mi inchino a te

"Sognatore è un uomo con i piedi fortemente appoggiati sulle nuvole. Io sono un sognatore."

 

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Piove (5)

Post n°8 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da personelvento

I giorni passavano susseguendosi monotoni e uguali. Mi capitava spesso di soffermarmi a pensare a quella donna, a quanto dolore dovesse lacerarle l'anima. La vita alle volte ci regala momenti amari. Cosa faceva ora? Cosa stava pensando? Si ricordava ancora di me? Quale impressione le avevo fatto?

Domande alle quali non avrei mai più avuto risposta.

Quella sera, rientrando in auto a casa, mi sentivo leggero, come se qualche cosa di bello stesse per accadermi. Parcheggiai la macchina e mi diressi con passo quasi sognante verso il portone.

La vidi, era lì. Mi stava aspettando. Rallentai il passo per riprendermi dalla meraviglia. Era ancora più bella di come la ricordassi. Un abitino nero le fasciava aderente il corpo sinuoso, esaltando al massimo le sue stupende forme. Sembrava una donna che, avendo trascorso buona parte della giornata a prepararsi, era pronta per l'uscita serale; e da quanta cura ci aveva messo doveva essere un evento mondano molto importante.

Mi avvicinai, ero ormai ad un passo da lei. I nostri occhi si fissarono intensamente per alcuni interminabili secondi. Allungo la mano verso la mia, la prese, e sfiorandomi le labbra con le sue, mi sorrise. Come se sapesse esattamente ciò che voleva s'incamminò verso la porta. Guardavo da dietro quel suo incedere elegante, quasi regale. Arrivata, si girò e mi attese. I suoi occhi brillavano.

Entrati in casa si diresse verso il bagno, prese la borsetta e ne estrasse una boccetta tutta colorata, aprì l'acqua della vasca e ne versò alcune gocce dentro. Mi fece cenno d'entrare e non appena fui dentro, uscì richiudendosi la porta alle spalle.

Ero rimasto sconcertato, non sapevo più cosa pensare, mi dissi che era inutile farlo tanto, per ora, non avrei capito. Mi spogliai e mi distesi nella vasca. Il profumo che saliva dall'acqua era inebriante, stava aumentando incredibilmente quel senso di leggerezza che avevo provato tornando a casa. Rimasi immobile per diversi minuti, lasciandomi cullare i sensi.

Uscito dalla vasca mi asciugai, presi la schiuma da barba e iniziai ad insaponarmi il viso. Non ho una barba molto dura, forse non avrei avuto neppure bisogno di tagliarla, ma anche io volevo essere all'altezza dell'evento. Non sapevo assolutamente cosa quella donna avesse in mente. Un dubbio lacerante si aprì improvviso nella mia mente: l'avrei trovata ancora lì quando sarei uscito dalla stanza da bagno?

Quando mi ero accomodato nella vasca non avevo pensato che poi non avrei avuto niente di pulito da mettermi in dosso, decisi così d'indossare l'unica cosa che avessi a portata di mano: l'accappatoio.

Uscendo mi guardai intorno, nessuna traccia di lei. Mi stavo dirigendo verso la cucina, quando una musica melodiosa iniziò a spandere le sue note, lei era nel salone.
Mi diressi lentamente verso quella parte, il cuore ora stava aumentando il suo battito ed un leggero nodo alla gola mi indicava la forte emozione.

Era lì in piedi che mi aspettava. Affascinante visione.
Prese dal tavolo due bicchieri.... Martini ben ghiacciato come piace a me. Rimasi stupito.
Bevemmo un lungo sorso, poi prendendomi il bicchiere dalla mano, lo riposò sul vassoio.

Ero lì, immobile e senza pensieri, completamente soggiogato da quella presenza femminile così seducente e decisa. Si avvicinò a me e, sollevandosi sulla punta dei piedi, iniziò a baciarmi sul collo... Mi girò intorno continuando a baciarmi. Era dietro di me, ne sentivo il profumo, avevo gli occhi socchiusi, mi gustavo questo momento.
Le braccia mi cinsero la vita, con sapiente destrezza trovò il nodo dell'accappatoio e lo slacciò. Le sue mani carezzevoli sul mio petto mi facevano già provare brividi di sottile piacere. Chiusi gli occhi, mentre lei faceva scivolare il mio accappatoio in terra.

