Creato da nahan il 17/12/2008
Gonna find my way to heaven, `cause I did my time in hell... (Keith Richards)
 

 

Certe continuità e frutti di lombi

Post n°104 pubblicato il 27 Giugno 2012 da nahan
 

 

Nella partitelle dei ragazzi, come credo gli altri sport di squadra, ma di calcio so io, si intuisce, spogli di giudizio alle abilità che altri preparati e ovvi ne discerneranno, il carattere che sarà. Il ciondolare nel discosto vanesio, tocchi leziosi, calcoli dei passaggi, nascondersi o mostrarsi nei tagli di campo ecco l’insicuro, il cuorcontento,  l’espansivo, l’avaro, e nello sbagliare senza fiato né talento il gol del pareggio dell’ultimo minuto sorrido al futuro di quel rammaricarsi: eccolo... un generoso e di certo un buon amico.

E guardo.

Un rilancio altissimo disegna la discesa quasi a campanile: due gambe arabe (uguali alle mie) affrontano il difficile. La palla sbigottita dallo stop illogico, obbligata, riparte alacre, fedele al piede dal tocco sapiente (Merde! È più bravo me! E già ma non glielo dirò di certo io, che intrisi di ironica perfidia troppi parenti e amici lo informeranno.)

Io, cucciolo ma già spietato, forgiato nell’horror vacui da giganteschi allenatori alla ferocia dell’ “entra sempre!”: caviglia e palla trofei, erba e terra dileggio! Adolescente nei rugginosi spogliatoi di docce gocciolanti, seduto su panchine da schegge in culo, nell’ansiosa attesa avversaria dai nomi temuti. Sapevo certa la maglia (ed ogni volta era orgoglio) e alla consegna “quello lo marchi tu!” contrapponevo il mio imberbe coraggio nella responsabilità del pensiero sollievo dei miei compagni che, baluardo al mostro, non avrei concesso vita dolce allo scorrazzare irridendo. Il roccioso allora era bravura!

 Ed eccolo! (Il pensiero si mischia tra i ricordi)

Siamo davvero simili come dicono ma lui è più alto e più bello: la sua magrezza è figlia del benessere e di buoni allenamenti, la mia rifinita dalle scorribande nei boschi e dall’allevarsi nell’anche se ce né non bisogna esagerare.
Non mi guarda nè mi rivolge la parola: apprezzo! Il così deve essere del non cercar confidenza, pudico e rispettoso con chi ci si dovrà battere. Sprezzavo chi, in cui leggevo il pavido, cercava l’improbabile cordiale all'amichevole. Qui, la disciplina al nemico, fuori, le pacche dei reduci.  
Il lancio è lungo e per lui: è veloce e furbo. Attraversa la traiettoria dell’escludermi l’asso dell’anticipo (la volpe!) ma anch’io so di geometrie pedatorie e disegno il tracciato che lo costringerà all’O.K. Corral! 
Consumato da mille scontri riconosco l’osso duro: tiene la testa alta e guarda la palla con i piedi. Il sottecchio illustra e mi inchioda al deciso: dopo di me incontrerà solo le bestemmie del portiere. (Lo sa anche lui.) E quindi mi punta veloce. Pronto, sto nel teso veterano alla finta che spiazza, ma… perdio! Una veronica! A quella velocità!? (Merde! È bravo, è bravo…) Il vantaggio dello stupore è perso nell’inesperienza del gesto che lo avvicina troppo a me: carico la zampata assassina che sarà anche vendetta ignobile al derisorio e sparo! Ma… nell’attimo di un molesto pensiero blocco lo snodo del ginocchio al chiudere l’ultimo segmento che sarebbe muro all’involo e dolore da bocca sull’erba e lo lascio andare…

…che troppo godo nel vederlo gonfiare le reti avversarie!

