Creato da bimbadepoca il 16/03/2005

Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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« Vorrei essere un bonsaiLa tentazione »

Gli invisibili

Post n°103 pubblicato il 21 Agosto 2006 da bimbadepoca
 

Venerdì mattina, da brava massaia quale sono, mi sono recata nella piazzetta davanti alla vecchia chiesa, per comprare frutta e verdura dai piccoli produttori locali.
La città ancora semivuota sembrava come addormentata, un’atmosfera irreale che ha procurato al mio animo solitario una sensazione piacevolissima di quiete.
Di un tratto è comparso come dal nulla uno di quei ragazzoni di colore, quelli che girano sempre con dei borsoni, se possibile più grossi di loro, pieni di cianfrusaglie senza valore.
Gli uomini invisibili che vivono nelle nostre città, quelli che a malapena guardiamo, quelli che poco tolleriamo, quelli a cui neghiamo la dignità d’essere uomini.

Ma questo ragazzo non aveva borsoni con sé, non pretendeva di vendere nulla, lui portava in giro solo la sua fame.
Mi ha chiesto aiuto. Inizialmente, distrattamente, probabilmente anche risentita di essere stata restituita alla realtà, ho risposto che non avevo soldi.
Ma è stato un attimo. Il tempo di guardare i suoi occhi e il suo sorriso. Aveva un bel sorriso solare che contrastava con lo sguardo triste.

Mi sono fermata e gli ho dato dei soldi, nient’altro che una misera cifra. Lui mi ha ringraziato com’era prevedibile.
Ma io continuavo a rimanere ferma e lui continuava a fissarmi, era come se d’improvviso non fossimo più il mendicante affamato e la signora che va al mercato.
D’improvviso ci siamo riconosciuti fratelli, figli entrambi della stessa umanità disperata.
Lui l’ha capito dalle domande che ho cominciato a fargli, io l’ho compreso dalla voglia che lui aveva di raccontarsi.

Mi sono tolta gli occhiali da sole, come se fosse il preciso segnale che mi predisponeva all’ascolto. Lui, infatti, ha cominciato a parlare come se da troppo tempo si portasse dentro il peso enorme dei suoi pensieri, pareva un fiume in piena, le parole straripavano acute, frammentarie, rabbiose, dolorose, seguivano un filo logico noto solo a lui.
Lo interrompevo a bassa voce, quasi avessi timore di distruggere qualcosa, per fargli domande che mi permettevano di capire. Lui si fermava e mi spiegava piano, con una rara gentilezza. E sorrideva grato perché condividevo con lui quel momento.  

Liberiano, scampato alla guerra civile del suo paese, era giunto in Europa dodici anni prima ed accolto come profugo di guerra. Era riuscito a terminare gli studi e a laurearsi in ingegneria elettronica, ma poi era stato dimenticato come la guerra che devasta ancora oggi la sua terra, dimenticato ed accatastato in un angolo, costretto ad arrangiarsi, pur di lavorare aveva accettato lavori umili, saltuari, pagati al minimo sindacale, senza mai un contratto regolare.
Dal mese di giugno non riusciva a trovare più nulla di decente, si era ritrovato di punto in bianco ad elemosinare per le strade, per racimolare lo stretto necessario per l’affitto, le bollette, il cibo.

- Sai quante volte ho trovato persone che mi hanno detto “Vai a lavorare sporco negro”? Ma se io non riesco a trovare lavoro cosa dovrei fare? Io sono umano sorella, perché devo vivere in modo disumano? - E mi mostrava le scarpe da ginnastica completamente sfondate e mi confessava di non mangiare da due giorni.
Ed io non sapevo cosa rispondergli, ho balbettato che la vita era ingiusta, che spesso i miei connazionali mi fanno vergognare, ma non ho trovato parole migliori, tutte le belle parole che uso per dipingere il mondo che vorrei e non conosco.

Mi ha raccontato piangendo che la cosa peggiore era l’insistenza con cui i familiari rimasti in Liberia gli chiedevano aiuti economici.
- Se gli dico che non ho lavoro non mi credono, mi rispondono “Ma tu sei in paradiso”. E non lo sanno, loro non lo sanno che io sono all’inferno -
Ho cercato, ho lottato per non lasciarmi commuovere, ma le lacrime hanno cominciato a rigare silenziosamente le guance.

La sua voce tremava, aveva esaurito la rabbia e gli rimaneva dentro soltanto un mesto dolore. - A volte penso che sarebbe meglio morire. Non avrei più problemi - Istintivamente gli ho stretto le mani, ho balbettato che la vita era troppo importante, un dono troppo prezioso, che non doveva perdere la fiducia, che non doveva farsi prendere da questi pensieri, ma non ci credevo nemmeno io.

Ed entrambi avevamo negli occhi lucidi tutto lo sgomento del mondo.

E mai nella mia vita mi sono sentita più piccola e inutile cosa.

