Il diario di Nancy

Sono una WINX


Mentre passeggiavo tranquillamente per le vie della mia città, lo sguardo si è posato volontariamente nelle vetrine di un negozio di biancheria intima, ché c’avrei un certo debole per questo genere di capi.Sì, lo confesso, la biancheria intima mi piace da morire, esiste qualche donna a cui non piace??? Ma mentre l’altro giorno mi soffermavo sugli ultimi arrivi di stagione, ho notato con gran curiosità che il completino esposto in vetrina aveva dei tagli strategici, sulle coppe del reggiseno all’altezza dei capezzoli, e sulle mutande, inutile aggiungere l’esatta ubicazione.Una roba simile, per carità meno raffinata, meno frou frou, l’avevo vista in un sexy shop a Parigi. Appunto un sexy shop mi sembra il luogo appropriato per un certo tipo di biancheria di cattivo gusto, non certo le vetrine del centro cittadino.Ho guardato meglio ed ho notato che oltre a questo completino, c’erano anche delle manette di pizzo e macramè, una mascherina e una frusta a forma di cuore che sembrava la bacchetta magica delle Winx. Il tutto accompagnato da tanti cuoricini.
Ebbene sì, si trattava del necessaire per San Valentino. Non so voi, ma io, lì per lì, mi sono sentita una vecchia bigotta di campagna, avrei avuto voglia di borbottare che ai miei tempi San Valentino era un’altra cosa. Certo, senz’altro una festa leziosa, da bandire dal calendario per tutte quelle come me che, chissà perché quel giorno erano sempre single. Ma era anche vero che i fidanzatini si regalavano quei famosi cioccolatini, dei peluche coccolosi, qualcuno azzardava le prime rose o la prima cena a lume di candela. E non ci si poteva dimenticare del bigliettino, grondante di cuori e di parole d’amore copiate dalle canzonette, più ne mettevi e più andavi sul sicuro.Sì, ai miei tempi, San Valentino era una festa romantica, uno sdolcinato supplizio che speravi passasse in fretta, però era il trionfo dei buoni sentimenti.  E non ci sto a vederlo trasformato in una festa fetish che invita all’orgia e alle trasgressioni, con i buchi sulle mutande, le manette, la mascherina e il frustino.Ma poi, per fortuna mentre riflettevo, mi sono ricordata dei Lupercalia. Già, i Lupercalia, la festa romana in onore del Dio Fauno, durante la quale gruppi di uomini seminudi, si mascheravano da lupi e andavano in giro a frustare il sedere delle giovani donne. Era un antichissimo rito per la fertilità, cancellato dalla dittatura della nascente religione cattolica.E allora ben vengano le mutande con le aperture strategiche, ben vengano le manette e le mascherine, molto meglio di quell’insipido San Valentino imposto dalla religione cattolica, che poi i maschi della mia generazione ti regalavano rose e cioccolatini ma alla fine, sempre quello era il premio che desideravano.E domani, sapete che vi dico, mi comprerò la frusta a forma di cuore, quella che sembra la bacchetta magica delle Winx. E ogni volta che qualche uomo mi contraddice, la agito in aria come per fare una magia, sorriderò con il migliore dei sorrisi, e poi lo frusto senza pietà. Ma senza cattiveria giusto come augurio di fertilità. Così mi sentirò un po’ più vicina alla nostra natura primordiale.