 

 
 
 

Farneticazioni serali

Post n°103 pubblicato il 26 Giugno 2012 da nahan
 

 

(recycled post)

Di tante spiegazioni alle cause del mio stare attuale quella più sincera è sempre “la mancanza d’amore”. 
Evitate il pensarmi melenso patetico. La consapevolezza del non esser mai completi, dirò.
E in questa consapevolezza, il tragico pensiero che solo nell’equilibrio si regge la verità dello stare.
Non la metà e metà. Ma l’equilibrio.
In grafica si insegna che un macchiolina di colore posta nel giusto modo compensa una larga campitura complementare. Il metà e metà è la banalità.
Un imprescindibile disincanto è pilota allo scoramento delle persone che, più o meno inconsciamente, lo hanno capito. Ma si vive lo stesso, pragmatici delle proprie esigenze caratteriali.
Che in sostanza non leniscono la sofferenza di questo intuire. Con l’amore (questo osceno ma necessario impostore) si vacilla e si entra, fin che dura, nella fasulla dimensione del rasserenante piacere dell’accettare lo status quo.

Un peccato originale che non si sana

 

 
 
 

Di credute ragioni

Post n°102 pubblicato il 22 Giugno 2012 da nahan
 
Tag: poesie

 


Il fresco del primissimo mattino
è già accaldato dal giorno che incombe
e così i miei pensieri (e le voglie).
Nella voluttà del desiderio che non mi abbandona
l'idea odalisca diventa tormento di esigenza.

Stai con me oggi
regalami la sapienza della donna che sa sorridere
di gesti amorevoli al turbato dell'allibito.
E staremo nell’è così che deve essere
profondi al sentire lo stesso abisso nell'altro
nella promessa di dolcissimo e agro
(nessun troppo dolce delizia, ricordi?)
complici nel declino del perverso desiderio
rinnovare il segreto patto
del piacere nel darsi.

Portami dove ti ami senza vergogna  
e regalerò i miei occhi al tuo vedere
e sapremo dove toccare diventati ormai lussuria
i corpi del sapore tra l’aria vulva e torrida
che abbraccia e scioglie l’acciaio del lascivo.

Faremo d'oro un sogno creolo
in questo inizio di tramonto ariano

e sarò l’uomo che avrei voluto diventare.

 

 
 
 

Declinando Artusi

Post n°100 pubblicato il 14 Giugno 2012 da nahan
 

 

Solo nell’acquolina.
Alla rapida ma accurata scorsa dell’agenda mentale appuro lo scevro delle prossime 24 ore: nessun incontro ravvicinato che obblighi al fresco brillante.
E sia! Cibo da battaglia, quindi!
Aio, oio e pepe ronciàino!
A secco!
Piattone adeguato aglio due spicchi anzi tre e un pezzo del quarto olio d’oliva e peperoncino tutto d’un fiato crudissimi.
Mi fiondo nella dispensa all’afferrare lo smilzo pacco e rientro fionda in cucina all’acqua che già bolle - La vache ta mère! - Bavette!
L’ortodossia sancisce a litania spaghetti ecc. ecc., quindi che sia, perbacco!
Lumo, già iniziato ma pesato di giusto all’abbondante, dello stesso numero di un più famoso che amato profumo, un pacco di filiformi : Je suis très heureux de vous rencontrer!”
Lo statuto cita spaghetti e tace di diametri quindi si tuffi rispettosi di dogma il tutto. (Mi guardo intorno agitato, che di solito sto bruciando sempre qualcosa in questa fase ma mi rilasso al sovvenire del sugo pronto di non cotto!)
Caldissimi nel citato piattone, innevati da parmigiano al tergere il troppo liquido, è il barbaro divorare.
Dalla cantinetta, ciborio di un passato beone, un forzuto e coraggioso siculo D’Avola si offre all’agevolare il poderoso. Mi si creda: l’aglio crudo non è da tutti.