 

 

Commenti al Post:
n.d.r
n.d.r il 21/08/06 alle 15:07 via WEB
Tempo fa, ad un semaforo, vidi un vecchio madreghino, barba bianca e un cappello liso del suo paese in testa, vendeva spugnette e le proponeva a tutti quelli fermi con l’auto. Arrivato alla mia altezza, lo stesso gesto, la stessa offerta; io non volevo comprare nulla e tirai fuori un mille lire (sì c’erano ancora) e glieli porsi; notai un segno di meraviglia e quasi disappunto nel rifiutare la spugnetta, poi con voce seria e grave mi disse: non sono un mendicante, cerco di vivere con queste poche cose che vendo. Lo ricordo ancora.... Ciao.
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 22/08/06 alle 10:08 via WEB
Anch'io mi ritrovo spesso nella tua situazione, preferirei dare dei soldi piuttosto che ritrovarmi in giro per casa oggetti inutili, che finirebbero di sicuro nella spazzatura (Ho pure il grave difetto di fare la raccolta differenziata). Ma ho sempre paura di urtare la loro sensibilità perché quelle persone stanno lavorando. Ed hanno una grande dignità proprio come il magrebino che hai incontrato tu... Ciao n.d.r. :-)
 
Meet_tom
Meet_tom il 21/08/06 alle 17:26 via WEB
che stretta al cuore...
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 22/08/06 alle 10:08 via WEB
Io questa stretta al cuore continuo a provarla da giorni...
 
LinguaRomana
LinguaRomana il 21/08/06 alle 17:36 via WEB
Quello che ci frega e che ci fa comodo è che non amiamo grattare la superficie delle cose. Ale
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 22/08/06 alle 10:11 via WEB
Sai Ale, forse a volte essere superficiali è un grande pregio. Non è semplice la vita di chi si ostina ad andare sempre oltre la superficie delle cose...
 
Vincanto_Editions
Vincanto_Editions il 21/08/06 alle 19:38 via WEB
è vero siamo piccola cosa, e possiamo fare piccole cose...ma queste a volte per qualcuno possono avere risvolti grandissimi ... la bisognerebbe fare tutti i giorni, la "rivoluzione delle piccole cose"! ti abbraccio...
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 22/08/06 alle 10:38 via WEB
Lo pensavo anch'io. Ma mi sono resa conto che se anche io cerco di fare questa "rivoluzione delle piccole cose" non riesco a vedere nulla d'immutato nel corso delle grandi cose. E questa consapevolezza di essere impotente mi rende così inutile.
 
Bauessina
Bauessina il 22/08/06 alle 08:34 via WEB
siamo piccoli si.....però se tutti facessero un piccolo gesto come hai fatto tu ascoltando e cercando di capire le persone, qualcosa di buono si otterrebbe. la cosa che più mi fa rabbia è che in Italia non c'è la mentalità dell'accoglienza e io dico sempre che molti italiani, hanno dovuto emigrare per trovare un po' di fortuna. un popolo di emigranti che non tollera gli immigrati.......
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 22/08/06 alle 10:47 via WEB
Un discorso complesso Bauessina. Che cosa ha cambiato, il mio piccolo gesto, nella vita di quel ragazzo? Dopo dodici anni in Europa avrà pure imparato che non siamo tutti uguali. Ma purtroppo quelli che sfruttano questi uomini invisibili non la pensano come me e te, non si fanno scrupoli, pensano solo ai propri interessi, al modo di arricchirsi più in fretta sulla disperazione di questa povera gente. Magari sono gli stessi bravi italiani che tirano un sospiro di sollievo sapendo che tanti altri sono affogati durante la traversata che li separava da un paradiso che non esiste. Si Bauessina anche a me fa rabbia tutto questo...
 
occhiodivolpe
occhiodivolpe il 22/08/06 alle 16:38 via WEB
ha una laurea ,si rivolga a delle agenzie di lavoro interinale , mandasse dei curricula in giro , che torni al suo paese a fare l ingegnere, andasse al sindacato, alla consulta provinciale ... dagli una mano , mi sembra uno sprovveduto , studiare sì va bene,ma poi nn viene babbo natale , baci nancy , e.
 
 
Radha82
Radha82 il 22/08/06 alle 23:01 via WEB
Scusa se mi permetto Occhio di volpe, ma fosse per te sarebbe così semplice. Eppure non lo è neppure per un italiano/a laureato! Leggo della stizza, quasi del fastidio nelle tue righe e questo mi intristisce. Dici che non viene babbo natale, ma neppure i sindacati e le varie consulte provinciali lo sono. Se abbiam noi difficoltà, cosa credi ci sia per tanti di loro? Solo miseria, nonostante la buona volontà. Ciao Radha
 
   
bimbadepoca
bimbadepoca il 24/08/06 alle 11:13 via WEB
Vedi messer Volpe, non credo sia tutto così facile. Ti ripeterò all'incirca quello che ha già scritto Radha. Perché paradossalmente è più facile trovare lavoro come operaio generico che con una laurea in tasca. Sapessi quante rumene laureate ci sono in giro, eppure s'accontentano di fare le badanti. Io ho un caro amico, laureato in economia e commercio da sei anni ed ancora non ha trovato lavoro. Per carità... qualcosa riesce a rimediare grazie all'agenzie interinali, ma scaduto il contratto a termine dopo 6 mesi, un anno, si ritrova al punto di partenza. Ed un uomo non può certo fare progetti di vita basandosi su impieghi a termine. Allora io ti chiedo, se un italiano con un curricula dalle multi esperienze lavorative, perfetta conoscenza della lingua inglese, disponibilità a trasferirsi ovunque, non riesce ancora a trovare nulla. Credi che possa davvero avere qualche speranza il liberiano senza esperienze che chiede la carità per strada? E credi davvero che la nostra società sia talmente evoluta, che a parità di meriti, non tenga conto della nazionalità?
 
