NEW YORK '30

I GESTI D'AMORE


Sollevate il lembo della gonna, Signore: stiamo andando all'inferno.William Carlos Williams
Albert la vide arrivare, incuriosito dal passo indeciso lo sguardo cercava febbrilmente di incrociare quello di lei, una volta di fronte al pianoforte non poteva non vederlo; Marta lo riconobbe subito, il ragazzo, la decapottabile, la stazione, non poteva essere lui, aveva il viso rovinato da chissà quale battaglia eppure non poteva sbagliarsi, ne era sicura. Mise lo spartito sul leggio, soffiò leggermente sul palmo della mano e iniziò a suonare. La musica invase il parco, sembrava rapire la mente, il brusio poco a poco cessò, Mr Finley si avvicinò ad Albert, gli porse un bicchiere di selz, bevvero insieme, "Non male questa ragazza vero? Credo sia un'artista con un dono". Non potè far altro che annuire, rapito da quello che era il suo sogno, imparare a suonare il pianoforte dopo che per una vita gli era stato inculcata l'idea che la tromba è uno strumento da uomo. Voleva accarezzare i tasti, sentire note prendere vita dalle sue dita, voleva arrivare a suonarlo come aveva imparato a suonare lo strumento a fiato. Dopo circa un'ora si fermò, aveva spaziato da Chopin a Beethoven, con interludi di pezzi personali, aveva rapito i commensali, Anjelica con la piccola Cloude applaudirono fragorosamente insieme al pubblico, Albert si avvicinò, titubante, "Piacere Marta come mai mi fissava così insistentemente?" "Piacere Albert, la fissavo come lei fissava me in stazione tre giorni fa, la fissavo perché lei suona lo strumento che amo, la fissavo perché mi darà lezioni di pianoforte. Possono bastare come motivazioni?" Lei sorrise. "Si ricorda di me allora, strano pensavo di non destare così tanto interesse, per le lezioni di piano gliele darò volentieri, vorrei chiederle lezioni di pugilato ma temo non sia un buon maestro" sorrisero. Karl e la sua famiglia si avvicinarono, aveva in mano la tromba che era rimasta in macchina e che Albert aveva suonato qualche ora prima. "Fate un duetto per noi?" Si guardarono interrogandosi, sembravano stupiti l'uno delle capacità musicali dell'altro, come se i pensieri si fossero incontrati sorrisero in sincronia. "Facciamo un po' di blues e foxtrot? Ravviviamo un po' la serata?" confabularono qualche istante, poi si dettero il tempo, suonarono insieme qualche pezzo, erano davvero coinvolgenti, gli invitati gradivano e ballavano in molti angoli del parco, alla fine fecero un inchino e si applaudirono a vicenda mentre gli applausi arrivavano al piccolo palco. Albert si avvicinò a Karl, gli chiese di poter riposare un po', Frank si materializzò alle spalle dei due uomini, "Seguilo, domani sarai mio ospite ti riaccompagnerò in città quando vorrai". Annuì ringraziandolo segui il granitico uomo di colore, si addentrarono nella casa piena di persone, poi prendendo un corridoio arrivarono in un punto isolato della casa, una porta bianca si aprì e una stanza piccola e buia attendeva, si salutarono proprio mentre il pianoforte riprendeva a suonare. Albert lasciandosi cadere sul letto si addormentò di un sonno profondo. Quando si svegliò il silenzio era quasi spettrale, si avvicinò alla finestra, l'orologio a pendolo segnava quasi le quattro di notte, si affacciò alla finestra e non vide nulla, la festa era già finita, era tutto perfettamente in ordine, aprì la porta a vetri che dalla sua stanza dava sulla parte posteriore del giardino, ritorno dove poche ore prima c'era il pianoforte, ma non c'era più traccia di nulla, avevano già pulito e sistemato la casa che era immersa nel silenzio. Si incamminò verso quello che sembrava un viottolo e proprio da gli era sembrato di vedere del vapore alzarsi. Arrivò di fronte al laghetto, ma si accorse che non era più solo, nell'acqua una figura si muoveva, dei vestiti raccolti vicino alla riva, fece per andarsene quando una voce chiese "Chi c'è la?" "Che volete?" dalla voce sembrava proprio lei, la pianista. "Sono io Marta" "Io chi?" "Io il pugile, si è già dimenticata di me?" "No come potrei. Che fa non entra?""Non ho il costume e c'è lei""Entri nudo, io l'ho fatto"Albert sgranò gli occhi, forse non aveva inteso bene quelle parole, tentennò parecchio rimanendo immobile finchè non vide il corpo di lei uscire dall'acqua invitandolo ad entrare con un gesto della mano. Si tolse i vestiti ed entrò si lasciò invadere da quel tepore, si immerse completamente, lasciò che il viso tumefatto avesse sollievo, inizio a nuotare cercando di non avvicinarsi alla donna. Non fece in tempo a pensarlo che una mano gli cinse la vita e lo tirò verso il centro del laghetto, sentì il viso avvampare di calore, "E' così timido Albert?" erano vicinissimi, poteva distinguerla nel buio, come aveva fatto poco prima, la luna alcune lampade ad olio rimaste accese davano forma a quel momento. "Vuole imparare a suonare il pianoforte allora, ma ne ha uno su cui fare pratica?" "Dopo ieri sera posso permettermelo, ho solo bisogno di qualcuno che mi consigli con cosa iniziare""Io contavo di stabilirmi per un po' a Boston, lei che farà? E quella macchina su cui l'ho vista dove l'ha lasciata?""Era la macchina di Mr Finley l'avevo accompagnato in stazione proprio poco prima di imbarcarmi, quel giorno ho notato con che insistenza mi guardava e adesso siamo qui, nudi, in un laghetto, due perfetti sconosciuti, le sembra sia consono ad una signorina come lei trovarsi qui con me?"Sorrise e con le dita iniziò a percorrere il viso di lui, sentiva la pelle, il calore del corpo di lui immerso nell'acqua, si guardavano al buio, lui scorgeva i seni di lei nell'acqua, era bella, non osava spostare le mani dai fianchi, rimasero così, lei si fece più vicina appoggiò il mento sulla spalla di lui, così vicini Albert si senti scosso da fremiti, sentiva la pelle di lei, il suo petto era solleticato da le parti di lei rese turgide dall'acqua, si mosse, mise le mani intorno ai fianchi di lei e la cinse a se, lei si scostò fino ad avere le labbra ad un soffio dalle sue, si schiusero e si baciarono, fu lungo e delicato, mentre erano abbracciati sentivano la pelle rabbrividire sorrisero a quella sensazione, finchè Marta non gli sussurrò..."Mi vuoi davvero come insegnante di pianoforte?" "Può darsi..." disse Albert mentre si cercavano in un altro bacio.