La fede mi obbliga pure al rispetto del motto che, accentato di dialetto, forza al sapor di mucca un degno fine pasto. Il soccorso è reminiscenza di un simpatico cuoco toscano che tempo fa insegnava a trar sollazzo dagli avanzi e da cibi non più freschi: che ormai troppo spesso solo, agli avanzi mi obbligo dissennato sperimentatore.
Due fette di pecorino, in un improbabile scaldo da padella, su un capello d’olio… e sopra, stese sul sofà che ammorbidisce, due acciughe puttane nel languido.
L’odore è micidiale, il sapore suo fratello!

Bon! Vado a svenire un pò sul divano. Se sopravvivo ci risentiremo di certo!

 

 
 
 

Pelle di pioggia

Post n°99 pubblicato il 09 Giugno 2012 da nahan
 
Tag: poesie

 

Ombra di
labbra bocche
carezza o frusta
fiore e spina

Ergersi catena
a sfacciati orli
porte celate
a dilatanti piaceri

rivincite al dolore
lasciato al tempo del reale
in altri spazi

cade…

che è volo fluttuante
sopra i mari amati
dal bruciante sale del dopo

che spezia la vita

 
 
 

Le donne dovrebbero sempre sorridere

Post n°98 pubblicato il 09 Giugno 2012 da nahan
 
Tag: poesie

 

 

Labbra socchiuse

Inviti al piacere condiviso

 

La timidezza coraggiosa

della rosa che schiude

allo sfioro del sole

 

E il mondo si illumina

 

Gelidi pensieri

cadono frantumandosi

e si rinnovano succosi

in acini di vita

 

potere

 

che poveri tristi uomini

ciechi dall’ombra inesorabile

volti al tramonto

non afferrano più

 

brezza rinfrescante

che spazza i cortili dell'anima

e ridà lustro

ai primordi selciati

del nostro stare

 

Le femminili raggianti risate allegre…

 

miglior preludio d’amore

 

 
 
 

Amnistie truccate

Post n°96 pubblicato il 05 Giugno 2012 da nahan
 
Tag: poesie

 

 

Dietro al coraggio della finzione

immune da colpe o accuse

si cela garante l’indolenza

a taciute comunioni

 

Ma ci assolve la coscienza?

Ci dispensano la maschere

risorse per l’altrui viltà

dal non curarsi o agire?

 

Che nessuna parte di noi rinneghi

la delizia della visita divina

che ci fa mani e dita

per afferrare le stelle

 

 
 
 

Certe risolutezze

Post n°94 pubblicato il 30 Maggio 2012 da nahan
 

 

Era il maresciallo di casa, la nonna il comandante. Nodoso e burbero di gigante. Una targa incorniciata di dimesso esplodeva sul muro della cucina: Cavaliere di Vittorio Veneto (e taccio su dubbi accostamenti) che il mio ingenuo crescere rampollo di Repubblica insisteva al sogno di un Re che lo onorava. Da lui e non da altri ho imparato a stare ritto e non piegar mai la schiena se non davanti al duro lavoro. Adorava mia sorella: a lei la certezza della carezza, a noi, branco di cugini, legnate da codice penale evitate spesso svelti come gatti, ad onor del vero senza odor di avvocati, e relegate al frustrato del suo sguardo micidiale di minacce. Non parlava che dialetto, l’italiano, tradotto tout court alla esilarante sintassi, era lingua straniera. Memorabili di ricordi e ancora sorrisi certe sue uscite obbligate dall’ostico idioma nazionale. Eppure, periodicamente invitato da certe programmazioni di una tv che era allora Televisione, si appropriava dittatore del centro della cucina e monopolizzava lo schermo sotto gli occhi irritati di incerto del branco sopracitato.
L’Opera in tv. 
Lo guardavo, guardavo le labbra di quella vecchia quercia muoversi all’accompagno di tenori e soprani e cori, seguire e ripetere senza suono, lirico, tutto l’invisibile libretto. L’incolto contadino, l'operaio da sfinimento che non aveva la prima elementare recitava a memoria scandendo la musica. Rapito.

Verdi.

Aida.

E Traviata.

E altro.

