Tribù Napoli

d Assisi il festival del cibo da strada


Mi ha colpito questa stria pubblicata da Repubblica che vi rigiro!
La storia Simone Massini, in arte Mister Happy, che porta le ricette della nonna a tutti col suo tre ruote: un'Ape trasformata in chiosco ambulante è il suo nuovo posto di lavoro. Con altri suo colleghi sarà alla kermesse umbra dall'11 al 13 settembre."Vivo di questo, è proprio il mio lavoro. Magari qualcuno mi avrà anche criticato, alle spalle, ma chi viene ad assaggiare le mie cose cambia idea". Un pozzo di entusiasmo, oltre che di ricette, Simone Massini, 43 anni, di Perugia, in arte Mister Happy. Un anno fa ha lasciato il suo lavoro per ricominciare tutto come autista di un food truck, un furgoncino itinerante che vende cibo di strada, ma elaborato. Un'abitudine, quella di cambiare. "Ho fatto tanti lavori e non ho mai avuto paura di cose nuove", racconta. Questa volta, però, c'è stato lo zampino della famiglia e l'ispirazione gliel'ha data nonna Rita, custode della tradizione culinaria umbra di una volta.
Tradizione e innovazione si incontrano in Umbria nella città di San Francesco, che per la prima volta, dall'11 al 13 settembre nell'area Palaeventi - Teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli, ospita un festival di street food per promuovere le sue eccellenze enogastronomiche su due, tre, o quattro ruote. Tre nel caso di Simone, umbro doc, orgoglioso che la sua regione organizzi un evento del genere. Il suo "ufficio" è un'Ape. "Quando ho deciso di mollare tutto svegliavo mia moglie giorno e notte, ogni volta con un'idea diversa. Poi ho pensato che il cibo era un buon punto di partenza e mi sono inventato gli aperitivi fuori dalla chiesa, nei matrimoni. Perché ai matrimoni tutti hanno sempre caldo e sete. Così ho preso una licenza da ambulante al comune e ho iniziato a cercare le aziende che modificano i mezzi tradizionali.
Lui non è stato licenziato dal dispotico capo (Dustin Hoffman), come Carl Casper nel film Chef, la ricetta perfetta. Carl si inventa un food truck dopo essere stato cacciato da un celebre ristorante di Los Angeles. Simone decide di cambiare vita di sua spontanea volontà. Era socio in un locale, ma non era più felice. Così si è reinventato autista/chef come ce ne sono oramai molti. Variopinti e personalizzati, i camioncini si trasformano in ristoranti itineranti in perfetto stile vintage, rispolverati dalla California degli anni Sessanta e rimessi in moto per invadere le piazze di mezzo mondo. Simone ha scelto un'azienda di Valdarno che ha cambiato pelle alla sua Ape e in poco tempo è nata e cresciuta la sua nuova attività che, iniziata a marzo, oggi va a gonfie vele. Il segreto? "Insegnare alla gente a vivere con le cose naturali, a riscoprire i prodotti del nostro territorio e ad affidarci ad allevatori e agricoltori di fiducia, a chilometro zero.
Nulla a che fare con il solito "paninaro" salsiccia e patatine fritte: dietro questi furgoncini c'è una ricerca gourmet tra prodotti tipici, come salumi e carne, sushi e ricette vegetariane che si ispirano a quelle tradizionali. "Noi facciamo la trippa, la torta al testo, tipica dell'Umbria, la padellaccia umbra (carne di maiale saltata in padella) e anche una rivisitazione del supplì vegetariano. Mia nonna faceva questo supplì perché una volta, ai suoi tempi, non c'era molta carne. È l'inventiva della necessità, i contadini dovevano sfamare ogni giorno venti persone con quello che avevano. C'erano piselli, sedano, carote, pomodoro. Ho deciso di recuperare questa ricetta", racconta Simone.Oltre al suo Mister Happy, una selezione di oltre 20 food trucks provenienti da tutta Italia si contenderanno l'"Assisi Food Truck Award": una giuria d'eccezione, assieme al pubblico di visitatori, sceglierà il miglior Food Truck in assoluto che potrà andare al prestigioso Street Food Festival di Parigi nel 2016 con cui quello di Assisi è gemellato. Spazio anche alle tematiche sociali, in collaborazione con la Libera Università di Alcatraz di Jacopo Fo e l'associazione Fuori dall'Ombra che è riuscita a finanziare un food truck per ragazzi con disturbi psico-sociali.
"Recuperare i valori della convivialità e della famiglia, ecco cosa significa per me il cibo da vivere nel modo più naturale e stagionale possibile", spiega Simone. "Mi ricordo quando ero piccolo e la merenda, la mattina, era il pane con il ragù cucinato dalla mia nonna. Si sentiva il profumo di carne dalle otto, perché il ragù deve andare sul fuoco lentamente, ci vuole tempo per il soffritto. E l'attesa, la cura, l'attenzione per queste piccole cose della cucina erano un pretesto per unire le persone e stare tutti insieme in famiglia. Altro che merendine da scartare e mangiare in cinque minuti. Tornare a vivere con lentezza, gustarsi le piccole cose, la mia Ape è anche questo". Le piccole cose che fanno la felicità. Ecco perché Simone ha scelto proprio questo nome per il suo camioncino. Signor Felicità. Felicità che sprizza dalla sua voce squillante e che probabilmente anche i suoi prodotti sprigionano al primo boccone. Per assaggiarli, insieme a quelli dei suoi colleghi, veri "autisti del cibo di strada", non resta che fare un salto ai piedi della Porziuncola per il Food Truck Festival.