Il diario di Nancy

L'errore


Errare humanum est, perseverare autem diabolicumPigra serata del primo giorno dell'anno, mi sono svegliata tardi oggi, ho mangiucchiato gli avanzi del cotechino con le lenticchie.Stanotte ho fatto quasi le cinque, a casa d’amici, ho giocato a Trivial Pursuit, un’avvincente partita uomini contro donne finita in meritata parità.Ho indossato, ebbene sì lo confesso, un vezzoso completino intimo rosso con merletti e nastrini, che nessuno mi ha sfilato come vuole tradizione.Non ho dato il bacio sotto il vischio a nessuno, per la semplice ragione che non c'era traccia di vischio in quella casa, ma in compenso ho sbaciucchiato a destra e manca amici e figli degli amici.Ho ricevuto decine di sms con auguri poco originali, cui non ho risposto, perché non mi andava di essere banale, ho preferito di gran lunga essere maleducata.Dovevo scrivere il post che segue già alcuni giorni fa, poi non ne ho avuto il tempo, l'avevo già tutto intero nella mia testa... ed ora, mi sento addosso la responsabilità del primo post dell'anno ed incespico con i pensieri ed i tasti. "Chi scrive una cavolata a Capodanno la scrive tutto l'anno!!".Non voglio permettermi quest’ennesimo sbaglio. Io voglio scrivere bene, è il mio proposito per il 2006.Ed è proprio da questo proposito che devo cominciare a raccontare, volere una cosa ed essere tutt'altro, è strano come pensiamo a noi stessi in modo completamente differente da quello che in realtà siamo.Ed io lo ho capito leggendo un commento e mi sono resa conto all'improvviso, che da anni, commetto lo stesso errore senza correggermi.E questa storia vi sembrerà strana, perché in realtà sono tre episodi diversi, ricordi e desideri, accomunati solo dal medesimo abbaglio.1) Interno giorno, molti tempo fa, avrò avuto una ventina d’anni e mi ero messa in testa di fare l’attrice.Non sono mai stata posseduta dal sacro fuoco dell’arte, non so nemmeno recitare, ma mi piaceva credere, presuntuosamente credere, che avevo un temperamento melodrammatico adatto alle scene, vedevo già il mio nome stampato sui cartelloni a fianco a quelli delle stelle di Hollywood.Decisi di fare un provino per essere ammessa a frequentare una famosa scuola di recitazione, provai davanti allo specchio gesti e mimica, imparai a memoria la parte per l’audizione, studiai le intonazioni e l’enfasi da dare alle mie parole. Mi sentivo come la Duse.Una grande sala in penombra, sedie disposte ad elle, da un lato gli aspiranti attori, giovanissimi pieni di ambizioni, dall’altro gli allievi degli anni precedenti. Al centro uno spazio vuoto in cui esibirsi, su uno scanno in alto la commissione esaminatrice capeggiata da un famoso attore.Si procedeva in ordine alfabetico, i ragazzi erano chiamati ed andavano nel mezzo a recitare la propria parte. Erano bravi, alcuni di più, alcuni di meno ed erano emozionati.In sala c’era un rispettoso silenzio, si ascoltava ogni esibizione col fiato sospeso, col cuore che batteva forte perché sapevi che sarebbe venuto anche il tuo turno.Dopo poco toccò a me. Cominciai a recitare la mia parte e subito mi resi conto di un brusio alle mie spalle, come un suono di tante risatine mormorate. Vedevo i volti dei membri della commissione, guardavo le loro facce tra l’incredulo ed il divertito.Ma continuavo, anche se le risatine si erano trasformate in risate sguaiate.Uno degli esaminatori mi interrupe “Signorina, ma lei ha un grave difetto di pronuncia, lei confonde le D con le T”. Io sospirai “Professore, sono contenta che ha notato solo questo, io confondo pure la C con la G, a volte poi mi esce fuori una esse strampalata, come se avessi la zeppola in bocca”.Mi fecero altre domande, mi spiace di non ricordare, ricordo solo che ad ogni mia risposta ridevano tutti, pure i professori, eppure rispondevo con estrema serietà e sincerità.Mi