Il Pasquino

Senza umanità


Sembra un virus quello che attanaglia l'umanità nella sua crudeltà quotidiana, un virus che colpisce tutti, a partire dai potenti, ma che si insinua, che travolge la vita degli esseri umani di ogni continente, di ogni status, di ogni lingua o religione...un virus che attecchisce grazie all'assenza di quegli anticorpi che cultura, solidarità, amore per il prossimo, coscienza, morale avevano creato, come corpo comune, contro l'orrido nazi-fascismo...il punto più basso mai raggiunto dall'umanità. Ora quella violenza, quell'arroganza, quello spregio dei più deboli, si moltiplica contro i bambini, contro le donne, contro i disabili, contro i clochard, contro quelli considerati un fastidio per un vivere che non ritiene più il sacrificio un valore, ma un intoppo, un ostacolo ad un divenire, ad un "arrivare" a scapito di tutto e tutti...e quell'arrivare è correlato al "gruzzolo" rubato, al potere dimostrato, allo "spazio" individuale conservato, nel quale non c'è posto per sentimenti o "amori" o "passioni". Anziani usati come strumenti per il proprio arricchimento, bambini umiliati e offesi, donne uccise senza motivo, come stupro di una identità mai riconosciuta e mai accettata, disabili massacrati come rifiuti da cancellare, fastidio da eliminare...non casi sporadici, ma ormai una vera e propria epidemia che mette in risalto, nel caso delle strutture pubbliche, l'inefficienza non solo dei controlli, ma anche delle metologia di accesso a determinate professioni e nei casi di cronaca quotidiana, come il massacro dei barboni o delle mogli o fidanzate "traditrici" di quel senso di potere che molti "maschi" ritengono di avere, non solo l'inefficacia, ma addirittura la nefandezza di una cultura che esalta i potenti, i forti, i "cattivi maestri", gli "aficionados" del potere e dell'arroganza, del soldo e della forza, che, nei fatti, considera una parte di mondo, la più preponderante, un inutile fardello, un peso senza il quale si vivrebbe meglio. L'inesauribile ricerca del proprio ego, della propria "realizzazione", per alcuni mostri umani sembra passare, inevitabilmente, per l'annullamento dell'altro, che sia donna, che sia disabile, che sia diverso, che non sia, cioè, solo strumento inanimato del percorso, ma essere pensante con proprie esigenze, propri pensieri, propri sentimenti. E' il tipico pensare di chi è nulla e che raggiunge la sua "soddisfazione" solo nell'annullamento, nell'offesa, prima vocale e poi, quasi sempre, materiale, di chi non gli assomiglia e non può assomigliargli, di chi potrebbe essere la sua ricchezza, ma cancellerebbe le sue certezze create sullo zero dei suoi sentimenti. Non può, e non deve essere considerata, solo una questione di pochi individui, la società attuale propone casi di orrendi delitti, di ignobili umiliazioni, in ogni strato sociale ed in quei "templi" che dovrebbero rimanere intonsi, al di fuori di queste "follie" inaccettabili, e ripugnanti. Accade che stiamo cambiando, stiamo peggiorando, non siamo più capaci di amare, di soffrire, di comprendere e capire...il massacro di un bambino non può divenire semplice fatto di cronaca, come non può esserlo quello di un clochard, quello di una donna, quello di un disabile. Il marcio non risiede solo in quegli individui che esprimono il loro zero nella violenza, il marcio sta in quello che collettivamente pensiamo e che, in parte, giustifica quell'eccidio di valori che ci rende peggiori delle bestie, di quegli animali che siamo capaci di "amare", forse perchè più obbedienti e più disponibili ad essere nostri "oggetti". Non c'è futuro senza umanità...e non c'è umanità senza cultura, senza amore, senza quei valori che vivono negli occhi dei nostri figli e che dobbiamo coltivare e far crescere.