Premetto che in campo musicale sono un'incompetente, ascolto ciò che mi piace istintivamente, senza pormi il problema di riconoscere il genere musicale né vita, morte e miracoli di chi canta. E di solito ascolto quelle che vengono definite canzonette, facendo storcere il naso ai cultori della musica vera. Mentre cercavo di tracciare la colonna sonora della mia vita, ho inevitabilmente ricordato, con una punta di divertimento, i cantanti che hanno turbato i miei sogni di ragazzina.Il primo sfolgorante amore in questo campo fu per Miguel Bosè, in quei tempi preistorici lui cantava "Olympic Games" e "Ti amerò" (Nel silenzio di un segreto, ti amerò. Sconfinando nel proibito, ti amerò. Come io sarò capace, come so che più ti piace... Pura poesia!!!).Ricordo che in un giornale per ragazzine trovai un suo poster che appesi sopra al mio letto, sospirando. Peccato che i miei fratelli ne fecero il bersaglio preferito per le loro freccette.Non me ne crucciai più di tanto perché sulla scena era già comparso l'idolo della mia pubertà: Stefano Sani. Speravo che fosse sparito dalle scene ed invece, ahimè, facendo una ricerca mi sono ritrovata davanti un anonimo signore da beauty farm, ho stentato a riconoscere il figo da paura che era a vent'anni. Di Stefano ritagliavo tutti gli articoli che lo riguardavano e le foto le fissavo con le puntine da disegno al muro della mia camera. Quando fu scritturato per dei fotoromanzi ebbi la brillante idea di appiccicarne tutte le pagine con la colla, per la disperazione di mia madre.Pochi mesi dopo fu la volta di Scialpi. Quando apparve questo ragazzo al Festivalbar, con i suoi jeans strappati e gli occhi blu fu il delirio. Cantava "Rocking Rolling", il primo ellepì comprato in vita mia ed ascoltato fino alla nausea.Ma anche lui fu presto sostituito nel mio volubile cuore, stavo per scoprire la musica d'oltralpe e lui si chiamava Nigel John Taylor.Ebbene sì, lo confesso sono stata una duraniana, con il diario di scuola zeppo di cuoricini ed adesivi. Non ero di quelle che li seguiva ai concerti, non sognavo di sposare Simon Le Bon, non mi sarei mai strappata i capelli per nessuno di loro, preferivo fantasticare con il walkman nelle orecchie.L'amore per i Duran Duran durò più dei precedenti, anche perché volli vedere nel bel bassista una fantomatica somiglianza con il mio primo amore. Con la logica di poi ho compreso che era data solo dallo stesso taglio di capelli.Qualche tempo dopo, complice anche uno spot pubblicitario ad alta gradazione ormonale, mi presi una fantastica cotta per Nick Kamen.
Il musichiere
Premetto che in campo musicale sono un'incompetente, ascolto ciò che mi piace istintivamente, senza pormi il problema di riconoscere il genere musicale né vita, morte e miracoli di chi canta. E di solito ascolto quelle che vengono definite canzonette, facendo storcere il naso ai cultori della musica vera. Mentre cercavo di tracciare la colonna sonora della mia vita, ho inevitabilmente ricordato, con una punta di divertimento, i cantanti che hanno turbato i miei sogni di ragazzina.Il primo sfolgorante amore in questo campo fu per Miguel Bosè, in quei tempi preistorici lui cantava "Olympic Games" e "Ti amerò" (Nel silenzio di un segreto, ti amerò. Sconfinando nel proibito, ti amerò. Come io sarò capace, come so che più ti piace... Pura poesia!!!).Ricordo che in un giornale per ragazzine trovai un suo poster che appesi sopra al mio letto, sospirando. Peccato che i miei fratelli ne fecero il bersaglio preferito per le loro freccette.Non me ne crucciai più di tanto perché sulla scena era già comparso l'idolo della mia pubertà: Stefano Sani. Speravo che fosse sparito dalle scene ed invece, ahimè, facendo una ricerca mi sono ritrovata davanti un anonimo signore da beauty farm, ho stentato a riconoscere il figo da paura che era a vent'anni. Di Stefano ritagliavo tutti gli articoli che lo riguardavano e le foto le fissavo con le puntine da disegno al muro della mia camera. Quando fu scritturato per dei fotoromanzi ebbi la brillante idea di appiccicarne tutte le pagine con la colla, per la disperazione di mia madre.Pochi mesi dopo fu la volta di Scialpi. Quando apparve questo ragazzo al Festivalbar, con i suoi jeans strappati e gli occhi blu fu il delirio. Cantava "Rocking Rolling", il primo ellepì comprato in vita mia ed ascoltato fino alla nausea.Ma anche lui fu presto sostituito nel mio volubile cuore, stavo per scoprire la musica d'oltralpe e lui si chiamava Nigel John Taylor.Ebbene sì, lo confesso sono stata una duraniana, con il diario di scuola zeppo di cuoricini ed adesivi. Non ero di quelle che li seguiva ai concerti, non sognavo di sposare Simon Le Bon, non mi sarei mai strappata i capelli per nessuno di loro, preferivo fantasticare con il walkman nelle orecchie.L'amore per i Duran Duran durò più dei precedenti, anche perché volli vedere nel bel bassista una fantomatica somiglianza con il mio primo amore. Con la logica di poi ho compreso che era data solo dallo stesso taglio di capelli.Qualche tempo dopo, complice anche uno spot pubblicitario ad alta gradazione ormonale, mi presi una fantastica cotta per Nick Kamen.