Il diario di Nancy

Riti postali


E' risaputo che il logorio della vita moderna è fonte di stress.In questo periodo dell'anno, le cose da fare sembrano centuplicate con conseguente aumento del livello di ansia. Abbiamo tutti, nessuno escluso, impegni di un'importanza fondamentale per l'evoluzione della civiltà.Bisogna addobbare la casa, comprare tanta nuova paccottiglia kitsch, pensare, scegliere e comprare i regali, spedire le letterine per Babbo Natale, elaborare il menù delle feste sfogliando riviste da cucina, fare la spesa in supermercati traboccanti di fiumane di popoli erranti, aprire le finestrelle del calendario dell'avvento, ascoltare le musichette natalizie, presenziare al saggio di danza della figlia, al coro di Natale dell'altro figlio, al saluto scolastico con tanto di panettone e cadeaux, scegliere i pupazzetti glitterati per abbellire il blog, scrivere le mail d'auguri, scegliere i bigliettini da spedire agli amici più cari, scriverci qualcosa che sia meno banale del classico "Buon Natale e felice anno nuovo", essere belle, carine, luminose e soprattutto felici, magari abbigliate di rosso e con biancheria intima piena di pailettes e piumini.Come ogni anno sopravviviamo a tutto questo, sospirando rassegnati che sarà pure una faticaccia, ma è una tradizione a cui pochi rinuncerebbero. Magari ci ripromettiamo di non farci coinvolgere il prossimo anno, di non fare regali a nessuno, di spendere la tredicisima in maniera più intelligente, cerchiamo un'idea alternativa per evitare tutto questo bailamme e sogniamo la solita vacanza in una metà esotica. A me Natale piace, l'ho sempre detto e non me ne vergogno, mi piace l'atmosfera d'attesa e quel senso di magia, non attribuisco alla festa nessun significato religioso particolare, mi piace l'idea di festeggiare qualcosa che viene ripetuto da millenni, da molto prima della nascita di Gesù Cristo. In fondo lo sappiamo tutti, perfino Dan Brown, che quella del 25 dicembre è una convenzione, una data scelta per sostituire i Saturnalia pagani con una ricorrenza cristiana, un modo semplice e sbrigativo per far convivere due culti diversi.Anche per questo mistero che si perde nella notte dei tempi amo il Natale, e mi faccio coinvolgere nei suoi riti e nelle sue follie, sapendo di compiere gesti arcaici.Ieri sera ho scritto i bigliettini d'auguri, con la bella scrittura delle grandi occasioni, vergata logicamente con inchiostro dorato.E stamani ho imbucato le lettere tutta contenta per aver appena portato a termine un rito. Ma dopo pochi momenti mi sono accorta d'averle spedite senza francobollo.Li avevo comprato, lo giuro, ma ho preferito lasciarli a svernare nel mio portafogli piuttosto che appiccicarli dove di consueto.Sono entrata nell'ufficio postale, ho oltrepassato la gente in fila ed ho spiegato disperata ad un impiegato incredulo ciò che avevo appena fatto. Lui mi guardava trattenendo a stento il sorriso, con le guance gonfie di riso.Mi ha spiegato che l'incaricato al ritiro della posta sarebbe arrivato solo due ore dopo e che nessuno era in possesso delle chiavi.Per un attimo sono stata tentata di far pagare la multa ai miei amici, ma poi ho deciso di bivaccare sul marciapiedi aspettando il furgone postale.Ho recuperato i miei bigliettini tra migliaia di lettere, aiutata da un gentilissimo e divertito impiegato delle poste, a cui avrò chiesto scusa non so quante volte "Mi dispiace... sono mortificata... non volevo... "Sì, lo ammetto, sono leggermente distratta e quindi prima di dimenticarmene sopraffatta dallo scorrere impetuoso degli eventi, vi lascio qui i miei più grandi auguri per un dolcissimo Natale.