In seguito, giovane ma abbastanza adulto al poter adempiere, ebbi un lampo di pensiero: lo porterò a Milano! Alla Scala!.
Ma tant’è! Allora ero quasi sempre innamorato e quella saetta luminosa si perse nel bagliore dei fuochi del frenetico tutto dei miei vent’anni e così…

…di tanti rimpianti, anche troppi, più delle donne non avute o perse, più delle cause di questo fallito stare, più delle vanesie altere ostinazioni, il più grosso è questo: e ancora mi commuove e mi ferisce per l’irrisoluto seguito di quel pensiero.

Che nel ricordo di un sorriso stupito e grato di chi troppo ci assomiglia germoglia la serenità sognata.

 

Bon…

 

 
 
 

Affabili conversazioni (Red)

Post n°93 pubblicato il 25 Maggio 2012 da nahan
 

 

Interno bar

 

Donna: Sembri un tipo cauto…

Red: Diciamo che  non amo molto rischiare.

 

Blue guarda nel bicchiere

Green si sforza di impassibile e fissa i riflessi delle bottiglie

Purple di schiena sorride

 

La casa è di proprietà della moglie, ha una storia da due anni con la sua esasperata commercialista e il telefonino con il quinto messaggio della giornata di una avvocatessa “conosciuta” da una settimana…

 

 

 
 
 

Arsure salentine

Post n°92 pubblicato il 20 Maggio 2012 da nahan
 

 

 

Avvolti solo dall’illanguido troppo caldo meridiano

Daisy e Green immobili nell’afoso di lenzuola umide

Un crogiolo torpore di assopimento del pisolo agostano

 

Daisy è gamba piegata nel supino di un aperto osceno al  refrigerio

Green la testa sulla coscia interna

 

 

Green schiude pesante lo sguardo ad un silenzioso richiamo

Davanti a suoi occhi giganteggia la porta dei suoi paradisi

Green alita pacato

Green osserva il suo assetato respiro carezzare quel chiuso di pozzo

Tenue, è vento caldo che non asciuga

Green veicola l’alito soffio: che sia chiave che spalanca

Green è teso al quieto di un ritmo respiro

 

Dal serrato una stilla

 

Green esulta immobile

Green governa il lieve soffio alla costante intensità

e ritma calmo

 

Daisy ansima nel sogno di calura

Green respira calmo

 

Daisy è voluttà che si confonde nella canicola

Green respira calmo

 

Mille infinite stille si uniscono a patina su uno schiudersi a valva

Green nella tensione del traguardo respira calmo

 

Il pozzo è  aperto: Daisy è carne e viale 

Green respira calmo

 

Daisy è rantolo di bisogno

Green respira calmo

 

La mano di Daisy alla nuca di Green

nel sogno del supplizio attira rabbiosa Green

Daisy è ansito di infine alla incalzante cascata dell’appagamento

 

Green ora bacio di carne che sfama negli aromi triviali

 

beve vittorioso.

 

 

 
 
 

Desideri

Post n°91 pubblicato il 17 Maggio 2012 da nahan
 
Tag: poesie

 

Riarse dalle interminabili nostalgiche

urla di anime

un tempo amiche

 

un sole di terracotta vela accecando

le distanti rive assetate

di questo mare intimo

primitivo e spietato

 

e che testarda

seguendo antichi istinti di razza

per rifare il nido saccheggiato

solo la rondine sa attraversare garrendo

 

e ancora si odono echi di umanità.

 

 
 
 

Appetiti

Post n°90 pubblicato il 11 Maggio 2012 da nahan
 

 

A deliziarmi ai piedi del letto ogni prima di, obbligherei una donna che sa cantare.

Pena una mia temeraria forzata impotenza.
Il  troppo pieno di musica e di grossolane perversioni sregolate al consumo ha sbriciolato le compagne dotate d'intonato dell’allora. Adesso maturo d’età, ho meno musica fast food ma esigenze, lasciatemelo dire, di sopraffino.

