Creato da paolof2014 il 13/09/2014
poesia lirica, prosa poetica, prosa, racconti, scritture, soprattutto poesia
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Ci furono momenti ( un racconto in forma di poesia )
La voce si fa diafana
Il messaggio inaridito e indistinto
Si sente sempre meno
Non si vede quasi più
L’abbiamo persa
Il percorso era sterile linguaggio
Inebetito dal telefono
La voce forse immaginaria
Girava lungo questi fili come un grido
Un appello disperato
Forse falso ma con un auditorio virtuale
La commessa ibrida di avance
Rigirava i numeri verdi per telepatia
Aspettava la sera chattando con smartphone
Spediva foto di se a chi le domandava
Con naturalezza e garbo poi lei si spogliava
S’inoltrava in camicia d’estate
A bere la notte cava sorseggiando
I discorsi allusivi dell’amorfa gente
In tentativi mimetici d’attracco
Coinvolta dichiarava sé stessa
All’amore verso tutto in nome dell’amore
L’invito inspiegabile dell’intontimento
D’isolata raffigurazione d’isolamento
O di quale strana grazia perversa se era
Il gioco a prendere o il reale desiderio
D’avventura al di fuori per celia
Ci furono momenti di totale smarrimento
Ci furono momenti di smarrimento
Poi trasognata
costruiva siti e blog
di fantasiose virtualità sognando
Come in una favola che qualcuno entrasse
In un’anima apparente surrogata da parossismi
Di virtualità e chiusa come bene protetta da essa
Come mistero nuovo suo di contemplazione
Come fosse una divinità , una compensazione
Del sogno trafugato da un corpo reale in attesa
Con raffigurazioni costruite e mediate d’illusioni
Banalmente ottiche e didattiche della magia
Da creare come doni di se stessa per se stessa
Nella negazione assoluta e in una compensazione
Del reale mancante e desiderato,
una creatività rivolta a colpire, attraente
in un rifulgere del tutto vano di un sé come musica
inesistente, la sua integrità d’illusione, la spiritualità
e il concerto della carne come sublimazione dell’esistenza
concetti
di anima isolata ma desiderata dal mondo esterno. Uno spazio
irreale , virtuale, dove fluttuare fra contraddizioni
del sogno e della veglia, riposando fra eventi inesistenti
il suo godimento intimo di essere in qualche modo
pervasa da quel suo universo , assorbita , penetrata.
Il desiderio di essa ,di essere vista e osservata nelle
Sue bellezze e forme, forse un tempo davvero possedute,
o ancora adesso in un tempo giovanile realmente possedute,
o forse immaginate soltanto si esprimeva in quel modo anonimo
ma nella realtà chi fosse e chi potesse essere, non aveva per lei
più nessuna importanza poiché le relazioni fisse
non potevano andare oltre a una sessualità conforme
la creatività erotica venìva perciò espressa in quel modo oscuro
e mistico, falsamente spirituale, ma anche spiritualmente
era in realtà una creatività innocente
artificiosa e artificiale, smembrata, un’illusione di piacere
e di essere immaginata, come divinità capace di infondere
il mistero dell’illusione, atemporale e venerea, virtuale
al punto di essere desiderata, di essere immaginata nell’inconscio
personale, composto da un collettivo comune, quello degli incontri
casuali, ma finalizzati al sesso inteso come intellettuale, emotivo o erotico; misterioso, come onanistico, innocente, spirituale e fisico.
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