Radha82
Radha82 il 22/08/06 alle 22:56 via WEB
Non sono riuscita a trattene le lacrime, e sentirmi anche io, nonostante tutto, fortunata.. E sono lacrime di rabbia perchè vorrei essere milionaria per aiutarli, vorrei che non tutti fossero così razzisti da apostrofarli a quel modo.. Vorrei che nel mondo ci fosse posto per tutti, che tutti potessero vivvere dignitosamente, sono tante le cose che vorrei. Non un mondo perfetto, ma un mondo migliore. Vorrei che i soldi non esistessero, che si potesse vivere di generosità..di cuore. Sono una sciocca lo so, eppure il mio cuore piange per tanto dolore e la miseria che c'è in giro.. Ancora con le lacrime agli occhi, ti abbraccio Nancy e ancora una volta grazie per darmi modo di non smetter mai di riflettere. Con sincero affetto Radha
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 24/08/06 alle 11:16 via WEB
Non sei una sciocca Radha, hai solo occhi e soprattutto cuore per sentire il dolore del mondo. Anch'io vorrei che fosse migliore e non smetterò mai di credere che un giorno possa accadere. Ma è una strada lunga e costellata ancora di sangue. Purtroppo! Ti abbraccio stretta... tanto tanto
 
   
Radha82
Radha82 il 25/08/06 alle 02:01 via WEB
Grazie cara, hai sempre un tocco gentile nelle tue rughe che mi sa sempre confortare, senza togliermi quella piccola malinconia che mi permette di continuare a pensare alle cose serie e importanti.. Un bacio, Radha
 
partenopeAA
partenopeAA il 23/08/06 alle 13:59 via WEB
Questo tuo racconto di vita vissuta mia ha portato alla mente un episodio di qualche tempo fa che prima o poi scriverò. ..che dire, a volte abbiamo bisogno di toccare con mano queste situazioni per toglierci dalla mente qualche pregiudizio. Un abbraccio
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 24/08/06 alle 11:20 via WEB
Tutti dovremmo imparare a confrontaci con queste realtà, la nostra società si sta evolvendo in qualcosa di completamente diverso, da ciò a cui eravamo abituati, e chiuderci a riccio sui nostri isterici pregiudizi non serve a nulla. Che sogno meraviglioso se tutti riuscissimo a prendere il meglio dalle altrui culture. Ti abbraccio Partenope ed aspetto il tuo di racconto...
 
Bauessina
Bauessina il 25/08/06 alle 08:48 via WEB
....mi spiace lasciare questo commento frivolo, in un post che davvero esprime una realtà importante e che deve farci riflettere......... ma io domani parto finalmente per le vacanze e quindi ti lascio un saluto ^___________^ ci rileggiamo dopo l'11, un'abbraccio e una cosa: al mio commento precedente hai risposto "cosa ha cambiato il mio gesto nella vita di quel ragazzo?" cambiato forse nulla ma gli ha dato uno spiraglio di luce, facendogli ricordare che ci sono ancora persone buone e UMANE ^_^
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 27/08/06 alle 16:43 via WEB
Ma se sono la prima che mescola senza problemi il serio ed il faceto. Ti auguro buone vacanze dolce Bauessina, troverai una grande novità al tuo ritorno. Baci :-)
 
bluewillow
bluewillow il 25/08/06 alle 11:49 via WEB
che storia triste... nascere nella parte sbagliata del mondo cambia tutto nella vita, povero ragazzo.
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 27/08/06 alle 16:45 via WEB
Meno male che noi siamo nate dalla parte giusta di mondo. In una società superficiale, indifferente, individualista, sprecona... ma abbiamo il dono di essere libere.
 
tulipanodgl8
tulipanodgl8 il 03/10/06 alle 23:45 via WEB
io l'estate scorsa, di un ragazzo cosi' me ne sono innamorata... anche lui diceva di amarmi e io avrei affrontato e combattutto il mio piccolo mondo borghese per lui...ma un giorno mi ha fatto capire che lui voleva soldi da me...non gli serviva un lavoro, vendeva cd sulle spiagge...immagina come mi sono sentita...
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 07/10/06 alle 22:38 via WEB
Scusami mi sono accorta solo adesso del tuo commento. Deve essere stata un'esperienza veramente dolorosa, ma mi auguro che non tutti questi ragazzi s'ammalino di assistenzialismo.
 
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