Il Pasquino

La speranza Francesco


Non siamo abituati a vedere realizzate le promesse che ci vengono fatte, siamo talmente assuefatti alla presa in giro che molti italiani ritengono Renzi un premier ed anche l’unica speranza per l’Italia, dimostrazione della ormai irreversibile decadenza cerebrale del nostro paese. Eppure, per la prima volta, da quell’ Istituzione per secoli immobile, capace di coprire ogni nefandezza, arrivano segnali reali di cambiamento, segnali ben più coraggiosi dello scrivere una legge contro la corruzione o abbassarsi uno stipendio vergognoso ed inspiegabile, cose che il premier Renzi ed il signor Napolitano sembrano aver del tutto messo nel dimenticatoio. Ma qui parliamo di altro, parliamo di uomini, non di quaquaraquà, di chi ha coraggio e di chi svolge, con onestà, il suo compito, di chi non si fa né corrompere né fa parte, a pieno titolo, del peggio della classe dirigente del paese. Francesco l’ha detto e, a differenza di molti altri, anche suoi predecessori, l’ha fatto. “La pedofilia è come la lebbra e va combattuta, tolleranza zero” , parole alle quali sono seguiti i fatti concretizzatisi con l’arresto dell’arcivescovo Wesolowski, uomo di Wojtyla, e con i vari allontanamenti di tutti quei prelati, di “alto rango”, che coprivano i pedofili, nascondendo le prove e difendendone l’operato. Una svolta seria, non a chiacchiere, una svolta che mette il Papa a rischio attentati, non da parte dei folli dell’Isis, ma di chi vuol ripristinare i vecchi equilibri, di quella parte sporca del paese che non si arrende ai cambiamenti reali, a quelle svolte culturali e morali che mettono in primo piano, al primo posto, quei valori di vita, di rispetto, di dignità, di umanità che non trovano posto e non sono mai citate né dai “rottamatori” giovani dell’ultim’ora, ignoranti come capre, né dai vecchi soloni politici, arricchitisi con il furto di tutte le risorse pubbliche del paese. Un segnale preoccupante per la classe dirigente nazionale e mondiale, per il metodo naturale e spontaneo di Francesco, per la sua indiscutibile coerenza, per il valore morale e materiale dei suoi atti, sempre e soltanto a difesa dei più deboli, di chi non ha voce, di chi subisce soprusi senza avere nessuno al suo fianco, a partire dai manichini televisivi che i partiti ci propinano ogni giorno. Un segnale reale, un segnale di speranza, di quella speranza di cui si deve alimentare la voglia di cambiare un mondo fatto di ingiustizie e di morte, di ghetti e di lager, di guerre e di fame, di premi Nobel assassini e di “terroristi” finanziati da chi poi decide di sparare, di quell’ipocrisia che chiama democrazia il furto del futuro del pianeta e le lacrime e il sangue di milioni di bambini, una speranza che ha solo un modo di trasformarsi in realtà: “immischiatevi, partecipate, intervenite”…non lasciamo ad altri decidere della nostra vita.