Il Pasquino

In un mondo che…


In un mondo che non “vede” gli eccidi di Gaza, che prende parte attiva nella strage dell’Irak e dell’Afghanistan, nei massacri in Libia ed in Siria, che vende le proprie armi ai ribelli ed ai dittatori, che misura il suo livello di umanità sugli interessi economici diretti non dei propri popoli, ma delle multinazionali che distruggono genti e terre, i cui leader sono diretti corresponsabili e i suoi governi esecutori materiali degli “effetti collaterali” che uccidono bambini, donne ed anziani, le parole “pace” e “diritti” assumono, ogni giorno di più, il ruolo di veri e propri spartiacque tra barbarie e civiltà, tra dittatura e libertà, tra ignoranza e cultura. In un mondo che considera le persone strumenti per il proprio potere, esperimenti per le loro medicine e le loro macchine di morte, che mira ad abbassare la vita media delle persone per le difficoltà di bilancio che deriverebbero dal loro “mantenimento”, che ha bisogno di una doccia gelata per accorgersi che c’è chi muore di Sla, di Aids, di disabilità, di abbandono, di povertà e che considera tutto un palcoscenico  televisivo, sul quale presentarsi da protagonisti con il miglior abito ed il miglior sorriso, le parole “verità” e “giustizia” tracciano quel solco profondo tra chi è sovrano (il popolo)…e chi non è Stato né mai lo sarà. Le risposte dei “grandi” di questa terra, di qualsiasi latitudine e credo, per qualunque crisi del pianeta è sempre e solo la stessa: morte, l’esatto opposto di quella parola: vita, che ha fatto crescere l’umanità, che ha ispirato intere ere della nostra storia, votate ad un miglioramento della vita del pianeta e dei popoli. Primo o secondo ordine mondiale il fatto ha ben poca importanza difronte all’enorme potere che le persone, unite, possono avere nel destino di un mondo che…da tali servi guidato è destinato ad una sparizione preceduta da milioni di sofferenze. In un mondo che sogna di diventare migliore non c’è posto per i “potenti”, per i massacratori, per i dittatori, per i venditori di pentole usate o i Re Giorgio di turno, per i loro servi ed i loro scagnozzi…quel mondo, quello che vogliamo, suona la musica della pace e dell’uguaglianza, della libertà e del rispetto dei diritti, dell’onestà e dell’umiltà…che vanno conquistate…non attese.