Tribù Napoli

Mario Valentino: il 'calzolaio del re' fa rivivere l'artigianato nel rione Sanità con gli studenti di fashion eco design


Il quartiere napoletano della Sanità viene molto spesso raccontato per questioni di camorra o legate alla criminalità in genere. Non è solo quello. Anzi. È un quartiere ricco di storia e di artigiani, anche questi storici come le pietre che compongono le strade e le case della Sanità e che ne hanno fatto e continuano a fare la storia.Tra gli artigiani della Sanità c’è l’azienda costruita negli anni ’50 da Mario Valentino, figlio del calzolaio del re, che avviò l’azienda di scarpe in pelle proprio nello storico quartiere partenopeo. Oggi la ‘Mario Valentino’ ha ancora sede in quel quartiere e cerca di tramandare i saperi acquisiti negli anni alle nuove generazioni. Nella serata di ieri è stata presentata a Milano, in occasione della Vogue Fashion Night Out, la capsule collection ‘Bianca’, realizzata dagli studenti del primo anno di Fashion Eco Design della Sun (Seconda Università degli Studi di Napoli). Gli stessi ragazzi che hanno seguito nel corso dell’ultimo anno un corso universitario articolato tra ore di studio della scarpa in aula e di pratica in fabbrica.
“Questo lavoro è nato a seguito di un incontro che ebbi con Ornella Cirillo, docente della Sun, - spiego Bianca Valentino, tutor del progetto – con la quale abbiamo deciso anche di scrivere un libro sul lavoro di mio nonno Mario, per tramandarlo alle nuove generazioni”.Il tema centrale di questo progetto è portare a conoscenza dei giovani, principalmente di quelli che studiano e lavorano nel settore calzaturiero, che la produzione di scarpe in pelle a Napoli ha una storia e può avere un futuro qualora loro decidano di restare in questa città. Napoli è la capitale dell’artigianato in pelle. “A differenza di quanto accade in aziende a carattere industriale a Napoli molte aziende lavorano ancora artigianalmente – dichiara Bianca Valentino – per garantire l’unicità e l’elevata qualità del prodotto”.“La Sanità è un quartiere dimenticato, anche se è pieno di laboratori sartoriali d’eccellenza, ma poco conosciuti, perché molto spesso si racconta solo una faccia di questo quartiere”, racconta Bianca Valentino, la quale aggiunge che “Noi lavoriamo con materie prime di Napoli e diamo lavoro ai napoletani, come voleva e faceva mio nonno. Come noi ci sono le cucitrici storiche