Il diario di Nancy

Piccolo schermo


Sono cresciuta a pane e telefilm, quando nei lunghi pomeriggi invernali o nelle piovose giornate d’autunno, sul piccolo schermo si alternavano migliaia di storie a episodi. Ho cominciato con Pippi Calzelunghe, quella bambina fantastica cui invidiavo la libertà di fare tutto quello che le pareva. Ed Emil, il piccolo svedese combina guai che mi faceva ridere fino alle lacrime.Il mio era uno svago tranquillo e senza pretese, dei telefilm per ragazzi dai quali imparare a sognare, personaggi nei quali identificarsi.  I titoli si sono susseguiti a ritmo frenetico, li cito a memoria, un po’ a caso, tralasciando quelli che mi piacevano di meno e dimenticandone sicuramente qualcuno.La casa della prateria; Tre nipoti e un maggiordomo; La banda dei cinque; La famiglia Addams; Vita da strega; Harlem contro Manhattan; Happy days; La famiglia Bradford; I Robinson; Supervichy, Spazio 1999.
E L’albero delle mele, mi ero a tal punto identificata con Jo, che persi ore intere a rimuginare su come avrei potuto trasformare il mio nome. Cercavo un nome maschile, un po’ esotico, che sembrasse un diminutivo femminile. Dopo lungo pensare scelsi Steve, ma quando comunicai in famiglia la mia decisione, nessuno mi prese sul serio e tutti continuarono a usare il mio nome da principessa d’operetta.Ai Confini della realtà, mi ha terrorizzato per anni, ancora oggi ogni volta che prendo un aereo, non posso fare a meno di pensare a quel mostro appollaiato sull’ala. E Mork e Mindy, che costrinse la mia generazione a imparare il saluto alieno a quattro dita, nano nano!Non mi sono mai fatta contagiare dai telefilm a puntate consequenziali, ho sempre preferito quelli che avevano una trama di mezz’ora, mantenendo uno sviluppo narrativo generale più lento, senza colpi di scena impegnativi.Di Visitors, per esempio, non ricordo se la produzione fu interrotta all’improvviso, o se presumibilmente ebbe la meglio la mia proverbiale incostanza.I segreti di Twin Peaks, preceduto da un battage pubblicitario di tutto rispetto, fu la prima serie a puntate che mi appassionò in modo quasi morboso. Ma nonostante andai anche al cinema per vedere l’antefatto, in “Fuoco cammina con me”, non sono ancora riuscita a capire chi abbia ucciso Laura Palmer. A dire il vero non ci ho capito un cavolo nell’intera serie!!! Le soap opera e le telenovele le ho sempre detestate, anche se, ci fu un periodo in cui, la maggioranza delle persone ne era stata posseduta. Nel mio quartiere quando andava in onda “Anche i ricchi piangono” non sentivi volare una mosca, avevo la straniante sensazione di essere l’unica sopravvissuta a un disastro nucleare.Per non parlare di come terminò una relazione nella quale avevo fortemente creduto, Sardegna mese d’agosto del 1990, prima vacanza insieme in campeggio, lui che mi confessò di patire enormemente la mancanza di Beautiful. Anche per quello si è meritato di essere preso a panini col prosciutto in faccia. Dopo questa indigestione, forse per reazione, da grande guardo pochissimi telefilm. Poi qualche mese fa, mentre parlavo con un’amica su Messenger, anzi mentre le nostre figlie cercavano di approfondire la loro conoscenza nata su Anobii, Barbara ed io rubavamo loro la tastiera per chiacchierare tra noi.Avevamo scoperto di avere tantissime cose in comune e facevamo l’elenco delle canzoni che avevamo amato entrambe o degli attori e cantanti che ci avevano fatto sospirare da ragazzine.A un tratto lei digitò un nome a me sconosciuto. - Non dirmi che non guardi Lost???-- No, non l’ho mai visto - - Ma devi farlo!!! - replicò con tanto di quel calore che non potei ignorare il suo consiglio. Quando una decina di giorni fa ho scoperto che la prima serie di Lost era disponibile on demand, direttamente sul mio televisore, non ho avuto dubbi.Confesso che ho guardato la prima puntata per curiosità, senza troppa convinzione, ma in pochi giorni ho letteralmente divorato le altre ventiquattro puntate.E ora sono in crisi d’astinenza, ho bisogno della seconda dose, e mentre cerco di procurarmela in tutti i modi, legali e non, sbircio in questo sito… perché non sono mai riuscita a non spiare, almeno un po’ nei regali.Post Scriptum. Barbara, ovviamente l’attore che mi piace di più, è lo stesso con cui tu fuggiresti in un’isola deserta. Avevi dubbi???