fecero accomodare, solo in quel momento capii di aver appena fatto la peggior figura della mia vita. Diventai paonazza.Le audizioni ripresero ed il clima ritornò austero come prima, purtroppo da regolamento non potevo abbandonare la sala così dovetti sorbirmi la bravura degli altri.Uno degli allievi approfittò di un attimo di pausa per chiedermi se le mie “battute” erano state preparate. Il color paonazzo delle mie guance diventò violaceo. Annaspavo.Alla fine dell’ultima esibizione stavo per sgattaiolare via, non avevo certo bisogno d’attendere il verdetto che avrebbe scelto tra noi un numero esiguo di allievi, ma il famoso attore mi vide e mi fermò “Signorina lei ha sbagliato brano. Con la sua propensione a far ridere doveva portare un altro genere di cose. Le voglio concedere un’altra possibilità, torni la prossima settimana con un brano comico…”.Rifiutai quella proposta sdegnata, io volevo far la Duse e mi si proponeva di emulare Tina Pica!!2) Esterno giorno, qualche anno fa, un incontro casuale per strada con uno dei miei vecchi fidanzati.Una serie di convenevoli di un’ovvietà imbarazzante, le solite galanterie degli uomini sul tempo galantuomo, le mie guance appena arrossate per il piacere dei complimenti ricevuti.”Nancy… sapessi quanto mi sei mancata”. Ma noi donne non sempre sappiamo star zitte, se solo imparassimo a non porre domande sceme, se non volessimo sempre sapere di più, se non analizzassimo ogni singola virgola.”Ma cosa di me ti è mancato di più?”E già pensavo alla sua risposta e sorridevo piena di imbarazzo, lui mi guardò seriamente e rispose “ Mi sono mancate le tue smorfie”.Capite… le smorfie, come se fossi una scimmietta. Ed io che credevo gli fosse mancato il mio odore, il mio sapore, la mia pelle, il mio modo di fare l’amore, la mia sensualità, i miei pompini. Io che speravo d’aver lasciato nei miei ex almeno una fievole malinconia di bei momenti, scoprivo di essere ricordata solo per la faccia buffa.3) Veniamo ai giorni nostri, a quest’ultimo anno, alla decisione lungamente maturata di rendere pubblici i fogli che sporco di parole e cancellature, pensieri e fumetti.Ho cominciato scrivendo in un forum, ho confessato questa mia antica velleità, sono stata consigliata, incoraggiata, sostenuta, corretta dove era necessario, ma il messaggio era chiaro “Continua… puoi farlo”.E ci ho creduto e sperato e provato ed ho cominciato a mandare i fogli scritti in bella copia a vari concorsi letterari.Finora ho guadagnato una colomba, un mazzolino di fiori, una targhetta ricordo, un diploma, una fornitura di detersivi per un anno ed un piattino di Faenza.Ma non demordo e non sono delusa, in fondo mi sembra già troppo semplicemente sognare questo sogno ad occhi aperti, e continuo a mandare in giro le mie storie di fantasia. Sono storie drammatiche, storie di tradimenti e di amori delusi, storie di droga e di violenza e prostituzione, sono un altro genere che con Nancy non c’entra nulla, non uso i toni leggeri che mi appartengono, a cui siete abituatiQui io scrivo per gioco, poi mi lascio coinvolgere e riesco a commuovermi e divertirmi, ma resta una specie di diario vaporoso, dove sono me stessa fino ad un certo punto.E tanti fra voi commentate, anche e soprattutto in forma privata, che ho talento (che parolona) e che potrei scrivere un libro.Ed eccolo qui, lo stesso errore di sempre, quello che mi vedeva attrice di spessore quando ero una specie di guitto, quello che mi voleva donna sensuale ed indimenticabile quando ero un simpatico pagliaccio, ora io mi vedo “scrittrice” ed invece sono ancora una volta una semplice umorista… pensavo di essere Hemingway ed invece sono la Littizzetto!!!!!!P.S. Chiaramente, per la vostra incommensurabile gioia, pubblicherò a breve in questo blog, uno dei tanti raccontini seri che cerco di appioppare a qualche editore miope…