I suoi baci sulla schiena...  le sue carezze leggere sul mio petto....
Con la lingua prese a scorrere tutta la spina dorsale che io inarcavo ogni volta al suo passaggio. L'eccitazione era fortissima, ma rimanevo immobile, incapace di farla smettere.

Si strinse con il suo corpo dietro di me, sentivo le forme del suo seno e il suo caldo respiro sul collo. Le mani lentamente scivolavano giù, dapprima sullo stomaco, poi sempre più giù. Prese con una mano il mio sesso ormai eretto ed iniziò ad accarezzarlo dolcemente...
Sentivo anche la sua eccitazione, il battito del suo cuore accelerato. Con un dito mi stava sfiorando il frenulo, provocando un'erezione ancora più intensa.

Tolse la mano e mi venne nuovamente di fronte, mi guardò negli occhi e sorridendo s'inginocchiò davanti a me...

 
 
 

Piove (4)

Post n°7 pubblicato il 29 Ottobre 2010 da personelvento

...Era chiusa in bagno ormai da un'ora, sentivo ogni tanto un pianto sommesso. Avrei voluto bussare a quella porta, farle capire che con me si poteva sfogare senza nessun problema, che avrei saputo ascoltarla, che sarei stato insieme a lei nel suo dolore. Non lo feci, ed oggi me ne rammarico.

Decisi di andare in cucina per prepararle un the caldo, sicuramente l'avrebbe aiutata a sentirsi meglio. Misi su l'acqua a scaldare e mentre sceglievo quale infuso prepararle, sentii la porta del bagno che si apriva. Rimasi lì, pensando che girare un po' per casa da sola le avrebbe dato più sicurezza, le avrebbe dato di me l'impressione di essere meno estraneo.

Un rumore sordo colpì le mie orecchie... era la porta di casa che si richiudeva.

Se ne era andata così...

 
 
 

Piove (3)

Post n°6 pubblicato il 28 Ottobre 2010 da personelvento

…. mi scrutò.  Sguardo fisso, fiero di se. Si rese conto subito della situazione anomala, ma non mosse un muscolo, tutti i suoi sensi erano tesi nello sforzo di comprendere la situazione. Guardò intorno qualche istante, poi  di nuovo verso me, stava studiando chi ero e cosa in quel momento sarebbe stato meglio fare. Evidentemente decise che era opportuno non muoversi, di aspettare le mie mosse. Immobile anch’io continuavo a fissarla con sguardo dolce, abbozzando un leggero sorriso rassicurante. Capii che avrei dovuto fare il primo passo e con voce tranquillizzante dissi: ciao, il mio nome è……. Ti ho vista sotto la pioggia battente e mi sono permesso di farti salire in macchina per farti riparare. Spero non ti dispiaccia.
Continuava a fissarmi senza dire una parola. Proseguii: posso chiederti cosa ti è successo? Silenzio…
Cosa avrei potuto fare? Decisi la cosa migliore per lei e dissi: vieni, ti accompagno a casa mia così potrai asciugarti e metterti in dosso qualcosa di caldo.
Scansai la sua testa dal mio petto, scesi dalla macchina e mi diressi allo sportello opposto, l’aprii e le tesi la mano per aiutarla a scendere. La prese saldamente nella sua, chiusi l’auto e tenendo ancora la sua mano nella mia ci dirigemmo verso l’androne.
Entrati in casa le mostrai dove era il bagno, presi degli asciugamani puliti, una camicia ormai stretta per me e un paio di pantaloni della tuta, era l’unica cosa che mi era venuta in mente per farle coprire la parte inferiore. Posai il tutto vicino a lei, e chiudendomi alle spalle la porta le dissi di fare tutto con comodo.

