Creato da I.am.Gatsby il 11/04/2013

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Post n°12 pubblicato il 14 Maggio 2013 da I.am.Gatsby

Gli scrittori dovrebbero scrivere i libri come se dovessero essere decapitati il giorno che l'hanno finito.

Francis Scott Fitzgerald

 

Il ticchettio del grosso pendolo sembrava martellargli le tempie, si era agitato indolenzito si era seduto sul bordo del letto, si guardò intorno incuriosito,  venti minuti alle quattro, si avvicinò furtivamente alla porta, l'aprì appena, sbirciò e vide Humphrey sdraiato su di un divano in quello che era l'ufficio commerciale della sua società, richiuse e andò alla finestra. Rimase a guardare le navi ormeggiate, il mare era calmo, una distesa d'olio scura, nera e tetra, scorse la scala antincendio, sollevò il vetro, si chinò per passare all'esterno, ma non aveva fatto i conti con il suo fisico, mugugnò e iniziò a scendere. Quando mise piede sulla pietra della strada sentì le gambe cedere, camminò con passo incerto fino al delimitare della banchina, trovò un posto tra alcune casse di legno e si sedette. Un miagolio lo ripotò alla realtà, un gatto si avvicinò con fare sospetto, contorceva la coda, accettò la carezza di Albert inarcando la schiena, si arrotolò e si mise di fianco all'uomo. Non sapeva bene cosa sentiva in quel momento, una voragine, un vuoto, un desiderio, il nulla. La luna che stava per cadere nell'ultimo respiro dell'orizzonte nella notte, sentì gli occhi riempirsi di lacrime, scosse la testa, un'onda appena accenata, galleggiò sospesa davanti ai suoi occhi, in mezzo a quel mare capovolto, chissà quale era la sua stella, chissà dove si sarebbe rifugiato quel buio che stava scivolargli tra le mani. Una nave si stava avvicinando, sembrava muoversi anche la città, si voltò appena verso la palazzina, dietro di lui in piedi Humphrey, si guardano, sembra serio, forse è solo la stanchezza. "Albert, sto aspettando quella nave che vedi laggiù. Oggi non sarai dei nostri, rimani a riposarti, farò in modo di lasciarti solo. Ti farò trovare un abito per questa sera, verrai con me, sarai mio ospite insieme ad altri armatori."  Prima di alzarsi accarezzò nuovamente il gatto, il viso cominciava a lasciare trasparire in maniera ancora più evidente i colpi subiti, si incamminò.
"Dimmi perchè lo fai" si fermò davanti a lui.
"Capo, ha mai inseguito un sogno con tutto quello che sente scorrere nell'anima? 
Qualcosa che nessuno si aspetta da te, qualcosa che non fa parte della tua persona e di quello che gli altri pensano di te?"
"Credo di sì..."
"Io lo raggiungerò è da quando ero un moccioso che ci provo, ci stavo per riuscire ma poi la vita è stata impietosa. Ora mi voglio riprendere quello che volevo conquistare." 
Non si dissero più nulla, Albert tornò nella stanza, abbassò le tendine proprio mentre il sole stava varcando l'orizzonte, bagnò uno straccio con dell'acqua fredda, si sdraiò e lo mise sul viso, si addormentò immediatamente. Dopo molte ore sentì bussare alla porta, in maniera energica, "Tra mezz'ora ti aspetto giù, il vestito è appeso alla maniglia, dovrebbe essere della tua taglia, anche la camicia, spero che il bianco sia di tuoi gradimento." Si alzò, quello che vide davanti allo specchio era ciò gli aveva lasciato il combattimento, si sorrise toccandosi i lividi, s'infilò nella doccia, si fece la barba, indossò l'abito nero, la camicia bianca e un piccolo papillon in tinta con il vestito. Era pronto. 

Foto di I.am.Gatsby

Commenti al Post:
jul.y
jul.y il 22/05/13 alle 14:41 via WEB
".. non c'è fuoco né gelo tale da sfidare ciò che un uomo può accumulare nel proprio cuore.. "
 
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