Il diario di Nancy

Compravo la guerra...


Ogni giorno cerco d'imparare qualcosa di nuovo. Mi piace nutrire la mente e per questo continuo a studiare. Sempre. Nonostante abbia passato da un pezzo l'età per essere considerata una studentessa.Da quando poi nella mia vita è entrato internet, ho potuto accedere a tutta una serie d'informazioni che prima mi erano sconosciute. Ho visitato musei dall'altro capo della terra. Ho viaggiato nel tempo e nello spazio senza muovermi da casa. Ho approfondito temi, ho cercato autori, ho scoperto poesie, ho ascoltate musiche, ho visto immagini che mi hanno fatto piangere di dolore. Ho trovato mondi.Ogni giorno dedico qualche minuto della mia giornata per viagggiare in rete. Proprio pochi minuti fa mi sono imbattuta in questo sito e sono entrata profondamente in crisi.Sapevo da tempo che le grandi multinazionali rappresentano non solo il Potere economico assoluto dei nostri tempi, ma decidono anche le strategie politiche mondiali. Prova lampante ne è il fatto che finanziano le guerre con sostanziosi incentivi.Se non ho avuto esitazioni ad aderire alla campagna che boicotta la CocaCola, colpevole tra l'altro di sequestri e torture in Colombia. Non sono invece riuscita ad aderire all'altra campagna che cerca di boicottare alcuni prodotti di uso comune.Leggendo l'elenco ho scoperto che io faccio abitualmente uso di questi prodotti. Se apro la credenza in cucina ci trovo i cereali Kellogg's ed il Nesquik. Se entro in bagno ci trovo prodotti Palmolive, Infasil, Aveeno, AZ, Demak'up, Scottex, Lines, Glysolid. Nel cassetto del comò ho calze Dim e Filodoro. Posseggo anche completini intimi della Playtex e della Wonderbra.Nel mio frigo in questo momento ci sono le famigerate sottilette Kraft e i Philadelphia e gli yogurt Teddi che compro perché sono biologici.Sostenevo la guerra e non lo sapevo. Parlavo di pace e compravo la guerra. Ho pagato anch'io le armi che altri hanno usato per uccidere uomini. Un paradosso inaudito, inaccettabile, insostenibile. Che mi ha messo profondamente in crisi.Se smettessi di acquistare questi prodotti che danno recherei a questi colossi multimiliardari? Io insignificante consumatrice di una minuscola città.E se per ipotesi smettessimo tutti di comprare questi prodotti cosa succederebbe all'economia mondiale? Quasi sicuramente ci rimetterebbero sempre le stesse persone, tutti quelli che grazie a questi "signori" lavorano e portano a casa uno stipendio. E sono tantissime famiglie in tutto il mondo.E poi c'è un altro problema da non sottovalutare, comprare prodotti di altre marche minori non dà l'assoluta certezza di non comprare la guerra. Questi colossi hanno inglobato tutto ciò che li separava dal dominio totale del mercato e del mondo, hanno comprato le imprese minori, i piccoli marchi nazionali, i quali pur di sopravvivere sono stati costretti a vendere il nome e diventare di proprietà di altri. E' la legge del più forte.Oggi non ho risposte, non ho soluzioni. Mi sento solo impotente. Forse dovrei fare come il sito suggerisce, scegliere il commercio equo solidale. Uno dei negozi in elenco è proprio vicino casa mia, credevo si vendessero solo oggetti etnici e non ci sono mai entrata. Vado a darci un'occhiata tra poco...