Mi sedetti sul divano della sala da pranzo e attesi…

 
 
 

Piove (2)

Post n°5 pubblicato il 26 Ottobre 2010 da personelvento

…. Quanto tempo sarà trascorso? Dieci minuti… un’ora… non lo so. Il mio braccio intorno alle sue spalle è immobilizzato e non posso vedere l’orologio.  Ho continuato a guardarla dormire, ormai conosco ogni tratto del suo volto, potrei descriverlo a occhi chiusi quanto ora mi è famigliare. La mano vorrebbe sfiorarlo, accarezzarlo, ma non oso. Sono solo uno sconosciuto che per caso in questo momento le è vicino.
Il suo respiro regolare gonfia un seno regolare e la camicetta ancora bagnata disegna le sue forme. Le gambe leggermente scoperte sono ben disegnate, né  troppo magre ne’ grosse, apparentemente lisce, segno di una persona che cura il proprio corpo.
Ha smesso di piovere. Un timido sole ora si affaccia tra le nuvole ormai prive di pioggia.
La mente ha continuato a pensare, a fare congetture. Cosa sarà mai successo a questa donna? Perché si stava lasciando bagnare senza difendersi? Quale lancinante dolore doveva aver provato? Tutte domande alle quali non avrei potuto dare risposta.

Mi preoccupava il momento del suo risveglio. Come avrebbe reagito quando si sarebbe accorta di essere in macchina tra le braccia di uno sconosciuto? Spavento… terrore…  Un altro brutto momento, dopo quello che aveva passato, non le serviva proprio. Non sapevo cosa fare, ero immobilizzato. Avrei cercato tra i ricordi della mente il mio sguardo più dolce e rassicurante… Sarebbe bastato?

Proprio in quel momento si mosse, si stava per svegliare. Lentamente, come chi sta tornando da un mondo lontano, apri gli occhi e….

 
 
 

Piove

Post n°4 pubblicato il 26 Ottobre 2010 da personelvento

Un bel temporale rinfrescante ci voleva proprio.  Me lo stavo godendo tranquillamente alla finestra, quando ad un tratto mi prende la voglia di uscire, voglio gustarmelo su una delle terrazze più belle di Roma. Eh, si… me ne vado al Gianicolo.

Prendo le chiavi della macchina, l’ombrello che poco sopporto e mi dirigo verso il parcheggio.

Piove proprio a dirotto, nonostante l’ombrello, sono già mezzo bagnato. Scorgo da lontano qualcuno poggiato sulla mia macchina. Incurante della pioggia si sta inzuppando completamente. Mi avvicino e vedo una donna molto elegante, un tailleur blu di ottima fattura, una collana di perle, scarpe e borsa perfettamente in tinta.

Apro la macchina, e senza pronunciare una parola, la faccio accomodare.

Singhiozza! Le lacrime scendono copiose confondendosi con l’acqua della pioggia. L’unica cosa che ho per poterla asciugare è un rotolo di scottex sotto il sedile. Strappo via alcuni fogli e comincio ad asciugarla. In silenzio mi lascia fare, forse dentro di se mi ringrazia meravigliata. Mi guarda, ma non sta vedendo me, i suoi occhi sembrano persi dietro pensieri lontani. Un grande dolore deve attanagliarle il cuore.

I finestrini sono ormai appannati, fuori non si vede nulla. Ogni tanto i suoi singhiozzi vengono interrotti dal rumore dei tuoni.

L’ho asciugata quanto possibile, i suoi abiti sono troppo bagnati, decido di accendere il motore e far entrare aria calda nell’abitacolo.

Mi guarda, forse per un attimo mi vede… si avvicina e poggia la sua testa sul mio petto. Il pianto lentamente diminuisce e il respiro si fa più regolare. Il calore del motore comincia a riscaldarla.

Con voce bassa inizio a parlare… lei non risponde… Sento il suo respiro regolare e il cuore ormai calmo. Si è addormentata…

 
 
 
 
 

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Un blog di: personelvento
Data di creazione: 07/10/2010
 

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