattiche della magia Da creare come doni di se stessa per se stessa Nella negazione assoluta e in una compensazione Del reale mancante e desiderato, una creatività rivolta a colpire, attraente in un rifulgere del tutto vano di un sé come musica inesistente, la sua integrità d’illusione, la spiritualità e il concerto della carne come sublimazione dell’esistenza concetti di anima isolata ma desiderata dal mondo esterno. Uno spazio irreale , virtuale, dove fluttuare fra contraddizioni del sogno e della veglia, riposando fra eventi inesistenti il suo godimento intimo di essere in qualche modo pervasa da quel suo universo , assorbita , penetrata.
Il desiderio di essa ,di essere vista e osservata nelle Sue bellezze e forme, forse un tempo davvero possedute, o ancora adesso in un tempo giovanile realmente possedute,
o forse immaginate soltanto si esprimeva in quel modo anonimo ma nella realtà chi fosse e chi potesse essere, non aveva per lei più nessuna importanza poiché le relazioni fisse non potevano andare oltre a una sessualità conforme
la creatività erotica venìva perciò espressa in quel modo oscuro e mistico, falsamente spirituale, ma anche spiritualmente era in realtà una creatività innocente artificiosa e artificiale, smembrata, un’illusione di piacere e di essere immaginata, come divinità capace di infondere il mistero dell’illusione, atemporale e venerea, virtuale al punto di essere desiderata, di essere immaginata nell’inconscio personale, composto da un collettivo comune, quello degli incontri casuali, ma finalizzati al sesso inteso come intellettuale, emotivo o erotico; misterioso, come onanistico, innocente, spirituale e fisico.
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