L'ISOLA che NON c'è

COPPIE OMOSESSUALI ED ADOZIONE


Coppie omosessuali ed adozione: tutto quello che c’è da sapereUna review scientifica (di stampo divulgativo) <Quest’ultimo argomento in particolare sembra essere al centro di diversi dibattiti. Cerchiamo quindi di fare un po’ d’ordine.Le ricerche in materia sono iniziate nei primi anni ’70, poco prima che gli studi pionieristici di Evelyn Hooker (iniziati con uno storico paper datato 1957!) portassero finalmente alla declassazione dell’omosessualità come un disturbo psichiatrico (avvenuta nel 1973). Uno dei primissimi paper apparve nel 1975 a cura di Weeks, Derdeyn e Langman (l’unico studio in materia precedente a questo è di Osman, 1972). La ricerca, squisitamente qualitativa, affermava che i bambini avessero sì dei problemi ma che questi ultimi non dipendessero assolutamente dall’orientamento sessuale dei genitori e che fossero di fatto indistinguibili dai problemi sviluppati da qualsiasi altro bambino cresciuto da genitori divorziati (bisogna sottolineare che all’epoca l’idea che una coppia omosessuale potesse adottare un bambino era assolutamente impensabile; tutti gli studi di questo periodo sono basati su figli di coppie eterosessuali divorziate in cui uno dei due genitori si era successivamente scoperto omosessuale).
Gli studi continuano per due decenni fino ad arrivare agli anni ’90 dove la letteratura sull’argomento raggiunge un nuovo apice: i paper in materia si moltiplicano, aumenta la precisione delle tecniche statistiche, i campioni crescono di dimensioni ma niente: i risultati restano uguali. Nessuna correlazione tra orientamento sessuale dei genitori e stabilità psicologia dei figli. Confermano Rafkin (1990), Wells (1997), Green (1999), Savage (2000), solo per citarne alcuni. Unica voce fuori dal coro uno studio a cura di Paul Cameron, il quale giungeva alla conclusione, mai confermata da nessun altro studio, che il 94% dei bambini analizzati presentava problemi collegati all’omosessualità dei propri genitori e che il 20/27% era a sua volta omosessuale. Tuttavia come fa notare Charlotte Patterson (fonte) la ricerca non è attendibile, anche solamente per la metodologia di raccolta dati utilizzata (per maggiori informazioni Herek, 1998).
L’attore Neil Patrick Harris con il compagno David ed i due figli Gideon ed Harper.Le ricerche in materia sono continuate (e continuano!) fino ai giorni nostri, ed ora possiamo dirlo: quarant’anni di ricerche scientifiche sono giunte tutte alla medesima conclusione, sintetizzata perfettamente dall’API (American Psychological Association) nella sua review “Lesbian & Gay Parenting” a cura della sopracitata Charlotte J. Patterson, ovvero:…the results of existing research comparing lesbian and gay parents to heterosexual parents and children of lesbian and gay parents to children of heterosexual parents are quite clear: Common stereotypes are not supported by the data.Accettate le vostre impressioni per quello che sono: impressioni, e niente più. L’amore che non osa pronunciare il suo nome è un amore a tutti gli effetti e come tutte le forme di amore può genere qualcosa; non vita, certamente, ma felicità, cultura, sapienza. Se tutto questo vi sembra ancora anormale, ricordate che in passato quella stessa parola fu riservata ai matrimoni tra persone di ‘razza’ differente (e a tante altre cose che adesso ci sembrano perfettamente naturali). La normalità è un fatto culturale e come tale non c’è niente di assoluto in essa. Come scriveva Marcel Proust: “Non c’erano anormali quando l’omosessualità era la norma”. La scienza genera conoscenza, il giornalismo scientifico cerca di divulgarla: ora della vostra omofobia siete colpevoli solo voi.>>A. S. Pappagallo http://www.youthunitedpress.com/coppie-omosessuali-ed-adozione-tutto-quello-che-ce-da-sapere/Ultimo bell'articolo di un giovane scienziato italiano, con cui concordo pienamente.