Napoletanità....

Napoli romana...


Nel 326 a.C., a seguito della II guerra sannitica, Neapolis è cinta d'assedio e conquistata dall'esercito romano; pur restando da quel momento sotto l'egemonia di Roma, alla città è però attribuito lo status di "civitas foederata", il che le consentirà di mantenere una certa autonomia, e di poter diventare un punto di incontro e di confronto di culture differenti, nei secoli successivi.Nel I secolo a.C. la città raggiunge il suo massimo sviluppo, al punto da richiedere un'espansione urbanistica oltre i confini delle originarie mura: ne sono testimonianza i ritrovamenti in corrispondenza del chiostro di Santa Chiara, e gli insediamenti ad
ovest, nelle zone di Chiaia e Posillipo e, più oltre, nell'area flegrea, resa accessibile dall'apertura della galleria conosciuta come Crypta NeapolitanaDopo l'82 a.C.
, a seguito di infelici scelte strategiche nel corso della guerra civile tra Mario e Silla, Neapolis è punita con lo spostamento di molte delle attività commerciali verso Puteoli, il che coincide con l'inizio della decadenza della città, che comincia a diventare città degli otia (i dintorni, da Baia, a Pompei, a Capri divengono sedi privilegiate delle ville dei ricchi patrizi romani e di alcuni imperatori) e sempre più crocevia di razze, culture e religioni (nel II e III secolo d.C. fioriscono le comunità orientali, specialmente quella alessandrina, ma è forte anche la presenza cristiana, di cui sono testimonianza le tante catacombe ed ipogei).
Nel IV-V secolo d.C., il declino dell'impero romano si affianca all'indebolimento della città, continuamente sottoposta alle scorrerie dei goti. Nel 476, l'ultimo imperatore Romolo Augustolo è spodestato dai barbari, ed esiliato sull'isola di Megaride, dove la storia di Napoli aveva avuto inizio.