Bon, questo è sogno da isola deserta, ammetto.
In effetti solo in contesti simili sarebbe  possibile applicare lo sconsiderato ricatto ed avere chance d’esito positivo.

Ma guarda te cosa vado a pensare…

 

 
 
 

La radura del bel sentire

Post n°89 pubblicato il 09 Maggio 2012 da nahan
 

È un posto dove aleggiano voci amiche.

Dai, su,  non ridetemi di derive mistiche. Una piccola valle, stranamente impervia per queste colline dolci, scavata da un ruscello da anguille che, incline ai rigonfiamenti primaverili, smotta gli argini e obbliga al ciclico sudore del sistemare: ma ne vale la pena. Tra il ripido ed il rivolo il sentiero sfocia all’ansa che decide una piccola radura rigorosa ai filari di noci selvatici piantati ad allevamento: la luce filtra di soffuso tra le ombre del verde.

Al vagare qui, suoni di affettuose citazioni riposte nei meandri dei ricordi, attirati dalla prodigiosa tonalità, avvolgono i pensieri dei propri affanni rinnovando il rincuoro e spesso consigliando alla soluzione.

Declina pure al moderno questa magia deliziandoci del suono di concreti accenti cari all’invito di illogici cellulari: e, meraviglia, ribadisce un’antica intimità persino un nuovo sentire.

 

Ed è frescura che nutre di sereno il ripartire al giorno.

 

 

 

 
 
 

Gli occhi della campagna

Post n°88 pubblicato il 06 Maggio 2012 da nahan
 
Tag: poesie

Nel verde ferito che lacrima bellezza ancora
è il braccio delle chine volontà il riparo
e il sudore della sapienza alla cura
e il sorriso al riposo nell'ombra del leccio

ed il vederti lontano nella lunga gonna al vento
giungere al passo sbarazzino delle braccia dietro la schiena

ma se non porgerai quando mostrerai le mani
il cesto del vino e del ristoro
non ti potrò mai amare
perchè ti vedrò quadro e non pittrice
di questo bucolico adorare

 
 
 

Telegramma

Post n°87 pubblicato il 03 Maggio 2012 da nahan
 

 

Giacca attraversa la sala da pranzo

impercettibile una forchetta rallenta il percorso verso la bocca

Collana in abito da sera

Un corridoio elegante

la porta del bagno
specchi e petali

e un unico vedere

 

Il desiderio si fa lingua

Darsi e ricevere

 

Collana  nell'apprensivo dell'uscita
Giacca solido al sicuro risolvere

Ai tavoli

Collana sorride di ritorno a Cravatta
poco più in là ma  lontanissimo Giacca a Orecchini

Meschini.

 

Si, per gli altri

 

Mancia al cameriere

 

 
 
 

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Tutte le immagini sul mio blog sono state prese da blog o siti appositi di grafica dove c’è il permesso di copiare mantenendo la firma o chieste ai rispettivi proprietari. Se per caso le immagini qui presenti non fossero state richieste alla al giusto titolare/creatore, mi scuso ed in tal caso su richiesta le eliminerò, dopo una prova di autenticità del materiale in questione

 

En las orillas del duero


La lotta che si combatte nell’animo umano e che sfugge talvolta alla realtà è ben espressa nell’immagine del visionario “artefice di spettri”

Pensava d’essere ozioso
nelle sue prigioni anguste
e mai ha potuto esserlo
colui che, fermo sulla breccia,
in lotta disperata
contro se stesso combatte.

Pensavano che fosse solo,
e mai lo fu
l’artefice di spettri
che vede sempre nella realtà
il falso, e nelle sue visioni
l’immagine della verità.

Pablo Neruda

 

AD ALCUNI PIACE LA POESIA

Ad alcuni -
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dove è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.


Piace -
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.


La poesia -
ma cos'è mai la poesia?
Più d'una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
Come alla salvezza di un corrimano.

Wislawa Szymborska

 

 
 
 
 

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