Emme, la mia bambina, ha sette anni e non ha ancora imparato a parlare come si conviene.Dalle sue labbra le lettere vengono fuori con lo stesso suono, come un linguaggio fatato precluso agli adulti.Inciampa nelle parole, le contrae e le mordicchia, ne dimentica i margini e non sa modulare la voce.Inciampa e ricomincia da capo. Crescendo ha imparato a fare largo uso di sinonimi per farsi capire, quando era più piccola si serviva, per lo stesso scopo, delle espressioni del viso. Un'attrice senza sonoro di estrema bravura.Per molto tempo ho creduto che i suoi ritardi, nel linguaggio e nell'apprendimento, nascondessero qualcosa di grave, di poco normale.Ed avevo paura perfino a sussurarne il pensiero che sigillavo nel segreto del cuore.Cercavo a ritroso nei giorni, una possibile colpa, un qualsiasi sbaglio, se forse era dovuto a quegli antibiotici presi in gravidanza, oppure per averla allattata al seno per oltre due anni.Emme è indifesa più degli altri bambini, lei non conosce il concetto di tempo. Fa tante, troppe domande e non ascolta nessuna risposta, già persa a fantasticare chissà quali cose.E' incapace di scrivere in corsivo ed ancora non sa leggere, a stento riconosce le sillabe. Per gli specialisti che la seguono da oltre tre anni, si tratterebbe di disgrafia, anche se non escludono una probabile dislessia.Emme ha negli occhi color nocciola la curiosità ed il candore di chi è ancora innocente.Ha sorrisi sporchi di marmellata di more e le piccole dita sempre macchiate di pennarelli colorati.Emme frequenta la prima elementare ed è deliziosa con indosso il grembiulino bianco, i capelli colore del rame raccolti nei codini, le fermagliette delle Winx a contenere qualche ciocca ribelle.Ogni mattina arriviamo in ritardo all'entrata di scuola, lei mi saluta regalandomi un bacio che sa di zucchero e latte.
Madre lingua italiana
Emme, la mia bambina, ha sette anni e non ha ancora imparato a parlare come si conviene.Dalle sue labbra le lettere vengono fuori con lo stesso suono, come un linguaggio fatato precluso agli adulti.Inciampa nelle parole, le contrae e le mordicchia, ne dimentica i margini e non sa modulare la voce.Inciampa e ricomincia da capo. Crescendo ha imparato a fare largo uso di sinonimi per farsi capire, quando era più piccola si serviva, per lo stesso scopo, delle espressioni del viso. Un'attrice senza sonoro di estrema bravura.Per molto tempo ho creduto che i suoi ritardi, nel linguaggio e nell'apprendimento, nascondessero qualcosa di grave, di poco normale.Ed avevo paura perfino a sussurarne il pensiero che sigillavo nel segreto del cuore.Cercavo a ritroso nei giorni, una possibile colpa, un qualsiasi sbaglio, se forse era dovuto a quegli antibiotici presi in gravidanza, oppure per averla allattata al seno per oltre due anni.Emme è indifesa più degli altri bambini, lei non conosce il concetto di tempo. Fa tante, troppe domande e non ascolta nessuna risposta, già persa a fantasticare chissà quali cose.E' incapace di scrivere in corsivo ed ancora non sa leggere, a stento riconosce le sillabe. Per gli specialisti che la seguono da oltre tre anni, si tratterebbe di disgrafia, anche se non escludono una probabile dislessia.Emme ha negli occhi color nocciola la curiosità ed il candore di chi è ancora innocente.Ha sorrisi sporchi di marmellata di more e le piccole dita sempre macchiate di pennarelli colorati.Emme frequenta la prima elementare ed è deliziosa con indosso il grembiulino bianco, i capelli colore del rame raccolti nei codini, le fermagliette delle Winx a contenere qualche ciocca ribelle.Ogni mattina arriviamo in ritardo all'entrata di scuola, lei mi saluta regalandomi un bacio che sa di zucchero e latte.