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Post n°202 pubblicato il 09 Ottobre 2011 da TomcatUSA
Come mi faceva giustamente notare mia moglie qualche giorno fa, il governo Cinese, oltre ad investire massicciamente in ponti, strade, ferrovie e infrastrutture in genere, dovrebbe anche rivolgere la sua attenzione alla linga inglese che, per ora, rimane la lingua internazionale di riferimento fintanto che non verra’ soppiantata (molto probabilmente a breve) dalla lingua Cinese… Al momento infatti, in molti luoghi (pubblici) dove ci si aspetterebbe che l’inglese fosse parlato e capito adeguatamente (aeroporti ed hotel ad esempio), ancora si rimane delusi e spesso sconcertati di quanto la lingua inglese sia poco conosciuta e mal (o per niente) parlata. Proprio qualche giorno fa ad esempio, ho avuto grosse difficoltà all’aeroporto Internazionale di GuangZhou a trovare qualcuno al banco delle informazioni della compagnia aerea Cinese con cui discutere della disposizione dei posti che mi erano stati assegnati… Alla fine, dopo aver cambiato tre banchi d’informazioni dove nessuno aveva una minima idea di cosa stessi dicendo, una signorina molto gentile, dopo aver ascoltato con attenzione il mio problema, ha iniziato a rispondere alla mia domanda in un inglese sicuramente comprensibile ma credo riferito alla richiesta del cliente precedente per cui la sua risposta onestamente mal si adattava a quello che volevo sapere io. Onde per cui, ho deciso di aspettare che un altro cliente si avvicinasse a chiedere qualcosa e poi, una volta terminata la sua discussione, ho chiesto a lui cosa gli avesse risposto sperando che quella fosse la risposta indirizzata a me… Io, dal canto mio, per aiutare il governo in questo senso, sto già facendo la mia parte avendo recentemente istituito in azienda un corso d’Inglese gratuito per tutti i dipendenti che ha ricevuto un altissimo numero di adesioni a tutti i livelli. Purtroppo la gente si sa è cattiva e i maligni sostengono che il mio gesto filantropico in realtà nasconde un bieco piano per risolvere con la forza bruta il mio ben noto problema con la lingua Cinese… In altre parole, visto che io il cinese non riesco a farmelo entrare in testa, avrei deciso di far imparare l’inglese a tutti i cinesi partendo, come primo passo, dai miei dipendenti. Si tratta ovviamente di basse insinuazioni non supportate da benchè minima prova circostaziale il tutto dettato da invidia per il fatto che io posso ormai scendere in officina, scegliere un operaio a caso (ogni giorno uno diverso perché a me piace cambiare), avvicinarmi con un sorriso e potergli chiedere: -«Hi, How are you??» Il prescelto, tronfio d’orgoglio, gonfierà il petto e mi risponderà sicuro: -«Fine thank you, and you??» Per ora tutto finisce qui, se si esclude la telefonata che il prescelto farà immediatamente dopo la succitata conversazione ai suoi parenti residenti nel profondo Sichuan sostenendo di aver appena discusso in inglese di complesse strategie aziendali con il sottoscritto. Purtroppo, come potrai immaginare caro lettore, il mio piano di insegnare l’inglese a un miliardo di Cinesi avrà bisogno di un po’ di tempo per essere completato. Nel frattempo quindi non mi resta che aspettare pazientemente e sorridere quando il problema di comunicazioni porta a situazioni esilaranti come mi è successo qualche giorno fa su un volo China Southern per Dubai. Dopo qualche ora di volo, decido di andare a bere qualcosa. Mi alzo, vado verso il corridoio centrale dove di solito si travano delle bevande e chiedo ad una hostess un bicchiere di coca cola. La signorina, molto gentilmente si accuccia, apre uno sportello e tira fuori una bottiglia di coca che mi porge. Io apro la bottiglia, verso un po’ di coca in un bicchiere mentre la signorina mi passa dietro, si accuccia nuovamente, apre un altro armadietto guarda dentro e dopo aver richiamato la mia attenzione, con sguardo mortificato mi dice: -«Sorry sir, I smell…» (Mi dispiace signore, io puzzo) Io rimango un po’ perplesso perché francamente non mi aspettavo una confessione del genere a così alta quota e inoltre non mi ero lamentato di niente del genere. Cerco comunque di rimanere indifferente e propongo un sorriso di circostanza. La signorina, che evidentemente aveva a cuore che io capissi il problema, mi riguarda con gli occhi sempre più tristi e ribadisce: -«I’m really sorry sir, unfortunately I smell…» (Sono veramente spiacente, sfortunatamente io puzzo…) Io a questo punto non posso più ignorare quanto mi viene comunicato e comincio a temere che il problema sia purtroppo io e che la signorina, per una sorta di cortesia riservata ai passeggeri frequent flier, si stia addossando colpe non sue… per cui verifico immediatamente che l’efficacia del mio deodorante sia ancora accettabile riscontrando peraltro che tutto sembra ampiamente entro i limiti di guardia… Per maggiore sicurezza comunque cerco una conferma diretta di quanto appena verificato… -«I’m sorry… You smell or I smell??» (Scusa, tu puzzi o io puzzo??) E finalmente mi mostra una busta di plastica contenente dell’acqua… -«Ah!!! Ice Melt(ed)… no I smell» (Ah!! Il ghiaccio si è sciolto!!! Non Io puzzo!!)
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