Il diario di Nancy

Conto alla rovescia


Domenica eravamo tutte a pranzo da Isabella. La nostra amica non possiede tra le sue doti quella culinaria, sarebbe capacissima di farci mangiare foglie di lattuga scondite, per cui esiste un tacito accordo tra noi altre, ognuna prepara una pietanza come se andassimo a un pic-nic.A me questa volta è toccato il compito d’occuparmi del contorno, ho preparato uno dei miei cavalli di battaglia, una specialità delle nostre parti che mi riesce particolarmente bene: le melanzane a funghetto.Purtroppo sabato pomeriggio friggendo le melanzane, mi è schizzato l’olio bollente in faccia, procurandomi una scottatura proprio sotto l’occhio.
Al pranzo domenicale c’erano anche i rispettivi mariti delle mie amiche, in totale eravamo in undici.- I numeri dispari portano sfortuna!!! – ha esclamato Isabella, mentre metteva in tavola le nostre pietanze opportunamente disposte sui suoi piatti da portata , ma io non sono riuscita a cogliere l’antifona della giornata.Ci siamo seduti a mangiare, con quella convivialità abituale che s’istaura appena siamo insieme. Con tutte le brutture e le ingiustizie del mondo, avere degli affetti reali ti riconcilia con la vita. Mi basta guardare le mie amiche per sentire lo sconvolgente potere dell’amore e della solidarietà. Le guardo e sono al sicuro.Dopo pranzo i mariti si sono catapultati nel salone per seguire in diretta le partite di calcio. Il compagno di Isabella, da perfetto padrone di casa, ha preso anche i bicchieri e una bottiglia di grappa. Cose da maschi!Noi, invece, siamo rimaste sedute intorno al tavolo in sala da pranzo, a piluccare l’uva. Durante il pranzo Mavì aveva raccontato di una lettera letta su una rivista femminile, una donna 66enne, che era fuggita dal marito per vivere una storia d’amore con un 37enne. Continuavamo a parlarne tra noi, c’era chi lodava il coraggio della signora, chi invidiava il romanticismo della storia e chi biasimava quella tardiva passione.- Ragazze questa storia dovrebbe servire d’insegnamento per la nostra Nancy - dice all’improvviso Isabella, guardando le altre con uno sguardo d’intesa.- Perché? – domando io d’impulso.- Vuol dire che anche tu hai ancora qualche speranza – risponde lei con un sorriso amabile.- Finché c’è vita c’è speranza – cerco di liquidare in fretta le loro intenzioni, con la prima frase fatta che mi passa per la mente.- A proposito Nancy, che dicono i tuoi due spasimanti? E’ da tanto che non ne parli più – chiede Laura, con quel suo tono materno che non crederesti mai possa essere complice delle altre.Ho sorriso guardandole in volto una per una, avevano sguardi vaghi e aria colpevole, le conosco troppo bene per non accorgermi delle loro intenzioni. - Mi avvalgo della facoltà di non rispondere – ho replicato decisa ma Mavì ha cominciato a raccontare al posto mio.- Il “signor non mi sporcare la camicia” le ha rifilato l’ennesima delusione – spiega alle altre, rivelando senza pudore una confidenza che avevo fatto a lei sola. Anna comincia a ridacchiare, le lascio fare, voglio godermi lo spettacolo delle loro trame.- E’ venuto a Napoli per un congresso, sembrava fosse la volta buona per rendere concreto questo romanzo infinito. E invece all’ultimo momento non si è potuto liberare- Anna ride più forte e Mavi prosegue – Per l’occasione Nancy si era comprata anche le mutande di seta blu – e la sua voce viene fuori strozzata, per soffocare il riso.Sento su di me i loro sguardi di commiserazione, devo ammettere che sono brave a farmi sentire una stupida e tento di spiegare – Non m’importa che nemmeno questa volta siamo riusciti a vederci. Sapere che lui era a quel congresso e pensava a me, è già sufficiente per il mio ego. Non so spiegarlo bene, ma mi lusinga il suo desiderio - Anna ha cominciato a canticchiare la strofa di una vecchia canzone napoletana – Stu desiderio ‘e te mme fa paura… --Quello che mi fa male – ho continuato, ignorando la sua canzonatura – è che continua a chiamarmi con il numero privato. Dopo tutto questo tempo ancora non si fida di me. Mi chiama “amore”, ma non ho il suo numero di cellulare -- Forse ha paura che tu gli mandi un sms compromettente, con infuocate parole d’amore- ride Anna.