Creato da I.am.Gatsby il 11/04/2013

NEW YORK '30

Anni 30

 

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BIANCO E NERO

Post n°5 pubblicato il 15 Aprile 2013 da I.am.Gatsby

Foto di I.am.Gatsby

È viva la tua anima? Allora fa' che si nutra!
Non lasciare balconi che tu possa scalare;
né seni lattei su cui riposare;
né teste d'oro con guanciali da dividere.

Edgar Lee Masters

 

Come era poco conveniente per una ragazza fare un viaggio simile, eppure non aveva voluto sentire ragioni, quella era la sua decisione e nessuno ero stato in grado di farla ragionare, camminava svelta, la scalinata che portava all'uscita era in marmo scuro, le sue scarpe, il ticchettio dei suoi passi, la luce della giornata ancora vivide, avrebbe trovato davvero qualcuno ad aspettarla? Un lampo di paura le attraversò la mente, appena Marta fu all'aria aperta si vide di fronte due piccoli calessi trainati da cavalli bruni, erano tranquilli, un uomo di colore con berretto e visiera si fece incontro, un caldo sorriso, "Missis Marta Wind" chiese, "Si sono io" "Venga la stavo aspettanto Missis" prese subito il bagaglio della sua passeggera e lo sistemò accuratamente nei vani sotto i sedili facendo attenzione alla rosa bianca che faceva capolino da una delle borse e la fece accomodare. Prese posto e raccolse le briglie, incoraggiò il cavallo con un verso, iniziarono a muoversi, "Ha fatto un buon viaggio Missis Wind? Questa è la nostra Boston" "Si grazie, un pò scomoda, ma il tempo e il panorama mi hanno aiutato" "Bene Missis, si goda la nostra città tra poco saremo arrivati Missis". Marta a quel punto guardò l'uomo, doveva avere all'incirca cinquantanni elegante educato, serio, si rivolse a lui "Scusi lei, ma può smetterla di chiamarmi Missis? Preferisco Marta, non mi formalizzo! Lei come si chiama?" l'uomo a quel punto mantenendo salde le redini, si voltò per farsi udire meglio, gli occhi seri e sinceri "Non posso Missis, non potrei mai chiamarla per nome, non mi è consentito, il mio nome è Frank Missis" riprese a guardare la strada e lei capì. Il calesse voltò per una stradina sterrata e malandata, in fondo si distingueva una grande casa bianca, due parti della casa staccate erano immerse nel verde, nel vederla rimase a bocca aperta, capitelli, colonne, finestre decorate, arrivati davanti a casa Frank scese subito porgendo la mano per aiutarla, quando mise i piedi a terra il suo accompagnatore dichiarò solenne "Benvenuta a Villa Finley Missis". 

Commenti al Post:
AlbaMutevole
AlbaMutevole il 15/04/13 alle 12:24 via WEB
Respiro quell'aria e quegli anni, attraverso i tuoi racconti.
 
 
I.am.Gatsby
I.am.Gatsby il 15/04/13 alle 12:26 via WEB
Questo era l'intento quando ho iniziato a scrivere i miei pensieri. Spero di riuscirci fino alla conclusione!
 
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