Tribù Napoli

Mai più bimbi dimenticati in auto Ecco il dispositivo anti-abbandono


Materiali semplici, costo contenuto, tre livelli di sicurezza. Gli alunni di un istituto tecnico hanno ideato un sistema che lancia l’allarme in caso di distrazione del genitoreUn dispositivo del valore di pochi euro che potrebbe salvare la vita di molti neonati. Basta inserirlo all’interno del seggiolino e collegarlo alla presa accendisigari della macchina per trasformarlo in una scrupolosa baby sitter tecnologica. Quando il motore viene spento, i sensori di peso e calore si attivano, controllano se qualcuno è stato lasciato in auto e, se ne rilevano la presenza, impazziscono, lanciando segnali d’allarme prima ai passeggeri, poi ai passanti e infine ai numeri di pronto intervento. L’idea è di un gruppo di studenti dell’istituto tecnico Giua di Cagliari, che hanno ideato un “dispositivo antiabbandono” universale ed economico. È solo di ieri la notizia che un altro piccolo di 15 mesi è morto negli Usa dopo essere stato dimenticato in auto dal padre. «È nato tutto da un’idea degli studenti. I ragazzi sono rimasti molto colpiti da alcuni episodi di cronaca dell’estate scorsa e hanno deciso di impostare il loro progetto extracurricolare annuale su quello - spiega il docente Antonello Zizi -. Il congegno è stato sviluppato al di fuori delle ore di lezione, utilizzando materiali facilmente reperibili. È molto facile da costruire ed è pensato in modo da avere un costo contenuto, anche per favorirne la diffusione». Costo totale: meno di cento euroL’apparato è formato da tre moduli separati, a seconda del grado di sicurezza che si vuole ottenere. Il primo rileva la presenza del bambino e, tramite un altoparlante, avvisa il genitore della presenza di qualcuno sul sedile posteriore. Se l’adulto per qualche motivo è distratto e non sente il messaggio, si attiva il secondo livello, che chiede aiuto ai passanti. Se anche così il sistema non riesce ad attirare l’attenzione, dopo una manciata di minuti entra in funzione il terzo modulo che invia sms a una serie di numeri preimpostati, indicando le coordinate dell’auto. Costo totale: una ventina di euro l’allarme interno, sotto i cento l’impianto completo. L’istituto Giua non è nuovo a iniziative di questo tipo. Tra i lavori progettati dagli alunni grazie al laboratorio HI-LAB, tenuto da Zizi con il supporto delle colleghe Rosa Pisu e Anna Bruna Musiu, ci sono la simulazione di un cuore artificiale, un puntatore astrale laser computerizzato, un sistema che rileva l’ubriachezza del conducente e blocca l’avvio della macchina, un algoritmo che analizza il colore delle uve da vendemmia. Un filo, una presa e qualche sensoreGli alunni hanno già partecipato a diversi concorsi internazionali (tra cui l’Isef Intel di Los Angeles) e ora hanno depositato domanda di brevetto per il dispositivo antiabbandono, che intendono sviluppare su vasta scala. «L’argomento è molto sentito, soprattutto da chi è genitore, e sappiamo che da tempo si dibatte sulla necessità di rendere obbligatorio un sistema d’allarme simile al nostro - dice Zizi -. Anch’io, come padre, sono consapevole che una distrazione tragica come quella che fa dimenticare il figlio in auto può colpire chiunque, specie con lo stile di vita frenetico che conduciamo. È inutile dire “a me non capiterà mai”, sono fatalità imprevedibili, anche per il genitore più amorevole. Basterebbe pochissimo per scongiurarle: un filo, una presa e qualche sensore».