- Il messaggino del buongiorno- aggiunge Eugenia con tono ironico.- E quello della buonanotte. Sogni d’oro maialino! – conclude Isabella divertita. Scherzano su quest’argomento perché sanno benissimo che io detesto gli sms e li uso raramente.- Non prendertela Nancy – mi conforta Laura e questa volta il suo tono è quello vero – Probabilmente la moglie, oltre alle camicie, gli controllerà pure le telefonate fatte e ricevute- - E l’altro? Il geometra Tommasino Tatafiore? – incalza subito Anna, prima che la conversazione diventi troppo intimista per il loro sordido scopo.- Ci sentiamo - rispondo vaga.- Si prepara a ricevere il sesto rifiuto – s’intromette Mavì – Avete presente Brigitta che assedia zio Paperone? Uguale!!!-- Ma non è vero! – protesto vivacemente - Questa volta le cose sono diverse. Lui si è ammorbidito nei miei confronti, è arrivato al punto da paragonarmi a un piatto di vermicelli con le vongole- - Che poeta! – sospira sarcasticamente Eugenia.- Che uomo romantico- le fa eco Anna ridendo.- Siete delle capre ignoranti se non riuscite a cogliere il bellissimo paragone-, rispondo in modo risentito – Solo che adesso ho questo brutto segno sul viso. Non gli piacerò più – mi lamento fingendo di piagnucolare.- Nessun uomo noterebbe quella piccola scottatura – mi dice seria Mavì – Tu ce lo insegni, gli uomini guardano solo tette e culo-- Dai Mavì non infierire- esclama Isabella – la nostra Nancy non è più competitiva sotto quel profilo – e nel dire questa gentilezza fissa il mio seno floscio, provando subito la necessità di sistemare la scollatura sulle sue bocce di plastica.- Basta così- dico risoluta, ormai stanca di quel teatrino- Se volete propormi quel tipo, come si chiama? Erminio Caprini -- Erminio Ovini – mi corregge Eugenia.- Come cavolo si chiama – proseguo io fingendo di essere arrabbiatissima – combiniamo quest’appuntamento così forse la smetterete -Si scambiano sguardi soddisfatti l’una con l’altra, Anna arriva a sfregarsi le mani in segno di vittoria.- Una possibilità non si rifiuta a nessuno. E poi ho proprio voglio di una bella cenetta all’Alosclub – concludo guardandole con affetto.- Alosclub???- ripetono in coro preoccupate.- Sì, lo sapete che è uno dei miei ristoranti preferiti – spiego non comprendendo il motivo della loro agitazione improvvisa.- Ma no, è troppo… - comincia Mavì senza finire la frase.- Ci vorrebbe qualcosa meno- continua Eugenia interrompendosi a metà, contrariamente alla sua educazione.- Insomma Nancy noi abbiamo organizzato per la sagra del fagiolo – dice Laura tutto di un botto, come se si levasse un peso dallo stomaco.- La sagra del fagiolo??? – dico scandalizzata, facendo uno sforzo sovraumano per non ridere.- Ma sì, una cosa più informale e simpatica – cerca di spiegare Mavì.- Un ambiente più colorato e familiare – aggiunge Eugenia, proprio lei che mette piede soltanto nei ristoranti da quattro stelle in su.- Più ruspante- ride Anna, subito bloccata dalle occhiatacce delle altre.- Ma io cosa mi metto per andare alla sagra del fagiolo? – chiedo a Isabella che è la nostra esperta di moda.- Suvvia Nancy, una cosa qualunque. Lui non è un uomo che si ferma all’apparenza esteriore- è la sua inaspettata risposta.- Ho la sensazione – s’intromette Eugenia contravvenendo per la seconda volta alle regole del galateo – che se tu portassi a Erminio un assaggio delle tue buonissime melanzane lo conquisteresti per sempre- - Altro che mutande blu di seta e minuscole scottature sul viso – conferma Mavì.- Non noterebbe nemmeno il tuo culone flaccido – aggiunge Anna ridendo, e approfittando del fatto che sono seduta al suo fianco mi assesta un pizzicotto sul sedere.- Alla sagra del fagiolo!!! – ripeto io imbambolata, tremando al solo pensiero che Erminio possa paragonare le mie beltà a un piatto di pasta e fagioli con le cotiche.